Edizione 2015

Le motivazioni

Premio Hystrio all’interpretazione 2015
a Massimo Popolizio

Attore tra i più talentuosi e versatili del panorama teatrale italiano, Massimo Popolizio è stato, negli ultimi venticinque anni, presenza fondante negli spettacoli di Luca Ronconi, da Gli ultimi giorni dell’umanità fino alla Lehman Trilogy, passando per Re Lear, Peer Gynt, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, Questa sera si recita a soggetto, Lolita, I due gemelli veneziani, Professor Bernhardi e tanti altri. Ha dato vita a personaggi noti e meno noti della letteratura teatrale di ogni tempo, affrontandoli sempre con grande e camaleontica personalità, riempiendoli di una presenza scenica rilevante e dando loro una voce capace di toccare le note più diverse e sorprendenti. La sua carriera racconta una scelta attenta del repertorio e dei registi da cui farsi dirigere: oltre a Luca Ronconi, sono stati, tra gli altri, anche Massimo Castri, Gianfranco De Bosio, Antonio Calenda, Elio De Capitani, Cesare Lievi, Walter Pagliaro e Carmelo Rifici. Curiosità, capacità di mettersi in gioco e gusto per le sfide apparentemente impossibili fanno parte del suo istrionico dna, come testimoniano, per esempio, i ruoli da protagonista ne Gli ultimi giorni dell’umanità, il testo di Kraus che sembrava irrappresentabile, e ne I fratelli Karamazov, il romanzo che non pareva riducibile a drammaturgia teatrale. A Massimo Popolizio va dunque un meritatissimo Premio Hystrio all’interpretazione.

 

Premio Hystrio alla Regia 2015
a Serena Sinigaglia

Difficile premiare Serena Sinigaglia solo come regista. Fondatrice, nel 1996, con alcuni compagni della Scuola Paolo Grassi, della Compagnia Atir, direttrice artistica del Teatro Ringhiera, animatrice culturale, si è infatti distinta nel panorama milanese e nazionale per un percorso trasversale di particolare coerenza e duttilità. Il suo talento registico si manifesta fin dagli esordi per la capacità di rileggere i testi classici portandone alla luce le istanze più vitali e contemporanee (dal battesimo con Romeo e Giulietta, passando per le Baccanti e le Troiane di Euripide fino alle vitali Donne al Parlamento di Aristofane), ma anche nell’individuare e affrontare con efficacia molte voci emergenti della drammaturgia europea dei nostri giorni, sempre in bilico tra utopia e disincanto: dagli spagnoli Garcia Arays e Garcia Yague, all’algerina Rayhana, agli italiani Erba e Paravidino. Creatrice instancabile di un teatro corale, pieno di energia e capace di contaminazioni, ha importato sulla scena la rapidità del montaggio cinematografico e ha recentemente esplorato, con 6Bianca, le forme della serialità. Il premio è un riconoscimento a una personalità registica aperta e poliedrica, ma anche a un modo di pensare il teatro profondamente politico e mai autoreferenziale, che l’ha resa punto di riferimento per molte realtà artistiche della nuova generazione.

 

Premio Hystrio alla Drammaturgia 2015

a Mimmo Borrelli

La cantilena strascicata di Bacoli, l’epos omerico, l’asprezza melica della tragedia greca, le terzine infernali dantesche, i drammi notturni di Raffaele Viviani, le poesie di Michele Sovente, l’insegnamento di Ernesto Salemme, il professore di Italiano e Latino che gli guidò la mano alla scrittura per il teatro. C’è questo e altro nella drammaturgia di Mimmo Borrelli: c’è il dialetto inteso come verbalità che sa farsi immediata azione in scena, c’è il verso inteso come mezzo per evocare e concretizzare ritmicamente l’immagine, c’è il ruolo dell’aedo che coglie, ascolta, spia, registra, fa proprie le storie e gli umori della terra alla quale appartiene. ’Nzularchia, ’A Sciaveca e La Madre, Malacrescita, Napucalisse, Cante e Schiante, Opera pezzentella sono dunque l’espressione di un ciclo compositivo secondo cui la comunità flegrea si fa parola, la parola alimenta la voce, la voce abita il corpo, il corpo produce visione, offerta sacrificale di sé, spettacolo condiviso con la platea. Per aver dunque imposto l’ascolto di una lingua antica e nuova insieme, per aver reso apparenza all’ondoso litorale marino e alla degradazione sulfurea della terra campana, per essersi lasciato possedere dalla sua stessa scrittura così da trasmetterla al pubblico, ogni volta emozionandolo, siamo orgogliosi di assegnare a Mimmo Borrelli il Premio Hystrio alla drammaturgia 2015.

