Blu come la leggerezza, blu come la consapevolezza
Il progetto “Omini blu” prende spunto dalla fiaba I vestiti nuovi dell’imperatore di Hans Christian Andersen.
Nella fiaba si racconta la disavventura di un re vanesio innamorato dei vestiti a tal punto da cadere per questo in una trappola. Due tessitori sostenevano di saper tessere la stoffa più bella che mai si potesse immaginare, con colori e preziosità mai viste prima. Una stoffa “esclusiva”, dotata del potere di essere invisibile a coloro che non fossero all’altezza della propria carica o che fossero molto stupidi. Dopo avere “tessuto” e cucito l’abito nessuno osò denunciare la truffa. Nessuno osava passare per incapace o per stupido. Risultato: il re venne vestito con abiti inesistenti e sfilò per la città nudo.
Su questo concetto nascono gli omini. Incastrati nei meccanismi della vita che tendono a portarci lontano dalla verità, vogliono essere un richiamo ad avere coraggio. Vogliono stimolarci a non avere paura di ribellarci, a mettere in discussione le regole che ci vengono imposte. Gli omini blu si ribellano alla stupidità.
Nella fiaba colui che trova il coraggio di dire la verità è un bambino, per questo motivo gli omini hanno un aspetto spensierato e leggero. Ci ricordano di restare in contatto con il nostro bambino interiore che non ha paura di dire quello che vede, di esprimere il proprio punto di vista. E se spesso filtri e sovrastrutture sociali plasmano il nostro modo di agire e ci allontanano da quello che riteniamo giusto, gli omini vogliono ricordarci come si diventa esseri umani più consapevoli.
URTO, nasce nel 1987 a Catanzaro, solare città capoluogo della Calabria, bagnata dal Mar Jonio. In seguito si trasferisce a Firenze, dove attualmente vive e lavora.
La sua “vocazione” artistica arriva molto presto. A 13 anni fugge dopo aver dipinto il bandone di una scuola di danza. Uno spray, un solo colore, una scritta. La sintesi perfetta. Con il tempo gli spray sono diventati due, poi tre, la scritta ha cominciato a prendere una forma e uno spessore, con un riempimento e un outline, giungendo allo stile che contraddistingue le sue attuali opere. Ma se il suo stile e la sua tecnica si evolvono e si precisano, non cambia la spinta iniziale: lasciare una traccia, un segno nel mondo. «Lasciare un segno significa lasciare qualcosa di sé – ci dice – che sia di molti colori, argento, molto curato o disegnato rapidamente (ma anche un segno tracciato velocemente è a suo modo curato), che sia sul cemento di un muro, sul metallo di una saracinesca l’ambiente in cui ti trovi è una pagina vuota da riempire, da far vivere con i racconti».
La sintassi di URTO sono le idee, la sua grammatica la forza con cui riesce a esprimerle.
Urto si laurea in Visual Design a Firenze, per poi specializzarsi presso l‘Isia, Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, di Firenze in Design della Comunicazione.
Urto è artista residente di Street Levels Gallery, la prima galleria di Arte Urbana di Firenze, con la quale, fin dalla sua fondazione nel 2017, ha svolto numerosi progetti e collaborazioni.