1997 - 3
luglio | settembre

Poliziano

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di Mario Verdone

Personaggi

Autopresentazione

SUL POLIZIANO DI EDGAR ALLAN POE
Nell’ epoca romantica abbondavano i drammi, soprattutto destinati al teatro lirico, che dimostravano l’attrazione che esercitava sui grandi scrittori e musicisti stranieri l’ammirato Paese dell’ arte, culla del Rinascimento. Così Hector Berlioz iniziava nel 1834 il suo Benvenuto Cellini, diventavano soggetti d’opera Palestrina, Manna Lisa, Diirer a Venezia, Una tragedia fiorentina, e poi anche Pergolesi e Verdi. E se Goethe invitava a conoscere “il paese dei limoni” nei Masnadieri di SchiIler spiccava la presenza del condottiero Piccolomini. Dal fascino del mondo classico italiano, e del paesaggio italiano, restarono incantati anche gli scrittori americani: fra questi Edgar Allan Poe, cui i poeti della letteratura classica erano familiari. Nacque così il Poliziano (835), ambientato nella Roma cinquecentesca (come Berlioz aveva trasportato a Roma le vicende fiorentine del Cellini. Ma la tragedia restò incompleta. Un romanziere popolare sconsigliò Poe di portare a termine il lavoro, che non gli avrebbe procurato il denaro di cui lo scrittore aveva urgente bisogno, e lo incoraggiò a dedicarsi completamente al “racconto”, per ricavarne benefici più immediati, anche perchè lo considerava e certamente non a torto – assolutamente adatto per quel genere. Così la tragedia di Poe restò incompiuta e inedita. Il quinto centenario della morte di Agnolo Ambrogini detto il Poliziano (1444-1494) m’ha fatto venire in mente che nella mia bibliotechina “senese”, non meno fornita e tenuta presente di quella “romanistica”, sul futurismo, sulle avanguardie artistiche, su cinema, teatro e altre forme di spettacolo, era il dramma romantico, inedito e incompiuto, di E.A. Poe, recuperato e presentato in poco nota edizione di H.P. Woestyn: Poliziano. Poe vi aveva fuso personaggi del Rinascimento, i palazzi gentilizi dell’Urbe, le rovine del Colosseo, in un suggestivo intreccio, però suggerito, in maniera assolutamente fantasiosa, da un dramma passionale realmente accaduto nel Kentucky nel 1825. In una contaminatio arbitraria dette perfino titoli nobiliari anglosassoni ai personaggi italiani. M’è sembrato che il dramma fosse rappresentabile, magari con una introduzione che consideravo indispensabile, ed a patto che sparissero le tracce anglosassoni (e qui gli arbitri potrebbero essere imputati al traduttore); e che soprattutto le scene finali dessero un senso e una conclusione alla tragedia. Pertanto mi sono permesso di dichiarare questo incompiuto Poliziano dramma di Edgar Allan Poe, «tradotto e completato da Mario Verdone».
Mario Verdone

Scheda autore

MARIO VERDONE, più conosciuto come saggista, è professore emerito di Storia e Critica del Film alla Università “La Sapienza” di Roma, è anche autore di racconti (Sapientaccio, La piazza magica), di poesia (Fuoco di miele e Il Profumo del terrazzo, Premio Sandro Penna 1994), e testi teatrale radiotrasmessi e rappresentati anche all’estero privilegiando l’atto unico e il libretto d’opera (Premio Rossini, Premio Cila). Pionere degli studi sul futurismo; Premio Fregene 1992 per Feste e spettacoli a Roma. Raccolte dei suoi testi teatrale: L’impresario delle Americhe e altre scene e atti unici, Correre per vivere, Esercizi teatrali. In stampa: Teatro breve. Suoi lavori sono tradotti in Francia, Spagna, Messico, Germania, Giappone, Egitto e in paesi dell’Est Europeo.È stato Visiting Professor alla New York University, alla Universidad Autonoma di Mexico C. a alla Famu di Praga. È nel comitato di redazione della rivista d’arte Terzo Occhio di Bologna.

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