Sommario: Numero 2 di aprile-giugno 2018
Speciale Fabulamundi
Fabulamundi Playwriting Europe
il confine come laboratorio di idee | pag. 2
Beyond Borders?, nuovo progetto triennale di Pav premiato da Europa Creativa, conta su 10 Paesi partner e 8 gemellati. L’obiettivo è creare un network di promozione e diffusione della drammaturgia, andando a indagare il concetto di confine, geografico o culturale, nell’Europa di oggi alle prese con minacciosi nazionalismi ed emergenza migratoria.
di Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione
Austria, abbattere le barriere
molti rischi e pochi benefici | pag. 4
L’Europa, divisa tra aiuto e respingimento dei migranti, integrazione fallita, sfruttamento
lavorativo, colonialismo e futuro distopico, pare essere ben lontana dall’idea
di attraversare i confini come superamento delle differenze culturali.
di Margarete Affenzeller
Il lessico disperso
della drammaturgia francese | pag. 6
Famiglia, solitudine da social, burnout, identità, periferie, violenza, esilio,
migrazioni: è un caleidoscopio dai molteplici spunti quello declinato
dalla Francia sul tema Beyond Borders?
di Attilio Scarpellini
Germania: attraversare i confini
con umorismo e leggerezza | pag. 8
Partendo dai margini della società, i dieci drammaturghi tedeschi raccontano di rifugiati
e di migranti, ma anche e soprattutto di frontiere dell’anima e del corpo come la morte,
la malattia, la follia o il raggiungimento della felicità, fino a sconfinare in “mondi paralleli”.
di Rolf Kemnitzer
Made in Italy: uno sguardo ampio
su orizzonti individuali e politici | pag. 10
Nei testi dei dieci autori italiani selezionati da Fabulamundi, terrorismo, migranti
e scontro fra diverse culture si intrecciano a tematiche su confini metaforici legati
a microcosmi familiari, allo sport e all’identità di genere.
di Diego Vincenti
Polonia, dove ognuno è confine
tra realtà e immaginazione | pag. 12
L’individuo, creatore e vittima di barriere reali o immaginarie, è al centro
dei testi polacchi selezionati, che affrontano temi storici ed economici,
politici e sociali, con una particolare attenzione alle problematiche famigliari.
di Agnieszka Górnicka
Post 1989, le nuove frontiere
della drammaturgia ceca | pag. 14
La fine del regime totalitario ha attivato grandi cambiamenti nella scrittura per la scena.
Oggi prevalgono temi legati a conflitti generazionali, ricerca d’identità, realtà virtuale
e individualismo spesso patologico, mentre il teatro politico si tinge di grottesco.
di Jana Soprova
Romania, i confini violati
dei diritti civili e politici | pag. 16
In un Paese dominato da intimidazioni e vessazioni da parte del potere costituito,
emerge una drammaturgia tesa a indagare e denunciare le paure e i soprusi –
personali, sociali, emotivi, religiosi, morali e politici – subiti dai cittadini.
di Irina Wolf
Spagna e frontiere linguistiche
il volto umano del protezionismo | pag. 18
Le politiche culturali di sostegno alla lingua catalana hanno permesso, negli anni Novanta,
la proliferazione di nuovi autori. L’importanza dei centri teatrali, in primis la Sala Beckett
di Barcellona, e l’eterogeneità delle tendenze di stile e di contenuto.
di Davide Carnevali
Vetrina
Zut, il “centro del mondo”
dove transita il contemporaneo | pag. 20
Nella Foligno post-sismica, la città risorge anche grazie a Zut, spazio gestito
da un quartetto di artisti che ha fatto del legame con il territorio il punto
di forza di una programmazione tutta orientata al nuovo.
di Marco Menini
Teatro Libero di Palermo,
mezzo secolo di audacia | pag. 21
Nel cuore del capoluogo siciliano, un piccolo teatro vive e lavora da cinquant’anni
proponendosi come luogo di divulgazione, socializzazione, formazione ai linguaggi
del teatro, centro di produzione e di passaggio delle più diverse forme d’arte.
di Filippa Ilardo
Progetto Nadia, ovvero
le ragioni della radicalizzazione | pag. 22
Giovani apparentemente integrati in Occidente che decidono di arruolarsi nell’Isis
A questo fenomeno, spesso passato nelle cronache, prova a dare senso un progetto
della European Theatre Convention, i cui esiti sono andati in scena al Teatro Due di Parma.
