Settant’anni di lavoro sulle scene, come drammaturgo, attore, inventore, sempre pronto allo sberleffo verso il potere. Eppure Dario Fo non era per nulla stanco e ha continuato a lavorare fino agli ultimi istanti della sua lunga vita.
Si è spento il 13 mattina all’età di 90 anni. Aveva problemi respiratori e i medici dell’Ospedale Sacco di Milano, dov’era ricoverato da alcuni giorni, non sapevano spiegarsi come riuscisse a cantare, come invece aveva fatto. Recentemente aveva dichiarato che non poteva prendersi pause, perché gli restava poco tempo e aveva ancora molte cose da dire e da comunicare. E ci crediamo, perché nella sua vita Dario Fo non è mai stato zitto, nemmeno quando la Rai lo censurò per le troppo esplicite implicazioni politiche dei suoi spettacoli. Scrittore instancabile – da Il dito nell’occhio, del 1953, a Lu Santo Jullare Francesco, del 1999, senza dimenticare Gli arcangeli non giocano a flipper (1959), Chi ruba un piede è fortunato in amore (1961), Isabella, tre caravelle e un cacciaballe (1963), Settimo: ruba un po’ meno (1964), Mistero buffo (1969), Morte accidentale di un anarchico (1970), Pum, pum! Chi è? La polizia (1972), Fabulazzo osceno (1982) e Joan Padan a la desco verta delle Americhe (1992), per citare i più noti – il suo lavoro drammaturgico gli valse il Nobel per la letteratura nel 1997. Nella motivazione si diceva che la sua parola «seguendo la tradizione dei giullari medioevali dileggia il potere restituendo dignità agli oppressi». Volle condividere quel premio con Franca Rame, compagna della vita e indispensabile ispiratrice di tutta la sua attività di scrittore, d’impresario, di pittore, di narratore sempre impegnato nelle questioni civili e politiche più attuali.
La camera ardente per Dario Fo, è allestita oggi, venerdì 14 ottobre, nel foyer del Piccolo Teatro Strehler, dalle 9.45 fino a mezzanotte. Sarà poi riaperta al pubblico sabato 15 ottobre, giornata di lutto cittadino proclamata dal Sindaco di Milano, dalle 8.30 fino alle 11, quando il corteo partirà dal Teatro Strehler verso piazza Duomo dove verrà celebrata la cerimonia laica (alle ore 12).
Hystrio ricorderà l’artista e il suo impareggiabile lavoro con uno speciale sul prossimo numero della rivista, in uscita a gennaio 2017 (Hystrio n. 1.2017).