Sommario: Numero 2 di aprile-giugno 2012
Numero 2 di aprile-giugno 2012
Vetrina
Gianrico Tedeschi: il mio teatro di guerra | pag. 2
Ha debuttato nel 1947 al Piccolo Teatro e nello stesso teatro è stato incoronato da un Premio Ubu nel 2011. Attore fra i prediletti da Visconti, Strehler e Patroni Griffi, ha cominciato a recitare nei campi di prigionia tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
Jean Vilar, la feconda attualità
di un’utopia lunga un secolo | pag. 4
Interprete e regista, fra i principali promotori del Festival di Avignone, Vilar fu direttore del Théâtre National Populaire dal 1951 al 1963. Diceva che il teatro è un servizio pubblico come il gas, la luce, l’acqua; mise in scena, secondo l’idea di regia critica, i grandi classici e i contemporanei, e formò una generazione di grandi attori, tentando la strada di un teatro d’arte universale e popolare.
La festa poetica di Cada Die
da trent’anni animatori del teatro sardo | pag. 6
Tre decenni di vita e d’arte, un importante traguardo per la compagnia cagliaritana di Giancarlo Biffi, Pierpaolo Piludu e Alessandro Lay: la centralità dell’attore, l’interesse per la narrazione orale, per le “lingue” intese come linguaggio scenico sono il fulcro di una ricerca che guarda alla realtà presente senza perdere la propria specifica di teatro popolare.
Il teatro fatto in casa di Cuocolo-Bosetti ovvero quando l’ordinario diventa straordinario | pag. 8
Renato Cuocolo e Roberta Bosetti vivono e lavorano insieme dal 1996. Le loro performance partono sempre dall’esperienza autobiografica dei luoghi in cui si svolgono (case, alberghi) e delle storie, perché raccontando sé l’attore cerca l’empatia col pubblico e mostra ciò che non è addomesticabile all’interno della domesticità.
Moira, un’icona a quota ottanta | pag. 10
Ha festeggiato l’ottantesimo compleanno, Moira Orfei, eterna regina del circo, domatrice di animali e di uomini. Trapezista e nomade, ma anche attrice e signora borghese.
Dal rogo alle scene: la Pucelle che visse due volte | pag. 11
Dai primi Misteri quattrocenteschi alla consacrazione nei testi di Dumas e Schiller, Giovanna d’Arco sembra un personaggio nato per la scena, ispirando in sei secoli numerose versioni della sua vicenda.
My Dream, liberi di essere artisti | pag. 12
La guerra e una visione poetica della diversità sono al centro degli spettacoli di Balletto Civile/CasArsA e Teatro La Ribalta, vincitori della prima edizione di My Dream, premio realizzato a Torino dalle Fondazioni Crt e Tpe, per promuovere l’inclusione attraverso l’arte, non solo come terapia ma come professione.
Giovani mattatori/5
Il mondo all’incontrario di Federica Fracassi | pag. 14
Un’adolescenza fin troppo normale, nella provincia milanese anni ’80, fra libri, film in oratorio e scuola di danza. Poi la Paolo Grassi, con due bocciature, nessun diploma, ma molti maestri veri: Kuniaki Ida, Renata Molinari, Baliani, Corsetti, Castellucci, Martinelli (Marco e Renzo), la gavetta, il lavoro duro e finalmente, nel 2011, i maggiori riconoscimenti.
Premio Hystrio
I bandi 2012
La 14a edizione al via | pag. 18
Teatromondo
Londra: benvenuti nel regno dell’inaspettato | pag. 20
Teatro di figura, mimo, ma soprattutto circo, classico e nouveau, dominano la scena al Mime Festival, dedicato al visual theatre, con compagnie provenienti da Australia, Belgio, Francia, Giappone, Spagna, Svizzera e Gran Bretagna. Poca la danza, con la grande eccezione di Hiroaki Umeda.
Berlino, novità dall’ovest
cambio della guardia a Spielzeit’Europa | pag. 22
Dopo sei anni, Brigitte Fürle lascia la direzione della rassegna e traccia un bilancio sugli esiti delle sue scelte artistiche, sul rapporto con il pubblico e con la città, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa.
In quelle corti dei miracoli
dove tramonta la speranza | pag. 24
Spira un clima di tetra rassegnazione nell’inverno delle scene parigine, dove Frank Castorf, Laurent Brethome e Krystian Lupa evocano le radici antiche e le ben più attuali degenerazioni della società contemporanea.
Le capitali dello spettacolo/3:
Copenhagen, sconfiggere il gelo con la passione teatrale | pag. 26
Un viaggio sulle scene della capitale danese per conoscerne il fermento, i luoghi, le sperimentazioni e i grandi maestri contemporanei.
