Sommario: Numero 1 di gennaio-marzo 2015
Vetrina
Le mappe geografiche e teatrali dei Rimini Protokoll | pag. 2
Non ci sono attori, né copioni nelle performance del collettivo tedesco, ma cittadini “esperti”
e protocolli. Il risultato sono spettacoli dove la drammaturgia si fonde con la sociologia,
l’economia politica, l’antropologia.
L’arte di Spencer Tunick: performance per macchina fotografica | pag. 4
C’è un’idea di teatro e di regia dietro alle immagini del fotografo newyorkese famoso
per i nudi di massa. Dove i corpi sono creta da modellare, pixel con cui comporre immagini,
soggetti da mettere in relazione con lo spazio.
Questa sera si va a teatro a casa mia | pag. 6
Una scena dentro le mura domestiche. E così dai 16 mq della soffitta dei Marcido alle case-museo
milanesi, c’è chi cucina (Ariette, Cuochivolanti), chi racconta (Cuocolo-Bosetti) e perfino chi riordina
la casa (15febbraio). Alla ricerca di nuovo pubblico.
Ecole des Maîtres: così si plasma l’attore europeo | pag 10
Da quasi 25 anni il master di alta specializzazione ideato da Franco Quadri,
e sviluppato a Udine, continua a puntare verso una formazione internazionale,
che anticipi le dinamiche della politica e della cultura.
ECOLE DES MAîTRES/2
JG matricule 192102: gli abbracci spezzati di ricci/forte | pag. 11
È il mestiere che invecchia o è il teatro che tradisce l’attore? | pag. 12
Danio Manfredini, Claudio Morganti ed Elisabetta Pozzi sono in scena con tre spettacoli
che parlano del fare l’attore. Tre riflessioni, tre prese di (auto)coscienza dove l’interprete
e il personaggio sembrano inevitabilmente sovrapporsi.
Exit
Lucilla Morlacchi, una diva rigorosa e discreta | pag. 13
Gli studi presso l’Accademia dei Filodrammatici di Milano, gli incontri con Testori, Visconti,
Castri, Ronconi, i numerosi riconoscimenti ricevuti dicono del talento e dell’impegno
di una grande signora del palcoscenico.
Premio Hystrio
I Bandi 2015 | pag. 14
Teatromondo
Ai confini del rappresentabile per ricostruire il mondo | pag. 16
Al Festival d’Automne di Parigi, tre ritratti d’artista – Romeo Castellucci, William Forsythe
e Luigi Nono – una finestra sul mondo internazionale, e le novità della drammaturgia
contemporanea francese, con l’ultima creazione di Pascal Rambert.
Ibsen a spasso nella City | pag. 19
Pulsioni anarchiche alla Occupy per Thomas Ostermeier, un Peer Gynt rock star
secondo Irina Brook e un’Anatra selvatica sotto la campana di vetro per l’australiano
Simon Stone: ecco come, a Londra, Henrik strega il pubblico del Barbican Theatre.
La svolta europeista del Burgtheater di Vienna | pag. 20
Chiusasi con il licenziamento l’era di Matthias Hartmann, il Teatro Nazionale Austriaco si ridesta
per il mondo di domani. Tolstoj, Karl Kraus e il Re Lear di Stein nella prima stagione della nuova
direttrice Karin Bergmann.
di Irina Wolf
Una scena a tutta birra | pag. 22
Da più di due decenni, il Festival Internazionale di Teatro di Pilsen apre uno squarcio sul teatro
della Repubblica Ceca, invitando anche molte produzioni straniere. Fra gli ospiti di quest’anno
anche Bob Wilson.
di Pino Tierno
LONDRA/2
Nulla di nuovo tra i ciliegi dello Young Vic | pag. 23
Le vie della libertà passano per Cluj | pag. 24
Nella città romena, gli Incontri Internazionali di Teatro mettono a confronto attori locali con artisti
provenienti da altre esperienze e tradizioni. Fra gli ospiti di quest’anno, l’artista circense americano
Eli Simon, l’ungherese Peter Uray, lo scrittore Matei Vişniec e il regista italiano Roberto Bacci.