di Gherardo Vitali Rosati
Scrivere teatro: arte ed economia
sulle due sponde dell’Atlantico | pag. 23
Italian & American Playwrights è il progetto internazionale ideato da Valeria Orani, che si impegna
a traghettare autori dei due Paesi, nell’ottica di dare supporto, indipendenza e sostenibilità
economica all’arte della scena. Perché bellezza non vuol dire demonizzare il business.
di Roberto Canziani
teatro ragazzi
Con Kids racconti e parate
conquistano Lecce | pag. 24
Il Festival d’inverno, organizzato nel capoluogo pugliese, è all’insegna della partecipazione
e dell’inclusione: fra le iniziative, un focus sui narratori italiani, un progetto speciale
per “danzare” la città e l’operazione “biglietto sospeso”.
di Mario Bianchi
fotocronaca
Buon compleanno, Hystrio! | pag. 25
Mondo
Jeremy Irons: la recitazione,
il dottor Asperger e l’onda perfetta | pag. 28
Vincitore del Premio Europa per la carriera teatrale, sedicesima edizione, l’attore inglese
racconta un mestiere in cui concentrazione e ripetizione sono essenziali, per lasciarsi
impadronire dal personaggio, alla ricerca della perfezione. Come nel surf.
di Roberto Canziani
Quo vadis, Europa?
Anatomia di un mondo in declino | pag. 30
Nella prima parte della stagione, i teatri austriaci – e di Monaco –
hanno proposto spettacoli duri e arguti, capaci di ritrarre
con lucidità un mondo (il nostro) sull’orlo dell’autodistruzione.
di Irina Wolf
Susanne Kennedy,
mai smettere di chiedersi cosa sia il teatro | pag. 32
Rompere le convenzioni, interrogarsi sulle ragioni per cui si sale su un palcoscenico,
farsi contaminare dalla realtà aumentata, queste alcune delle questioni che il teatro
della regista, Premio Europa Realtà Teatrali, si pone. A rischio di essere irritante.
di Gherardo Vitali Rosati
Torniamo a Ostrovskij!
Nostro contemporaneo | pag. 34
Perfetti meccanismi teatrali grazie al sapiente dosaggio di passioni, peripezie, colpi di scena
e invenzioni, i drammi di Ostrovskij sono ancora protagonisti assoluti della scena russa,
passati remoti eppure attuali al cento per cento.
di Fausto Malcovati
Tra Europa e Asia,
Perm e il sogno dell’identità futura | pag. 36
È la più grande città degli Urali, nel cuore della Russia, sinonimo della lontananza,
eppure Perm sembra non avere nulla da invidiare alle capitali della cultura Mosca
e San Pietroburgo, coi suoi teatri iperaccessoriati alla continua ricerca del nuovo.
di Franco Ungaro
In Patagonia, lungo la Carretera Austral
all’estremo limite del pianeta | pag. 38
La Compagnia Instabili Vaganti torna per la seconda volta al Fitich, il festival teatrale
cileno che si svolge nelle zone più remote di un Paese giovane, ancora in formazione,
dove la fame di cultura internazionale è pari alla curiosità.
di Nicola Pianzola
HUMOUR
G(L)OSSIP | pag. 40
Lo strano caso di San Bonelli e del dottor Cetoff
di Fabrizio Sebastian Caleffi
Dossier Teatro e Sacro
a cura di Roberto Rizzente e Albarosa Camaldo
Natoli: Teatro e Sacro,
la forma contro l’eccedenza | pag. 42
Esposto, per sua natura, all’eccedenza, l’Uomo si confronta con il Sacro attraverso il Rito,
il Mito, quindi il Teatro, secondo forme che sconfinano oggi nel banale e alle quali spetta
il contributo vivificante del Comico.
di Roberto Rizzente
L’Occidente e il Sacro:
genealogia del teatro cristiano | pag. 44
Dalle origini medievali alla crisi del Rinascimento, dalle insorgenze barocche, illuministe e romantiche, al recupero di forme, idee e modelli a cavallo tra Otto e Novecento, fino allo spiritualismo di Eliot, Pirandello e Beckett: il rapporto tra Teatro e Sacro secondo la visione cristiana.