Mosca, a -25° con Puškin e Cechov | pag. 29
Sulle scene del Satirikon e dello Studio di Arte Teatrale trionfano due originali riletture dei due grandi autori russi, con attori giovanissimi che cantano, raccontano, recitano in prosa e in versi.
Montréal, una città aperta per neve
| pag. 30
Tra ricostruzioni storiche e preoccupazioni ambientaliste, tragiche assenze e ritorni (im)possibili, al festival Montréal en Lumière la neve è protagonista incontrastata della drammaturgia canadese contemporanea: come nel teatro di Morris Panych, al quale la rassegna tributa un posto d’onore.
Humour
G(L)OSSIP
Cumannari o futtiri?
| pag. 32
Dossier
Strindberg | pag. 33
Cent’anni senza Strindberg. Il secolo passato da quel 14 maggio 1912, diviene quindi occasione ideale per ripensarne ruolo e importanza, sia come drammaturgo che come personalità d’artista profondamente radicato nello spirito del suo tempo, a stretto contatto con avanguardie e talenti d’inizio secolo, europeista ante litteram, innamorato di filosofia e psicanalisi. Dall’uomo all’arte il passo è breve. E ci si imbatte così in una scrittura spietata nell’analisi delle dinamiche di coppia e familiari. Ma, soprattutto, in un autore dalla modernità (s)conosciuta, capace di ispirazioni curiose e, alla prova del tempo, molto più contemporaneo di tanti altri scandinavi.
Strindberg, un romantico postmoderno | pag. 34
Molte e contraddittorie sono le etichette che i decenni e le mode hanno appiccicato al drammaturgo svedese. Nel centenario della morte, un tentativo di tracciarne finalmente un ritratto senza ombre, analitico e fedele.
Misticismo, psicanalisi e cultura scandinava
le ombre lunghe sul teatro strindberghiano | pag. 38
La scoperta delle saghe nordiche e delle correnti critiche dei salotti svedesi, le riflessioni su misticismo e psicanalisi, fino all’amatissimo Kierkegaard o all’amicizia con Edvard Munch. La formazione (e la vita) di Strindberg rivelano un artista indelebilmente segnato dallo Zeitgeist di inizio Novecento.
Henrik il maschilista, August il femminista | pag. 40
Nessuna certezza. Nessuna stabile sicurezza su cui poggiare relazioni, passioni, paternità. Il mondo femminile descritto dallo svedese è un detonatore per la (sempre) fragilissima psiche maschile. Tanto da spingere le celebri donne-vampiro strindberghiane ad acquisire sfumature proto-femministe. Al contrario di un Ibsen solo dalla storia ricordato come paladino dei diritti delle donne. Quando invece sotto sotto…
Dall’altra parte del palco:
Strindberg maestro d’attori | pag. 42
Non soltanto drammaturgo ma altresì “regista”, l’artista svedese consegnò alle lettere inviate agli interpreti delle sue opere la sua personalissima “pedagogia” d’attore.
Alla conquista del mondo
il destino di un provocatore | pag. 44
Crisi isteriche e manifestazioni surrealiste, recensioni violentissime e perfino l’accusa d’essere sensibile alla causa del Partito Socialdemocratico tedesco. Non facile la vita per il giovane August Strindberg, fra (auto)esili europei e sogni di gloria. Un “provocatore”. Ma presto in ascesa inarrestabile. La cui eredità nel Novecento si muove dai lavori degli americani (O’Neill, Williams, Albee) fino alla glaciale bellezza del compatriota Norén.
Sesso, donne “vampiro” e inferni familiari
la fortuna scenica in Italia | pag. 47
Fra mattatori e grandi registi, pochi i titoli privilegiati e visitati con assiduità – dal Padre a Danza di morte – ma anche la proposta di poco conosciuti atti unici e il tentativo di offrire letture inedite e attuali.
Lo strano caso della Signorina Giulia | pag. 52
Sarà per la bellezza di quel personaggio femminile così tormentato. O per l’aura di scandalo che da sempre l’accompagna. Sta di fatto che La signorina Giulia è il testo di Strindberg più frequentato in Italia. Una fascinazione che parte da lontano, qui ripercorsa per critiche e allestimenti. Con il pubblico a storcere il naso a lungo, fino a quando Visconti e (soprattutto) Bergman iniziano a mettere a posto un paio di cose. Ed è il successo.