Nel labirinto newyorkese dell’Off Broadway | pag. 26
È la sede dei teatri più vitali, dove la proposta è più varia e differenziata. Una passeggiata,
nel primo scorcio di stagione, a scoprire l’ultimo Sam Shepard e altri drammaturghi
più o meno affermati quali Barry Germansky, Joe Assadourian e Mac Rogers.
di Giorgia Asti
EXIT/2
Pensa, dammatrà: l’è mej pensà addio a Carlo Maria, decano della critica | pag. 27
Dossier
1925-2015. Buon compleanno, Mr Brook! | pag. 29
a cura di Giuseppe Liotta e Giuseppe Montemagno
Il lungo corso del ruscello alla scoperta del mondo | pag. 30
Scrittore, drammaturgo e traduttore, Jean-Claude Carrière ha seguito tutta la carriera di Peter Brook sin dagli anni della scoperta dei Bouffes du Nord, quando le storie e le leggende del mondo vengono rappresentate in un teatro alla periferia di Parigi. Il lavoro imponente per il Mahābhārata e l’ininterrotto confronto con Shakespeare tra i momenti salienti di una collaborazione d’eccezione.
conversazione con Jean-Claude Carrière a cura di Giuseppe Montemagno
Peter Brook dalla A alla Z, piccolo zibaldone di pensieri teatrali | pag. 34
a cura di Roberta Arcelloni
La grande lezione del suo teatro un arcobaleno di libertà | pag. 38
Sviluppatasi nella Francia degli anni ’70, dove si fronteggiavano “certezze” ideologiche che non le appartengono, la ricerca di Peter Brook instaura un nuovo rapporto tanto con il pubblico, quanto con il mondo circostante: per un “teatro immediato”, sacro e istintivo, semplice e complesso, ambiguo e plurale.
di Georges Banu
L’attore nello spazio vuoto | pag. 40
«Il dono specifico dell’attore – dice Brook – sta in un particolare legame tra pura immaginazione e corpo». Fra sperimentazione e tradizione, una «rivoluzione permanente» alla scoperta del mondo interiore.
Da Stratford a Parigi in viaggio con Shakespeare | pag. 42
Dai primissimi lavori, appena ventenne, su Shakespeare all’incontro con i grandi attori inglesi
del suo tempo, e poi la scoperta dei Bouffes du Nord, a Parigi, e l’inizio di un’avventura teatrale
irresistibile sempre sotto il segno del Bardo.
La sua Africa, in giro per il mondo | pag. 45
Da Persepoli fino a Nigeria e Mali, Brook ha attraversato territori sconosciuti per inseguire
un’idea di teatro necessario, da inventare e costruire in modo nuovo, partendo da “altre” radici.
Le radici lontane del teatro russo, là dove fioriscono i ciliegi | pag. 46
Non solo Dostoevskij e Cechov, ma anche il Puškin messo in musica da Musorgskij e Čajkovskij punteggiano
il rapporto di Brook con il teatro russo, forgiato nel solco della lezione di Stanislavskij: una risoluta corsa verso l’abisso, uno sguardo leggero e pensoso verso l’ignota realtà del domani.
Cict, sul tappeto della fantasia il racconto si fa materia | pag. 48
Sono trascorsi quarant’anni da quando Brook scopre una sala abbandonata a nord di Parigi, il Théâtre des Bouffes du Nord. Tra le «ferite insanate» di quell’architettura teatrale vedono la luce i capolavori del regista, sotto l’egida del Centre International de Créations Théâtrales (Cict).
di Gianni Poli
Nei meandri della psiche per capire l’uomo di oggi | pag. 49
Elaborata nel corso di un ventennio, Brook ha scritto e diretto una trilogia dedicata alla memoria e agli insondabili misteri della mente umana. In L’Homme Qui, Je suis un phénomène e The Valley of Astonishment il disagio mentale diventa termometro per leggere e interpretare il mondo contemporaneo.