 

Premio Hystrio Altre Muse 2015
a Cuocolo/Bosetti

Un felice sodalizio, non solo artistico e ormai ventennale, quello tra Renato Cuocolo e Roberta Bosetti, che li conduce a ideare e realizzare spettacoli davvero speciali. Uno, in particolare, segna il punto di partenza di un percorso originale: The secret room che, dalla prima messa in scena, nel 2000, fino al febbraio di quest’anno ha superato quota 1600 repliche. Uno spettacolo allestito in una casa privata, per pochi spettatori che sono anche ospiti e commensali in una particolarissima cena. Gli elementi fondanti della poetica di Cuocolo/Bosetti sono qui già ben presenti: la casa come “trappola per la realtà” da cui discende un costante slittamento della realtà nella finzione e viceversa, che crea ambiguità e pervasivo senso del “perturbante”. Obiettivi perseguiti con costanza e invenzione, sperimentando luoghi vari come alberghi e pubbliche piazze e strade, tutti rigorosamente non-teatrali; ma anche mescolando fonti letterarie e autobiografia e creando un personaggio, Roberta, che è allo stesso tempo l’attrice Roberta Bosetti e il personaggio che lei stessa interpreta (esemplari in questo senso Roberta torna a casa e il più recente MM&M). Una ricerca teatrale condotta con entusiasmo e voglia di sperimentare e di sperimentarsi, guidata da una persistente curiosità verso gli uomini e l’arte così come verso se stessi e il proprio io più nascosto.

 

Premio Hystrio Castel dei Mondi 2015
a Carrozzeria Orfeo

È tutto in quel nome. Da una parte il senso pratico, lo sporcarsi le mani, la conoscenza del mestiere. Dall’altra il volo dell’arte sopra la realtà, inseguendo urgenze e ispirazioni. Si aggiunga una buona dose di comicità e una spruzzata di follia anarcoide e si ha la ricetta di Carrozzeria Orfeo. Una ricetta vincente, che ci piace sottolineare assegnandogli un meritato Premio Hystrio-Castel dei Mondi. Nata nel 2007 grazie a Massimiliano Setti e Gabriele Di Luca insieme a Luisa Supino, Carrozzeria Orfeo è riuscita, nel giro di pochi anni, a strutturare una poetica personale, supportata da un bel gruppo di attori. In questo senso il fortunatissimo Thanks for vaselina rappresenta il punto più alto di una svolta iniziata già nel 2011 con Idoli e proseguita con Robe dell’altro mondo. Spettacoli in cui il linguaggio della compagnia si è via via fatto sempre più peculiare ed esplicito intorno alle drammaturgie di Gabriele Di Luca. La parola come cardine, una parola vissuta, quotidiana, cinica e provocatoria, profondamente comica ma con l’ombra di una malinconica sconfitta sul viso. Un Premio, il nostro, che vuole essere riconoscimento del percorso fatto, ma anche stimolo a riproporsi con nuove forze dopo i bagordi del successo. Con l’augurio di trovare sempre quella sintesi propria, in bilico fra le astuzie del mestiere e la purezza del pensiero artistico.

 

