Sommario: Numero 4 di ottobre-dicembre 2019
Vetrina
Musical e teatri d’opera,
la lunga strada verso il West End | pag. 2
Una delle grandi novità delle ultime stagioni italiane è l’arrivo dei musical, con un successo tale da risvegliare anche l’interesse degli enti lirici. A Ravenna, Trieste, Torino e Bologna ci raccontano come funziona, tra hit internazionali e produzioni autoctone.
di Sandro Avanzo
La nuova cultural community under 30:
prove tecniche di democrazia | pag. 4
Non solamente una categoria, quella degli under 30 rappresenta un’intera comunità chiamata a confrontarsi, responsabilmente, con le nuove pratiche dell’arte partecipativa, organizzando festival, sostenendo giovani compagnie emergenti e lavorando sul territorio.
di Lucia Medri
Editoria e teatro, gioie e dolori
di un binomio d’amore | pag. 6
In un Paese, l’Italia, in cui si legge poco, l’editoria teatrale occupa una nicchia, a metà tra iniziativa culturale e attività economica. Una panoramica fra i protagonisti del settore, i loro progetti diversi e coraggiosi e lo scarso appoggio delle istituzioni.
di Laura Bevione
Dodici anni di Nerval Teatro,
l’arte come medicina sociale | pag. 8
Continuità e ricerca artistica: questo lo spirito del Laboratorio Permanente di Nerval Teatro, dove l’arte è in grado di farsi azione politica di inclusione. Un libro di Gerardo Guccini e Marco Menini ne ripercorre ora l’esperienza, restituendone lo spessore umano e teorico.
di Diego Vincenti
Teatromondo
A Edimburgo il teatro
ha il respiro della Terra | pag. 10
Il grido d’aiuto del pianeta arriva anche sulle scene della capitale scozzese e dei suoi festival, da sempre lesti a cogliere le istanze di rinnovamento non solo nei linguaggi teatrali ma anche dei temi: emergenza climatica e rivolgimenti sociali in primis.
di Maggie Rose
VIENNA. Una terrificante cavalcata
nell’inferno della Prima Guerra Mondiale | pag. 12
di Irina Wolf
Berlino, a Tanz im August
la danza è questione di meticciato | pag. 14
Un abile mix di proposte mainstream e novità assolute, artisti da tutto il mondo, generi diversi: questo il segreto del successo del festival organizzato da Hebbel am Ufer e giunto all’edizione numero trentuno.
di Elena Basteri
Tbilisi, il mondo fantastico di Rezo
a misura di marionetta | pag. 16
Nella capitale georgiana c’è un teatro minuscolo, sotto una torre sghemba: è il regno di Rezo Gabriadze, regista, scenografo, inventore di sogni, autore di un teatro di figura meraviglioso, spettacoli di autentica poesia che affermano il potere della fantasia.
di Fausto Malcovati
MOSCA
Dal Gabbiano alla Famiglia Addams,
tutti pazzi per il Fomenko | pag. 17
di Fausto Malcovati
Plovdiv, l’“altra“ capitale culturale
ovvero l’Europa ai confini dell’Europa | pag. 18
A trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, l’esperienza dell’Odyssée Karavana celebra la prima Capitale Europea della Cultura assegnata alla Bulgaria nel 2019. E la città si proietta verso il futuro divenendo cantiere di trasformazione urbana e sociale.
di Vittoria Lombardi
Salisburgo, se il presente è fosco
le commedie si tingono di nero | pag. 20
Liliom di Ferenc Molnár e Gli indignati di Theresia Walser offrono due visioni diverse della società d’oggi, presa tra egosimi nazional-populisti e derive violente. E se nel primo prevale la sovrastruttura scenica, nel secondo la farsa si colora decisamente di humour nero.
di Irina Wolf
L’aria atlantica di Almada
che rinfresca gli occhi e i polmoni | pag. 21
Il maggior evento teatrale portoghese, il Festival Internazionale di Almada, rende omaggio all’Italia con Macbettu e Se questo è un uomo di Primo Levi. E schiera titoli mai banali, grandi firme della regia accanto a gruppi indipendenti.