La storia (in)cantata di una passione contrastata | pag. 50
Dura più di sessant’anni il dialogo tra Peter Brook e il mondo del melodramma, alla ricerca di nuove soluzioni interpretative. Dalle prime, contestate esperienze londinesi alla strategia degli adattamenti, l’opera si presta alla fruizione di un più vasto pubblico, per il quale vengono declinati alcuni capolavori dell’opera francese e della stagione mozartiana.
Fra cinema e teatro dentro i fili del tempo | pag. 52
Documentario e ricerca antropologica, cinema-vérité e ispirazioni multietniche si fondono nel complesso percorso cinematografico di Brook, spesso scaturito dalla ricerca teatrale e sviluppato intorno al suo capolavoro, Mahābhārata, la «grande storia dell’umanità » che non conosce confini.
Brook sulle scene italiane un amore (in)condizionato | pag. 54
Dal Sogno di una notte di mezza estate a The Valley of Astonishment, passando per il mitico Mahābhārata,
molta luce e qualche ombra hanno generato i suoi spettacoli ospiti nei nostri teatri, ma comunque sale sempre piene di spettatori entusiasti che lo seguono e lo venerano come una star.
Le Mahābhārata a Prato, lo spettacolo del secolo | pag. 55
È al Funaro di Pistoia la casa italiana di Peter Brook | pag. 56
di C.C.
Metti una sera a Vence… | pag. 57
Incontri molto ravvicinati fra uno studioso e il regista ricordando una cinquantennale amicizia
a parlare di teatro per capirne il senso e il suo fine.
Teatro di Figura
Marionette e burattini alle porte della Siberia | pag. 58
Fra tradizione e ricerca, in Russia il teatro d’animazione ha, nel Festival Petrushka The Great di Ekaterinburg, uno degli appuntamenti clou per confrontarsi con i nuovi linguaggi provenienti dall’Europa.
Teatro ragazzi
Bambine streghe e altre diversità al Premio Scenario Infanzia | pag. 60
Davvero inconsueti e innovativi i tre progetti emergenti dalla rassegna conclusasi a Parma:
protagonisti in Greta la matta, Fa’afafine e La stanza dei giochi sono la diversità,
l’identità sessuale e il rapporto bambini-adulti.
TEATRO RAGAZZI/2
Quando per pescare c’erano le bombe: la Calabria ai tempi del Duce | pag. 61
Critiche | pag. 62
Tutte le recensioni di prosa, lirica e danza della prima parte della stagione
Provocazioni e dubbi esistenziali sulle scene di Vie Festival | pag. 76
Generano inquietudine gli spettacoli del Festival organizzato dall’Ert, che vede, fra gli ospiti 2014,
i Belarus Free Theatre, Angélica Liddell, Jeton Neziraj e gli italiani Babilonia Teatri, Teatro delle Albe,
Nanni Garella, Andrea Adriatico e Teatrino Giullare.
Intercity: linea diretta dall’umanità senza diritti | pag. 81
Il mondo senza confini di Romaeuropa Festival | pag. 86
52 appuntamenti, 118 recite con artisti provenienti da 19 paesi: nonostante i tagli ai finanziamenti
e la perdita degli spazi (Palladium, Eliseo), il festival capitolino sembra non volersi arrendere alla crisi.
Liddell, Barberio Corsetti, ricci/forte, Masilo, Sieni, i Motus e Baracco fra gli ospiti di questa 29a edizione.
Lirica
Da Don Giovanni ai profughi albanesi l’opera “nostra contemporanea” | pag. 83
Danza
A passo di danza lungo la penisola dove Torino è la vera capitale | pag. 84
Testi
Ti mando un bacio nell’aria | pag. 97
Biblioteca | pag. 106
a cura di Albarosa Camaldo
La società teatrale | pag. 110
a cura di Roberto Rizzente