Premio Hystrio Teatro Piemonte Europa 2015
ad Ambra Senatore

Ambra Senatore si muove con intelligenza nei territori del teatro e della danza, tra piccole forme, creazioni site-specific, deliziosi assolo e spettacoli di gruppo in cui levità, ironia, attenzione ai gesti del quotidiano e osservazione sagace della realtà offrono spesso un punto di vista surreale e inaspettato, perfettamente in linea con lo sguardo della Fondazione Teatro Piemonte Europa, con la quale il Premio Hystrio è gemellato, che ama osservare quel che accade ai confini tra le arti della scena, in particolare quella dal sapore internazionale. Torinese, vive a un passo dalla Francia che diventa negli anni la sua seconda casa. È infatti spesso presente nel cartellone del Théâtre de la Ville de Paris e coreografa residente presso la Scène National de Besançon. Italo-francese è anche la sua formazione e attività, con maestri italiani tra cui Giorgio Rossi, Roberto Castello, Raffaella Giordano e Antonio Tagliarini e artisti francesi come Jean-Claude Gallotta, Georges Lavaudant e Jean Cébron. Il suo stile emerge con chiarezza sin dai primi lavori come EDA Solo (2004), si impone con successo grazie a Passo (2010) e arriva felicemente a oggi con Aringa Rossa (2014). In parallelo la Senatore firma diverse performances sitespecific, da Non so fare maglie (2010) a In Piccolo (2014) fino a Petites briques (2015), testimonianze di creatività raffinata e desiderio costante di mettersi in gioco.

 

Premio Hystrio Twister 2015
a Il vizio dell’arte, di Alan Bennett regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

Le motivazioni dei votanti online:

«Perché ho votato per Il vizio dell’arte? Semplicemente perché è un bellissimo play di Allan Bennett, diretto da due registi straordinari come Ferdinando Bruni e Francesco Frongia e perché il cast è rappresentato da quasi tutta la compagnia dell’Elfo, tutti perfetti nel proprio ruolo». (Flavio Feniello) «Si può votarlo solo una volta, ma io l’ho fatto anche per tutti coloro che, quella sera, accanto a me, davanti e dietro, e pure lontano e pure le sere prima e quelle successive, non ne avranno avuto il modo o le capacità, ma ho sentito con me, esaltati, commossi, incantati, da tosse colpiti, mai però uno sbadiglio, un attimo di noia, aperti ai sorrisi, ammirati, e tutti a chiedersi, tra il batter mani incandescente, ma come hanno fatto a mettere in scena un testo tale: come non innamorarsi dell’immenso Auden o del fragile Britten? Bruni, De Capitani, Marinelli e tutti gli altri Elfi come hanno fatto a donarci lo spettacolo più bello della stagione? Grazie!». (Miriam Cipriani)

«L’ho votato perché in questo spettacolo c’è tutto quello che per me vuol dire “teatro”: divertimento, intelligenza, leggerezza e profondità. Un testo colto, messo in scena in modo geniale, nulla è lasciato al caso, gli attori sono bravissimi, in alcuni casi, commoventi. Dopo la visione del Vizio dell’arte sono tornata a casa felice». (Luciana Fornari)

 

Premio Hystrio Scritture di Scena 2015

La giuria del Premio Hystrio-Scritture di Scena – formata da Valerio Binasco (presidente), Laura Bevione, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Roberto Canziani, Sara Chiappori, Renato Gabrielli, Roberto Rizzente, Massimiliano Speziani e Diego Vincenti – dopo lunga e meditata analisi dei 96 copioni in concorso, ha deciso, all’interno di una rosa di sei testi finalisti (Dieci milligrammi di Maria Teresa Berardelli, E allora cadi di Francesco Marioni, Farfalle di Emanuele Aldrovandi, Fossili di Mattia Conti, Gli ultimi giorni di Valentina Gamna e La zona Cesarini di Filippo Pozzoli), di assegnare il Premio Hystrio-Scritture di Scena 2015 a: Farfalle di Emanuele Aldrovandi, affascinante e originale partitura drammaturgica per due personaggi femminili, sapientemente tratteggiati con gusto contemporaneo, dove complicità e distruzione reciproca si mantengono in sottile equilibrio. Ciclicamente alle prese con l’incombere di una figura paterna di grottesca ed emblematica inaffidabilità, le due protagoniste attraversano le loro vite perpetuando il proprio rapporto esclusivo attraverso un gioco infantile crudele che però, nella sua coerenza, fa da barriera all’assurdità che le circonda. Un testo capace di mantenere alta l’attenzione, ma anche di emozionare con barlumi di poesia grazie a un realismo magico che lo trasforma in una curiosa favola nera intrisa di ambigua bontà. La giuria ha poi deciso di segnalare: Dieci milligrammi di Maria Teresa Berardelli, per una scrittura che utilizza con abilità le dinamiche sceniche grazie a dialoghi secchi, di gran ritmo e piglio cinematografico, da cui i personaggi emergono con poche ma decise pennellate. L’ambizione, in buona parte realizzata, è quella di disegnare una storia di ampio respiro, dove analisi sociale, familiare e di coppia si mescolano per raccontare le nostre paure e il nostro senso di inadeguatezza. La sinistra attrazione per l’additivo chimico come soluzione provvisoria dell’infelicità viene così resa senza moralismo, grazie a intense sintesi poetiche e metafore potenti quanto inattese.

