Cambio della guardia imminente alla direzione del Piccolo Teatro di Milano. La lotteria dei nomi è già partita da qualche settimana e, vista l’accelerazione degli eventi dovuta al colpo di scena delle dimissioni di Sergio Escobar annunciate il 28 giugno ed esecutive dal 31 luglio, c’è da pensare che le decisioni del CdA e il/i nomi saranno resi noti a breve.
A monte di tutto questo, noi della direzione, redazione e i collaboratori di Hystrio ci siamo interrogati su che tipo di direzione ci piacerebbe potesse avere, oggi, il primo Teatro Nazionale.
Abbiamo scritto questo breve appello, sperando possa essere un utile spunto di riflessione.
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Una modesta proposta…
Per il Piccolo Teatro si apre una nuova fase. Un passaggio complesso e delicato, ma anche una formidabile
occasione di rilancio che potrebbe restituirgli il ruolo di avanguardia culturale di questo paese.
Mentre tutti si affannano a immaginare il nome del futuro direttore, forse vale la pena di invertire gli elementi della riflessione e porre una questione che precede qualsiasi scelta.
La domanda, e insieme la proposta, che modestamente avanziamo è questa: quale, nel terzo millennio, potrebbe essere la migliore forma di governance del primo Teatro Nazionale? Una governance in grado di dare al Piccolo Teatro una forte identità artistica, con una capacità progettuale responsabile e coraggiosa che, senza rinnegare il passato, sia al passo con la complessità del teatro del presente, nazionale e internazionale. Una governance che non sia frutto di scelte politiche o esclusivamente gestionali.
Hanno ancora senso, oggi, un direttore unico o un direttore affiancato da un consulente artistico? Forse non più.
Crediamo al contrario che una “macchina” dalle enormi potenzialità come quella del Piccolo Teatro abbia bisogno sì di una guida, ma in stretto dialogo con altre voci e altre competenze per costruire un progetto artistico di ampio respiro, al passo con tempi che richiedono un ripensamento radicale delle forme di produzione e fruizione dell’oggetto teatro. Una figura capace di visioni, ma al riparo da personalismi. Perché allora non immaginare un direttore affiancato da un team di lavoro, formato da esperti di diversa provenienza, età, formazione e sguardo, come già avviene del resto in altri Paesi europei (Germania in primis)?
Una piccola rivoluzione che potrebbe innescare la rivoluzione dell’intero sistema. Con il Piccolo in prima linea.
Claudia Cannella
Ilaria Angelone
Valeria Brizzi
Arianna Lomolino
Hanno aderito:
Paola Abenavoli
Emanuele Aldrovandi
Anct (Associazione Nazionale Critici di Teatro: Giulio Baffi, presidente; Enrico Marcotti, vicepresidente; Claudia Provvedini, direttivo; Vito Minoia, direttivo)
Alberica Archinto
Nicola Arrigoni
Sandro Avanzo
Caroline Baglioni
Alessandro Bandini
Federico Bellini
Massimo Bertoldi
Laura Bevione
Mario Bianchi
Matteo Brighenti
Marco Cacciola
Albarosa Camaldo
Roberto Canziani
Laura Caparrotti
Mario Cervio Gualersi
Sara Chiappori
Tommaso Chimenti
Veronica Cruciani
Renzo Francabandera
Elvira Frosini
Renato Gabrielli
Pierfrancesco Giannangeli
Maddalena Giovannelli
Tindaro Granata
Graziano Graziani
Marinella Guatterini
Filippa Ilardo
Giuseppe Liotta
Fausto Malcovati
Stefania Maraucci
Andrea Maulini
Lucia Medri
Francesco Melchiorri (Caporedattore | Birdmen Magazine)
Marco Menini
Giuseppe Montemagno
Massimo Navone
Emilio Nigro
Jacopo Panizza
Michele Pascarella
Andrea Pocosgnich
Gianni Poli
Rossella Porcheddu
Roberto Rizzente
Laura Santini
Renata Savo
Francesca Serrazanetti
Maurizio Sguotti
Sabrina Sinatti
Serena Sinigaglia
Massimiliano Speziani
Pablo Solari
Alessia Stefanini
Francesco Tei
Pino Tierno
Daniele Timpano
Alessandro Toppi
Simone Trecca
Franco Ungaro
Nicola Viesti
Diego Vincenti
Renata Viola
Mattia Visani
Giusi Zippo