di Roberto Canziani
Exit
Da Andrea Camilleri a Mattia Torre
antidivi e divine escono di scena | pag. 22
Una lunga lista di addii ha raggelato la nostra estate, costringendoci a salutare molti personaggi che hanno segnato, in modo assai diverso, parte della storia dello spettacolo del Novecento e dei primi anni del nuovo secolo.
di Giuseppe Liotta, Fabrizio Sebastian Caleffi e Arianna Lomolino
HUMOUR
G(L)OSSIP | pag. 26
Il teatro è radical chic
e fa l’effetto di uno shock!
di Fabrizio Sebastian Caleffi
Dossier
1989-2019: oltre i muri? | pag. 27
a cura di Laura Caretti e Roberto Rizzente
Jack Lang: l’Europa prima di tutto | pag. 28
Con immutata coerenza e passione, Jack Lang parla del suo impegno nella costruzione, insieme a Giorgio Strehler, di una rete dei Teatri d’Europa che non intendeva solo superare la divisione tra Est e Ovest, ma partecipare attivamente alla realizzazione di un’idea di Unione, oltre i muri, che ancora oggi è necessario difendere.
di Giuseppe Montemagno e Jack Lang
Berlino sexy e non più povera,
l’ultimo decennio teatrale della città | pag. 30
Gentrificazione della città, restyling urbano, assorbimento delle identità dei teatri a favore di cartelloni omnicomprensivi e facilmente esportabili, rivoluzioni controllate e indotte dall’alto: scompaiono a Berlino, in nome del business, le differenze tra Est e Ovest. Ma senza rinunciare ai talenti.
di Davide Carnevali
Il (ri)costruttore Jens Hillje
nella Berlino post-Mauerfall | pag. 32
Trasformazione degli spazi, incontri con la città, drammaturgie internazionali e un ensemble misto Est-Ovest: nella Berlino degli anni Novanta, prostrata dal neoliberalismo e dalla stagnazione culturale, il modello di Hillje e Ostermeier rinnova le istituzioni, salvandole dal collasso.
di Davide Carnevali e Jens Hillje
Come eravamo…
Intervista con l’attrice e regista Johanna Schall | pag. 33
di Laura Caretti
C’era una volta l’Unione Sovietica:
i difficili anni dopo la dissoluzione | pag. 34
Stretta nella morsa della crisi economica, la Russia trova nel teatro un’occasione di riscatto e di riflessione critica. Con il ritorno dei grandi maestri prima, l’emersione di nuovi talenti e l’affermazione della nuova drammaturgia poi. A dispetto delle censure e dell’autoritarismo di Putin.
di Fausto Malcovati
L’Urss secondo Dodin:
l’arte e i rivolgimenti della Storia | pag. 36
Parlando della propria esperienza nella vecchia e nuova Russia, ma spaziando con lo sguardo sull’Europa sconvolta da cambiamenti epocali, Lev Dodin afferma la possibilità dell’artista di tracciare in libertà il proprio percorso creativo, anticipando gli eventi, senza subirne gli influssi.
di Fausto Malcovati e Lev Dodin
Koršunovas: andata e ritorno
dalla Lituania all’Occidente | pag. 38
Partendo dalla partecipazione al Festival di Edimburgo, nel 1990, il regista Oskaras Koršunovas rivede, con gli occhi di oggi, i trent’anni della sua carriera artistica, ripercorrendola all’interno della trama di rapporti che hanno interconnesso Est e Ovest.
di Laura Caretti e Oskaras Koršunovas
Sīlis: in Lettonia
una catena umana per dire basta | pag. 40
Balzato agli onori della cronaca italiana con Legionari nel 2011 e la successiva collaborazione con Teatro Sotterraneo in War Now!, Valters Sīlis è il più noto rappresentante della generazione di autori e registi emersa dopo Hermanis.
di Roberto Rizzente e Valters Sīlis
Belarus vs Bielorussia:
la dittatura che non ti aspetti | pag. 41
Costretto in Bielorussia a lavorare in clandestinità, tra arresti e minacce, il Belarus Free Theatre, fondato a Minsk nel 2005 da Nicolai Khalezin e Natalia Koliada, è la voce principale del dissenso contro il regime di Lukashenko.