di Andrea Bisicchia
Le processioni del Sud Italia tra fede, festa e mafia | pag. 47
di Elisabetta Reale
Brook, Living, Grotowski:
la rivoluzione antropologica degli anni ’70 | pag. 48
Estraneo a qualsiasi forma di religiosità istituzionalizzata, il Sacro invocato e teorizzato da Brook, Grotowski e Living Theatre ha a che fare con le origini del teatro, mettendone in discussione
lo statuto e le sovrastrutture borghesi.
di Lorenzo Mango
Io, Tu, l’Altro: il Sacro come spazio
di relazione nella scena contemporanea | pag. 51
Pertinente alle cose e alla natura, il Sacro permea la scena contemporanea, stimolando
una relazione nuova e paritetica tra attore e spettatore, il rinnovamento linguistico
e delle forme, in un radicale ripensamento della spettacolarità delle pratiche.
di Paolo Ruffini
Asia, Africa, America, Oceania:
il mondo come rito e rappresentazione | pag. 53
Legato ai miti comunitari, piuttosto che a specifiche ritualità, per celebrare figure o eventi particolari, istruire il popolo, preservare la memoria o la cultura identitaria, il teatro intrattiene con il Sacro, nelle tradizioni orientali, africane, dell’America e degli aborigeni, un rapporto vivo e profondo, spesso influenzato dal confronto/scontro con i modelli egemonici occidentali.
di Moni Ovadia, Monica Ruocco, Giovanni Azzaroni, Itala Vivan, Annamaria Pinazzi, Riccardo Badini, Francesca Di Blasio
Sacra icona (stra)cult | pag. 58
di Diego Vincenti
Dal crowdfunding ai bandi:
la lunga strada del teatro del Sacro | pag. 59
L’associazionismo su scala nazionale e locale, le partnership e le sponsorship attivate, l’appoggio delle gerarchie ecclesiastiche, la distribuzione capillare nelle parrocchie e i festival a tema: fenomenologia di un successo annunciato.
di Albarosa Camaldo
Fenomenologia del corpo che danza,
tra censure e innovazioni | pag. 60
Invisa e censurata, dal Medioevo in avanti, dal potere ecclesiastico, la danza trova nel Rinascimento e nell’Ottocento seducenti valvole di sfogo e di espressione dell’interiorità. Fino alla rivoluzione di Delsarte e alla rivitalizzazione delle forme nel Novecento, da Neumeier a Sieni.
di Carmelo A. Zapparrata
Angeli e demoni, santi e predicatori:
l’Opera tra Seicento e Novecento | pag. 62
Il rapporto con la divinità attraversa quattro secoli di storia del melodramma, tra divinità
ex machina e divertissements barocchi: fino alla drammaturgia del convento del Novecento,
per raccontare miracoli e pentimenti, storie di perdizione e di redenzione.
di Giuseppe Montemagno
Quando Jesus, San Francesco e Siddharta
cantano e danzano in tutto il mondo | pag. 64
Frequentato tanto dal mondo anglosassone quanto dall’Italia, il Sacro trova nel musical un territorio fertile di espansione, alternando successi commerciali a flop clamorosi, grazie alla vis comica delle trame e al carisma dei soggetti rappresentati.
di Sandro Avanzo
Riti senza miti, la performance
dagli anni Sessanta a oggi | pag. 66
Svincolata dal Mito e dal Sacro, la performance si contenta di riproporre ritualità antiche
e di mettere in scena dei corpi e dei simboli archetipici per celebrare l’alterità dell’umano
rispetto ai processi produttivi imperanti.
di Roberto Rizzente
Stupor Mundi: il teatro-ragazzi
come viatico per e nel mondo | pag. 67
Col suo carico di miti, fiabe e favole, il teatro viene concepito intimamente come Sacro,
spalancando ai ragazzi tappe non secondarie nella conquista di sé e del mondo:
il caso di Chiara Guidi e di Pandemonium Teatro.
di Mario Bianchi
Teatro e Sacro: un’equazione possibile? | pag. 68
Negazione o accettazione delle logiche diversive e d’intrattenimento, ricerca e individuazione
di nuove forme di resistenza, verso il Mito, l’insondabile o la relazione tra pari: la sacralità
e la ritualità secondo la regia contemporanea.
contributi raccolti da Roberto Rizzente e Albarosa Camaldo
Biblioteca | pag. 72
Critiche | pag. 76
Testo
Delirio Bizzarro di Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi | pag. 108
La Società Teatrale | pag. 116