 

Premio Mariangela Melato 2015
a Fausto Cabra e Camilla Semino Favro

Fausto Cabra spazia con grande efficacia dal teatro performativo di Ricci e Forte alle incursioni shakespeariane con Gigi Proietti, dai palcoscenici più ufficiali del Piccolo Teatro e del Teatro di Roma alle ribalte più sperimentali, sempre mettendosi in gioco fino in fondo, declinando la lezione del suo maestro Luca Ronconi con un personalissimo e inedito dosaggio di lucidità e di emozione, di razionalità e di follia. È Niso in Troia’s Discount, Mercuzio in Romeo e Giulietta, Robert Lehman in Lehman Trilogy, ogni volta facendo intravedere in filigrana, al di là del personaggio, quel frammento di sè indispensabile a creare un legame di empatia fra il palcoscenico e la platea e a rendere ancora necessario il lavoro dell’attore.

Camilla Semino Favro, che sia Bianca nel serial teatrale 6Bianca di Stephen Amidon, Giulietta o Perdita nel Racconto d’Inverno, Dina Dorf nei Pilastri della società di Ibsen o Lulu in Shopping and Fucking di Ravenhill, riesce con caparbietà e tenerezza ad avvicinare ogni personaggio che affronta al nostro tempo attraverso un lavoro tenace e minuzioso, per cercare il nucleo di verità in ogni battuta, per restituircelo con freschezza, efficacia e immediatezza. L’apparente delicatezza e fragilità del suo aspetto nasconde un nucleo di rigore che rifiuta ogni manierismo e ogni scorciatoia per trovare una necessità, anche etica, nel suo stare in scena.

 

Premio Hystrio alla Vocazione 2015

I vincitori e i segnalati

Dopo accurata valutazione dei 42 partecipanti alle selezioni finali, la giuria – composta da Ferdinando Bruni, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Arturo Cirillo, Monica Conti, Francesco Frongia, Andrea Paolucci, Mario Perrotta, Carmelo Rifici, Gilberto Santini, Serena Sinigaglia e Walter Zambaldi – ha deciso all’unanimità di assegnare il Premio Hystrio alla Vocazione 2015 agli attori Valentino Mannias e Gabriele Paolocà e il Premio Ugo Ronfani, destinato ai più giovani partecipanti al Premio alla Vocazione con un percorso formativo ancora da concludere, a Gloria Carovana.

Queste le motivazioni:

Premio all’interpretazione a Valentino Mannias, ventiquattro anni, sardo, diplomato alla Scuola Paolo Grassi di Milano nel 2013, per l’intelligente e creativo montaggio sul personaggio di Oreste dall’Orestea di Eschilo, che ha colpito la giuria, per l’approccio anticonvenzionale al ruolo anche grazie all’uso sapiente di essenziali ma efficaci segni teatrali nel solco di una tradizione innovativa in chiave contemporanea. Al contrario, senza ricorrere ad alcun trucco teatrale, ha saputo rendere assolutamente credibile il difficile ruolo della perfida e disincantata marchesa di Merteuil da Quartett di Heiner Müller, per poi concludere la sua prova con Non potho reposare, toccante canto della sua terra, tributo alla memoria della Prima Guerra Mondiale.

Premio all’interpretazione a Gabriele Paolocà, romano, ventinovenne, diplomato alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine nel 2011, per la riuscita attualizzazione in chiave grottesca, con retrogusto pop del personaggio del dott. Stockmann di Un nemico del popolo di Ibsen. Cambiando completamente registro, ha poi tratteggiato con ammirevole sensibilità la dolorosa ferita dellaperdita di ruolo e di illusioni di successo, che sconvolge l’esistenza del top manager licenziato di Top Dogs di Urs Widmer, a cui si collega idealmente la struggente interpretazione di Vedrai, vedrai di Luigi Tenco.