di Roberto Rizzente e Nicolai Khalezin
Polonia, un teatro in lotta
contro muri visibili e invisibili | pag. 42
Eccezionalmente libero durante il regime comunista, il teatro polacco vive, dopo il caos seguito alla caduta del Muro, una fortunata stagione di radicale rinnovamento della regia e del repertorio drammaturgico, che oggi la politica reazionaria dei partiti conservatori cerca di contrastare.
di Dariusz Kosiński
Balcani, in principio era la Jugoslavia,
il teatro in un Paese che non c’è più | pag. 45
Nel tempo tragico dei Balcani “bruciati” dalla guerra, il teatro riflette le pulsioni violente di una realtà disgregata, ma dà corpo anche alle voci che le contrastano, mettendo in scena le trasformazioni del presente, raccontando storie di sperdimento e di esilio con una forza drammatica che travalica i nuovi muri.
di Franco Ungaro
Frljić, la crisi dell’Europa? Una giustizia poetica | pag. 47
di Roberto Rizzente
Ceauşescu e oltre: 30 anni di libertà teatrale | pag. 48
Costretta dalla dittatura a una vita irregolare, l’arte drammatica romena conosce, dopo la caduta di Ceauşescu nel 1989, una rinnovata libertà creativa e un nuovo sviluppo, grazie soprattutto al contributo delle minoranze linguistiche e della scena indipendente.
di Irina Wolf
Cărbunariu e Nelega,
la Romania che guarda a Occidente | pag. 49
di Irina Wolf
L’Ungheria secondo Schilling,
il cambiamento impossibile | pag. 50
Come può accadere che un artista venga dichiarato «un pericolo per la sicurezza nazionale» e decida di andarsene dal proprio Paese? Lo racconta il regista Árpád Schilling, e le sue parole sono un drammatico atto di accusa nei confronti della società e del teatro ungheresi.
di Andrea Tompa e Árpád Schilling
Cecoslovacchia, anni Novanta:
quattro morti e una nascita | pag. 52
Con il crollo del regime, il teatro cecoslovacco conobbe un’irripetibile stagione di libertà ed euforia creativa. Presto ridimensionata dalla concorrenza della televisione, dalla crisi del linguaggio e dello Stato, e solo appena compensata dalla nascita di premi, di fondi, e dei teatri indipendenti.
di Viliam Klimáček
Gergana Dimitrova: in Bulgaria,
nelle scuole, si videro gli abiti colorati | pag. 53
di Roberto Rizzente
Good Bye Lenin: i festival
come motore del cambiamento | pag. 54
Amministratori illuminati, direttori artistici visionari e coraggiosi: una congiuntura irripetibile ha consentito ai Festival di Edimburgo, Avignone, Cividale del Friuli, Belgrado, Bucarest e Vilnius di anticipare le mosse della politica, promuovendo la libera circolazione delle idee e degli artisti e contribuendo alla fondazione di un’identità europea.
di Roberto Canziani, Gherardo Vitali Rosati, Maggie Rose, Franco Ungaro, Irina Wolf e Laura Caretti
La caduta del Muro nella stagione 2019-20 | pag. 56
di Laura Bevione
La vocazione internazionale dell’École des Maîtres | pag. 57
di Roberto Canziani
Missione compiuta: le reti
per proteggere il dialogo interculturale | pag. 58
Sostenuti dalla Ue o dalla libera interazione di teatri e festival, i progetti transnazionali hanno avuto un ruolo insostituibile nella definizione di un’identità europea, sdoganando l’Est prima, e promovendo la mobilità degli artisti, la formazione dei giovani e il sostegno della drammaturgia contemporanea poi.
di Laura Bevione e Roberto Canziani
Il Premio Europa per il Teatro:
applausi non solo ai grandi maestri | pag. 59
Da Taormina a Breslavia, da San Pietroburgo a Salonicco, il Premio Europa, nato nel 1987, ha il merito di avere dato un riconoscimento ai grandi maestri della scena internazionale, ma più ancora di avere istituito un premio speciale per gli artisti delle nuove realtà teatrali, iniziando subito dopo la caduta del Muro con il russo Vasil’ev.
