Personaggi
Autopresentazione
Questa commedia nasce da un’idea di Nando Gazzolo: posso puntigliosamente affermare che il testo mi appartiene dalla prima all’ultima sillaba, ma devo onestamente ammettere che – senza Nando Gazzolo – non l’avrei mai scritto né immaginato.
Appartiene a lui l’inquietante tema centrale che, all’inizio, mi aveva raggelato e quasi respinta: l’incesto fa sempre paura. Gli appartiene il rifermento alla Mirra di Alfieri ed è sua la richiesta di un personaggio – Davide – con determinate caratteristiche psicologiche ed esistenziali: ho cercato di costruirglielo addosso quasi fisiologicamente in una costante, assillata memoria della sua voce e della sua persona. Come dire che si è trattato di un’autentica operazione drammaturgica: una gran bella esperienza che mi ha procurato tremori ed emozioni, ma che dovrebbe risultare normalissima inserendosi nel fatidico triangolo – autore, interprete, pubblico- che, sempre ed ovunque, scandisce l’evento teatrale.
Sempre e ovunque, ma non qui: in Italia no. A casa nostra la fatica del drammaturgo è dannata, ridotta alla farneticazione solitaria, spesso inutile: raggiunge palcoscenico e pubblico solo nell’ambito del coraggioso, ma riduttico “fai da te” o nel mitacolo di sempre sospette “grazie ricevute”. Le conseguenze sono patologiche: la qualità della scrittura stenta a crescere, il rigore professionale va a farsi benedire, la dialettica critica non funziona, il pubblico disorientato si allontana e la nostra drammaturgia somiglia sempre più al classico gatto che si azzanna la coda. Diventa molto difficile contraddire Luca Ronconi quando afferma, con cipiglio categorico, che in Italia non esiste una cultura teatrale.
E allora? Allora non sto a chiedermi se questo copione troverà la sua terza componente, indispensabile per diventare “spettacolo”: non voglio neppure saperlo. Un singolo caso non fa testo e, di per sé, non è rilevante. Considero una fortuna aver potuto lavorare in un certo modo, all’ombra di un attore prestigioso e di grande umanità: la pubblicazione mi consola tantissimo. Avanzare pretese o porre troppo domande significherebbe sprofondare in una voragine di scatole cinesi…Mai sentita la filastrocca del re testone e matto? “C’era una volta un re seduto sul sofà che disse alla sua serva raccontami una storia e la serva incominciò: c’era una volta un re seduto sul sofà che disse alla sua serva raccontami una storia…” eccetera eccetera. E’ sempre la stessa storia, appunto: una storia noiosa. Anche un po’ patetica.
Eva Franchi
Scheda autore
EVA FRANCHI è nata a Torino e vive a Santa Marinella (Roma). È docente di discipline teatrali, pubblicista, autrice di opere teatrali e radiofoniche, membro della Commissione Giudicatrice del Premio “F. Vallecorsi”, direttore artistico del Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro. La sua produzione radiofonica, messa in onda dalla Rai e da altre emittenti straniere, comprende numerosi radiodrammi tra cui La ragazza di Dachau, Il caso di Simone Mercier, Un amore qualunque, L’albero dalla corteccia bianca, Quando suonano campane d’oro, Ritratto di famiglia, La stagione del melograno, Il cucchiaio d’argento e, fra gli sceneggiati, Caterina di Russia (regia di A. Trionfo) e Storia di una regina: Cristina di Svezia (regia di L. Romeo). Fra le opere teatrali si ricordano: La magnifica notte (Premio “R. Ruggeri” 1962), Passando il fiume colgo un fiore d’ibisco, Cinque strade per l’inferno, Il fiore di pietra, In fondo alla strada, La ragazza dai capelli di lana (Premio “F. Vallecorsi” 1983), Il sogno nascosto (pubblicata su Hystrio 2/92) e Processo alla regina (Cristina di Svezia) rappresentata nel 1996 al Palazzo delle Esposizioni di Roma nell’ambito della rassegna “Accadde a Roma” e pubblicata nel volume omonimo edito da Costa & Nolan. Tra le opere rappresentate all’estero: Talking about Grieg (Si parlava di Grieg), andata in scena a New York, al Nat Horne Theatre, nel 1993; Germ of sin (Il sogno nascosto) e At the end of the road (In fondo alla strada) rappresentate al Miranda Theatre di New York nel 1994-95, e la seconda anche ad Ankara e Smirne, in Turchia, nel 1996-97 e a Seoul, in Corea, nel maggio-giugno 1997. Negli ultimi anni Eva Franchi ha dedicato particolare interesse a studi e traduzioni di testi teatrali quebecchesi rappresentati a Roma e in altre città: Kraken di P. Quintal e Fuga per un cavallo e un pianoforte di H. Dupuis. Nel 1988 ha scritto il romanzo Colore di pioggia (Ed. La Todariana, Milano).