In occasione della 25a edizione del Premio Hystrio, si intitola “Premio Ugo Ronfani” il riconoscimento attribuito quest’anno a Gloria Carovana, ventenne romana, attualmente allieva dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico per sottolineare l’ottima partenza della sua vocazione attoriale. È stata infatti sicura e scanzonata in Decadenze di Steven Berkoff, centrata e consapevole Antigone nell’omonimo dramma di Anouilh, nonché dotata interprete della difficile Barbara Song dell’Opera da tre soldi di Kurt Weill/Bertolt Brecht.

Accanto ai vincitori, la giuria ha ritenuto opportuno segnalare, per le loro convincenti performance e per l’efficacia dei brani proposti: Roberta De Stefano, nata a Castrovillari, diplomata alla Scuola Civica Paolo Grassi di Milano, per i brani tratti da Alla greca di Berkoff, Appartamento all’opera, da lei stessa rielaborata da un testo di G. Donini, e la canzone Lullaby of birdland di Ella Fitzgerald. Gilberto Giuliani, nato a Milano, diplomato alla scuola del Piccolo Teatro, per i brani tratti da Il martedì al Monoprix di Darley, L’avaro di Molière, e la canzone di Lucio Dalla, Disperato erotico stomp.

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La cronaca dell'edizione

I migliori anni (zero in condotta) cronache della Vocazione,
25a edizione

di Fabrizio Sebastian Caleffi e Ilaria Angelone

 

Gli anni migliori della nostra vita son quelli ricordati: anche questa estate 2015 si appresta a diventare una delle estati migliori della nostra vita. Raccontiamola con la cronaca dei giorni della Vocazione, 25a edizione. Primo quarto di secolo festeggiato, tra l’altro, con l’istituzione di un nuovo riconoscimento destinato allo start up interpretativo più promettente, intitolato al fondatore Ugo Ronfani. Assegnato per la prima volta a Gloria Carovana, 20 anni. Via con la breve storia-souvenir.

Correva a Milano l’anno dell’Expo. Correvano quella domenica di giugno in corso Buenos Aires evocative auto d’epoca: la Topolino blu pavone, la Mg rossa, la Mini. E quella era la stagione dei migliori anni della vita teatrale milanese. Quando i cartelloni e le “prime” avevano la stessa rilevanza che ha ora, poniamo, il Salone del Mobile. E la mondanità di una season londinese ai tempi di Elisabetta ancor giovane regina, sovrana sì longeva che qualcuno è convinto sia la stessa Elisabetta che ha avuto a che ridire con Maria Stuarda. L’edizione numero 25, che stava per concludersi trionfalmente nella sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini, era cominciata nel solito modo, seppur in modo insolito, con le pre-selezioni.

 

Chi è di scena

Milano, Scuola Teatri Possibili: ascoltavamo gli iscritti che avevano scelto la sede milanese delle audizioni, questa volta indifferenziati rispetto alla formazione dichiarata, accademica o altra. Una quarantina, tra Milano e Roma, sarebbero stati ammessi ai tre giorni finali all’Elfo Puccini. Clima disteso, buona qualità media, tra cui spiccano un sardo d’azione che risponde al nome di Valentino Mannias e Roberta De Stefano, una enterteiner di origine cosentina dagli imponenti mezzi fisici e vocali. Poi ci trasferiamo nella Capitale.

A Roma, cinque giornate piene, ospiti degli amici del Teatro Tordinona, per i primi due giorni, e del Teatro Argot Studio per gli altri tre. A Roma, quest’anno, se ne sono iscritti di più. Quasi cento. Da Roma, dalla Sicilia, da Napoli, dalla Puglia, che abbiano o meno una scuola alle spalle, come a Milano, sono convinti, preparati, decisi, chi solo, chi in compagnia, chi in semplice tuta nera, chi si porta un guardaroba intero, chi addirittura un letto pieghevole. Sfilano Beckett, Shakespeare, Berkoff. Si fanno notare una giovanissima Gloria Carovana, cantando Barbara Song e un Gabriele Paolocà inquietante nemico del popolo armato di parole e fucile ad acqua. Faranno strada. La scelta è difficile e i giurati ragionano e discutono, valutano e soppesano, ma alla fine la rosa è pronta.