di Ira Rubini
Nati Ieri
Il Premio Scenario si fa festival
e trova casa a Bologna | pag. 60
Alla Manifattura delle Arti una settimana di spettacoli e la finale del Premio, giunto alla 18a edizione. Vincono Una vera tragedia di Favaro/Bandini e Il colloquio di collettivo lunAzione, segnalati Bob Raphsody di Carolina Cametti e Mezzo chilo di Serena Guardone.
di Claudia Cannella
Critiche
Biennale Teatro, drammaturgie plurali
per il teatro del XXI secolo | pag. 64
Da Oliver Frlijć a Miet Warlop, dai Leoni Jetse Batelaan e Jens Hillje agli italiani Alessandro Serra e Lucia Calamaro, il festival veneziano, terza edizione firmata da Antonio Latella, mette in scena le molteplici declinazioni della drammaturgia. Senza dimenticare i giovani registi premiati alla Biennale College 2018.
di Nicola Arrigoni, Laura Bevione, Claudia Cannella, Sara Chiappori, Arianna Lomolino, Michele Pascarella.
Ipernatural, a Dro il teatro
riscrive la propria natura | pag. 70
Drodesera è da sempre luogo della massima biodiversità scenica. Ad allargare quest’anno i confini del performativo ci pensano, fra gli altri, Morbio/Giacconi, Le Gac e Chambry, Michele Rizzo, Jaha Koo e Michikazu Matsune.
di Laura Bevione, Renata Savo e Diego Vincenti
A Santarcangelo si sperimenta
un teatro a misura d’uomo | pag. 75
Fedele alla propria vocazione, il festival romagnolo propone quest’anno un approccio slow al presente, privilegiando artisti e spettacoli capaci di uno sguardo “gentile” sul mondo: Gribaudi, Calderoni, Norman, Grilli, Núcleo Corpo Rastreado, Sickle, Verhoeven, Katsof e Yahalomi.
di Diego Vincenti, Roberto Rizzente e Laura Bevione
Inequilibrio, quando un festival
invita a immaginare | pag. 80
Da Scabia ai Babilonia Teatri, da Palazzeschi a De Summa, Scarlini/Questa ed Elena De Carolis, e dalle coreografie di Michele Di Stefano alle tragicomiche vicende narrate dal duo Sarteanesi/Bosi, le molte visioni che attraversano il presente a Castello Pasquini.
di Marco Menini e Diego Vincenti
L’altra metà del cielo
sul palcoscenico di Spoleto | pag. 83
Emma Dante, Lucinda Childs, Andrée Ruth Shammah: tre regie, per tre storie di donne alla ricerca di se stesse, attraversano il programma del Festival dei 2Mondi.
di Giuseppe Liotta
Ntfi, molti palcoscenici
nel cuore di Napoli e dintorni | pag. 86
37 giorni di programmazione, 40 luoghi tra il capoluogo partenopeo e le altre città campane, oltre 150 appuntamenti di teatro, danza, letteratura e altri eventi performativi: la nostra panoramica nella programmazione della seconda parte del festival.
di Stefania Maraucci, Giusi Zippo e Alessandro Toppi
Danza
Da Bolzano a Palermo
corpi in movimento | pag. 92
Un viaggio tra le proposte di danza dell’estate, ci porta a Bassano del Grappa per B.Motion, in Trentino, per Bolzano Danza e Oriente Occidente, in Piemonte, con Vignale Monferrato Danza e a Palermo. Con un’incursione lirica al Festival della Valle d’Itria.
di Carmelo A. Zapparrata, Laura Bevione, Roberto Canziani, Renata Savo
Lirica
Commedia e tragedia convivono
sul palcoscenico di Martina Franca
di Mario Bianchi
Testo
HOSPES, -ĬTIS | pag. 96
di Fabio Pisano
Premio Hystrio-Scritture di Scena 2019
Biblioteca | pag. 114
A cura di Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo
La società teatrale | pag. 118
A cura di Roberto Rizzente
Mistero buffo: mezzo secolo e non sentirlo | pag. 118
di Simone Soriani