Personaggi
Autopresentazione
L’INTOLLERABILE ESISTENZA DI UN REDIVIVO
Commediografa di personalissima scrittura, paradossalmente più rappresentata all’estero che in Italia come é accaduto e continua ad accadere a tanti autori di casa nostra, Eva Franchi ha spaziato nella sua lunga vicenda autorale in tutti i generi drammatici congedandosi dal gran teatro del mondo con una commedia che in qualche modo tutti li assomma. Quasi ideale testamento portato a termine dall’indefettabile Eva quando già il mortale nemico l’aveva aggredita, Qualcosa di rosso é una pièce che rifiuta steccati, irride a collocazioni precostituite, non tollera classificazioni di comodo.
Al centro della vicenda è la “resurrezione” di un disinibito cattedratico vissuto al confine tra libertà e licenza, compiaciuto di nulla aver concesso ai sentimenti, passando imperterrito da una mogkie all’altra senza trascurare altre affettuose amicizie. L’invenzione centrale dei due tempi cesellati con il gusto raffinato dell’alta oreficeria, nonsta tanto nell’inopinata riapparizione dell’ingombrante “morto che parla” quanto nella sua difficoltà di trovare consono spazio in un mondo che ormai non gli appartiene. Introdottosi a caso nel dimesso appartamento di uno sprovveduto imbianchino con bruttissima quanto intelligente moglie a carico, il cinico professor Edoardo Maria Bolkan deve via via confrontarsi con un rappresentante della legge che gli contesta il reato di simulazione di morte; cin l’illustre quanto preoccupatissimo clinico che ha rilasciato il certificato dell’avvenuto decesso; con la giovane terza moglie che già pregustava la riconquistata libertà; con un disincatato cardinale che giuduca ormai inattendibile qualsiasi miracolo. Consapevole che “sopravvivere a sé stessi é un’impresa feroce”, il redivivo invoca infine la morte “definitiva” per mano della guardia che gli é stat messa alle calcagna, con il risultato che a essere centrata da un proiettile mortale sarà la sventurata Geraldina, moglie dell’imbianchino. Il colpo di scena finale aggiusta i conti con la credibilità ma non cancella le inquietanti domande di fondo che affiorano dalle preoccupazione legalitarie del rappresentante dell’ordine, dagli elusi accertamenti clinici del luminare che aveva dagnosticato una tearpia incurabile allo stato terminale, dalle anticonformistiche considerazioni religioso-filosofiche dell’imprevedibile principe della Chiesa.
Eva Franchi ha così bravamente manovrato i fili del suo dissacrante teatro dei pupi da evitare accortamente le suggestioni pirandelliane e i richiami del grottesco per coraggiosamente percorrere la strada di un’autonoma capacità espressiva. Gastone Geron
Scheda autore
EVA FRANCHI è nata a Torino ed è scomparsa a Roma nel 2001. Docente di discipline teatrali, pubblicista, autrice di opere teatrali e radiofoniche, membro della commissione giudicatrice del Premio “F. Vallecorsi”, direttore artistico del Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro. Membro del Direttivo Snad (Sindacato Nazionale Autori Drammatici). Tutta la sua produzione radiofonica e buona parte di quella teatrale sono state messe in onda dalla Rai e da altre emittenti straniere. Citiamo La ragazza di Dachau, Il caso di Simone Mercier, Un amore qualunque, L’albero dalla corteccia bianca, Quando suonano campane d’oro, Ritratto di famiglia, La stagione del melograno, Il cucchiaio d’argento, Diciassettesimo giorno di luna e, fra gli sceneggiati, gli originali Caterina di Russia (regia di A. Trionfo) e Storia di una regina: Cristina di Svezia (regia di L. Romeo). Sceneggiati tratti da romanzi celebri: Figli e amanti da D.H. Lawrence (regia di M. Scaglione), Il vecchio della montagna di G. Deledda (regia di R. Jacobbi), Domani e poi domani di C. Bernari (regia di R. Jacobbi). Fra le opere teatrali ricordiamo La magnifica notte (Premio R. Ruggeri 1962), Cinque strade per l’inferno (segnalata al Premio “F. Vallecorsi”), Il fiore di pietra (finalista al Premio Opera Prima), In fondo alla strada (finalista al Premio “Anticoli Corrado” e al Premio “Ugo Betti”), tutte pubblicate sulla rivista Ridotto, La ragazza dai capelli di lana (Premio “F. Vallecorsi” 1983), Il sogno nascosto – da un’idea di Nando Gazzolo – pubblicata su Hystrio 2/92. Processo alla regina (Cristina di Svezia), prodotta da Teatro Proposta è stata rappresentata nel 1996 al Teatro del Palazzo Esposizioni di Roma nell’ambito della rassegna “Accadde a Roma” e pubblicata nel volume omonimo edito da Costa & Nolan. La prima volta di Clara (Premio Nazionale “Studio 12” 1997) è andata in scena al Teatro Tordinona di Roma prodotta da Studio 12 con Elisabetta De Palo e la regia di Claudio Frosi, 1998. Il giardino segreto (Costanza d’Aragona) è stato rappresentato dalla Compagnia Morgan di Carla Tatò con la regia di Carlo Quartucci nel 1998 e ’99. Il canto dell’allodola (Caterina Benincasa Da Siena) è stato pubblicato su Hystrio 1/2000. L’opera è stata messa in scena dalla compagnia Il giullare di Salerno diretta da Andrea Carraro nel giugno 2000 nel Duomo di Amalfi (nel 2002 ha vinto la rassegna nazionale “Giorgio Totola”, organizzata dal Comune di Verona e nel corso di quest’anno sarà rappresentata in varie città). La maggior parte della produzione teatrale di Eva Franchi è stata presentata in mise en espace dalla compagnia I rabdomanti di Milano. Opere rappresentate all’estero: Talking about Grieg (Si parlava di Grieg) al Nat Horne Theatre di New York, 1993. Germ of sin (Il sogno nascosto) e At the end of the road (In fondo alla strada) sono state presentate in mise en espace al Miranda Theatre di New York nell’ottobre ’94 e ’95. In fondo alla strada, traduzione in lingua turca di Muhittin Ylmaz con il titolo Yolun Sonunda, è stato rappresentato in Turchia nel teatro Oda Tiyatrosu, Yeni Sahne e Sinasi Sanesi di Ankara e al Karsiyaka di Smirne (stagione 1996/97). L’opera, nella traduzione in coreano di Shing Jong-Ok con il titolo Kil Kute So è stata messa in scena a Seoul nel Teatro di Stato Putchon Chang Woo dalla compagnia Uri con la regia di Lim Geong-Sik (1997) e sempre a Seoul, con una nuova compagnia, è andata in scena nel 2001 nel nuovo teatro Play +. Negli ultimi anni Eva Franchi ha dedicato particolare interesse a studi e traduzioni di testi teatrali quebecchesi rappresentati con successo a Roma e in altre città: Kraken di P. Quintal (prodotto dalla compagnia Il giullare di Salerno) e Fuga per un cavallo e un pianoforte di H. Dupuis (messo in scena dalla compagnia Città di Catania). Nel 1988 ha scritto il romanzo Colore di pioggia (Ed. La Todariana, Milano). È di prossima pubblicazione un volume di racconti uno dei quali, intitolato Venerdì Santo lo scorso ottobre ha vinto il Premio “Città di Empoli Domenico Rea”.