Lavia, passione svedese | pag. 54
Strindberg e i lettori: un secolo di amore-odio | pag. 55
Gli editori italiani mostrarono subito grande interesse per il teatro di Strindberg, ma bisognerà attendere il secondo dopoguerra perché l’opera dello svedese ottenga quell’attenzione di critica, teatranti e lettori che i pionieri di fine Ottocento auspicavano.
Fra Bergman e il Dogma:
le cine-eredità dello spleen strindberghiano | pag. 58
Difficile delineare una precisa eredità strindberghiana al cinema. Perfino in area scandinava, (non) luogo che tutto confonde. Ma, in decine di opere pochissimo fedeli alle drammaturgie originali, spesso si notano invece influenze profonde su tematiche e atmosfere. Che sia Hollywood o il maestro Ingmar Bergman. Non ultimi i “ragazzi terribili” riunitisi a Copenhagen intorno a Lars von Trier.
Anniversari
Teatro per Bene, teatro del male
la voce indimenticabile dell’avanguardia | pag. 60
Genio, divo della scena, poeta e cialtrone, a dieci anni dalla scomparsa, Carmelo Bene non può essere dimenticato. Con tutte le sue contraddizioni e senza inutili bilanci, va solo visto e ascoltato ancora.
Exit
Addio a Giancarlo Cobelli
istinto istrionico e follia parodistica | pag. 61
Dal “ghirigoro insensato” de La caserma delle fate ai grandi Shakespeare rivistati con segno aspro e pungente, Cobelli non passò mai inosservato, perseguendo fino all’ultimo la sua utopia del teatro.
Ciao Gastone, critico gentiluomo | pag. 62
Josephson, bergmaniano doc | pag. 62
Tonino Guerra, poeta della scena | pag. 62
Tabucchi, portoghese d’elezione | pag. 63
Gaita, la musica nel cuore
| pag. 63
Consolo, voce di Sicilia | pag. 63
Dossier
Ultimo saluto a Vera Marzot | pag. 63
Teatro di figura
Duda Paiva, emozioni di gommapiuma
| pag. 64
All’artista, brasiliano di nascita e olandese d’adozione, fare solo l’attore non bastava. E così ha imparato a espandere il proprio corpo nei pupazzi di gommapiuma che in scena fa danzare, raccontare, trasformarsi in attori e personaggi a cui infondere vita.
Teatroragazzi
Emma Dante, Babilonia e Teatro Sotterraneo
le nuove fiabe del teatro di ricerca | pag. 66
Dalla Socìetas Raffaello Sanzio a Emma Dante, non sono molti gli artisti del teatro di ricerca che si sono cimentati col teatro per l’infanzia negli ultimi vent’anni: ingiustamente ritenuto “genere minore”, offre invece molto materiale alla sperimentazione, come dimostra il recente impegno del Teatro delle Briciole con Babilonia Teatri e Teatro Sotterraneo.
Nati ieri
I protagonisti della giovane scena/39
Muta Imago, ciò che resta dell’antico | pag. 68
«Dalla finestra di casa mia si vedevano rovine e vecchi acquedotti romani. Ho sempre convissuto con i resti dell’antico», racconta Claudia Sorace, regista del gruppo che così spiega il nome latino, indicativo di una precisa poetica, che caratterizza il lavoro del gruppo romano da (a+b)3 fino al più recente progetto Displace.
Critiche
| pag. 70
[link_critiche]
Lirica
Oltre il sipario, l’ossessione del teatro Don Giovanni mette in scena la Scala | pag. 96
Successo evergreen a Nizza per la Bohème di Scaparro e Folon | pag. 97
Testi
La palestra | pag. 98
Biblioteca
Le novità editoriali | pag. 111
Società teatrale
| pag. 114
Hanno collaborato
| pag. 123
Paola Abenavoli, Roberto Alonge, Nicola Arrigoni, Elena Basteri, Laura Bevione, Mario Bianchi, Fabrizio Sebastian Caleffi, Roberto Canziani, Giulia Capodieci, Tommaso Chimenti, Massimo Ciaravolo, Jorgen Stender Clausen, Lucia Cominoli, Veronica Cruciani, Massimo Dezzani, Giorgio Finamore, Renzo Francabandera, Pierfrancesco Giannangeli, Filippa ilardo, Margherita Laera, Giuseppe Liotta, Sergio Lo Gatto, Fausto Malcovati, Stefania Maraucci, Björn Meidal, Antonella Melilli Rossi, Giuseppe Montemagno, Simone Nebbia, Franco Perrelli, Gianni Poli, Maurizio Porro, Valeria Ravera, Domenico Rigotti, Laura Santini, Giorgio Scianna, Francesco Tei, Francesco Urbano, Nicola Viesti, Diego Vincenti, Mattia Visani, Giusi Zippo.