Milano, Teatro Elfo Puccini, Sala Bausch, venerdì 19 giugno: ecco i 42 selezionati. E la giuria, che si ritrova con rinnovata allegria. Candidati dall’emozione palpabile, prima mattinata un po’ di routine, pomeriggio in crescita; il secondo round del sabato è più eccitante e i magnifici 8 della finalissima vengono scelti non senza le inevitabili, talvolta bellicose divergenze di opinione e valutazione. Con qualche entrata da partita assai maschia, a gamba tesa, ai limiti del regolamento o da cartellino giallo.

 

Partecipare e vincere

Intanto, fra una giornata e l’altra delle audizioni, ci godiamo due preziosi regali: la mise en espace di Farfalle, vincitore del Premio Scritture di Scena, del giovane drammaturgo Emanuele Aldrovandi. Un testo crudele e intenso portato in scena con notevole perizia da Sabrina Sinatti, regista, e da Maria Pilar Perez Aspa e Matilde Facheris.

Il secondo dono ce lo porta Mario Perrotta, che fa, solo per noi e il nostro pubblico, il suo Milite ignoto – quindicidiciotto, settanta minuti di emozione pura dove, da solo in scena, ci conduce nel fango delle trincee, in mezzo all’insensato dolore di tutti gli italiani e delle loro mille lingue mescolate insieme di una patria ancora tutta da inventare.

Domenica è la giornata degli attori: challenge e classifica finale. Comincia Sebastiano Bottari, che non convince completamente, al contrario della ventenne Gloria Carovana che procede spedita verso il Premio Ronfani. Colpo di scena: Roberta De Stefano, colta da crampi psicologici e a disagio per una insidiosa marcatura a zona, si affloscia, s’accascia. Recupererà alla grande, durante la serata delle premiazioni, con la sua trascinante esibizione da segnalata, come Gilberto Giuliani, che si dimostra reattivo alle indicazioni provenienti dalla panchina… pardon dalla platea. La Giusy (alias Giusy Emanuela Iannone), come la chiameremmo qui al nord, è a un passo dalla qualificazione… dalla segnalazione insomma, ma incappa in qualche passo falso con la Cesira di Manlio Santanelli, versione in minore della Ciociara moraviana. Seguono Valentino Mannias e Gabriele Paolocà, che, con stile diverso, ma parimenti ammirevole determinazione, vanno caparbiamente in gol, legittimando la vittoria finale. Chiude Marco Rizzo, che quanto prima si aggiudicherà una maglia da titolare, affinando il suo talento.

Tutti saliranno sul palcoscenico della Sala Shakespeare, per essere applauditi insieme agli artisti “seniores”, Massimo Popolizio (Premio all’interpretazione), Mimmo Borrelli (Premio alla drammaturgia), Serena Sinigaglia (Premio alla regia), Ferdinando Bruni e Francesco Frongia (Premio Twister, assegnato dal pubblico al migliore spettacolo della stagione, per Il vizio dell’arte di Alan Bennett), Renato Cuocolo e Roberta Bosetti (Premio altre muse), Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti per Carrozzeria Orfeo (Premio Hystrio-Castel dei Mondi) e Ambra Senatore (Premio Hystrio-Teatro Piemonte Europa). Tutti a ricevere il loro meritato riconoscimento, con la benedizione di Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano, che ha salutato tutti in apertura di serata. E fra artisti giovani e già affermati, una nota a parte merita l’inedita collaborazione inaugurata quest’anno dal Premio Hystrio con il Premio Mariangela Melato, che l’omonima associazione assegna a due giovani attori di talento, già distintisi sulle scene. Edizione numero due, in cui Anna Melato, sorella dell’attrice scomparsa, premia Camilla Semino Favro e Fausto Cabra. Una collaborazione, questa, che ci rende particolarmente felici. Scorrano ora – con i titoli di coda e le considerazioni “dal palco” di Lady Cannella, che ha elegantemente condotto la serata finale delle premiazioni insieme a un Mario Perrotta sempre più in parte – le immagini di una festa che trova la sua ragion d’essere nel mettere, almeno per una notte, gli aspiranti attori e drammaturghi in piena luce della ribalta sotto i riflettori del teatro reale, così irreale, tanto surreale e comunque irrinunciabile. L’importante, ragazzi, è di non essere disciplinati, allineati, omologati: un bello zero in condotta vi conduce ai camerini della gioia. E, comunque vada: champagne! ★

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