Sommario: Numero 2 di aprile-giugno 2014
Numero 2 di aprile-giugno 2014
Vetrina
Teatro Valle Occupato nemo propheta in patria | pag. 3
La Fondazione Teatro Valle Occupato non sarà riconosciuta, è questa la posizione del Prefetto di Roma. Eppure, il Teatro conquista all’estero il Premio Ecf. L’idiosincrasia delle istituzioni è un vizio tutto italiano che nasconde una visione retriva del diritto, come ci spiega Ugo Mattei.
Rafael Spregelburd, ovvero la scienza, l’arte e l’imprevedibilità della realtà | pag. 5
Il drammaturgo argentino, già ospite a Udine per l’Ecole des Maîtres, torna nella città italiana per mettere in scena la sua ultima e destabilizzante “visione”. Scambiare opinioni con lui, è sempre un viaggio nel sapere e nel mondo di oggi. E anche di domani.
Palermo, Stabile in movimento la nuova vita del Teatro Biondo | pag. 7
Con l’insediamento del nuovo direttore Roberto Alajmo e di Emma Dante, artista residente,lo Stabile siciliano si rimette in gioco per uscire dalla decadenza, in cui era sprofondato negli ultimi anni, e riconquistare credibilità e pubblico.
Nel labirinto dei premi teatrali c’è bisogno di regole chiare | pag. 9
Molti, troppi sono ormai i premi teatrali. Se di per sé la cosa non stupisce e può essere considerata una ricchezza, vero è che spesso autorevolezza e credibilità vacillano, anche tra istituzioni “storiche” come l’Ubu.
Teatromondo
Parigi, la lunga notte della democrazia e la partita a scacchi dei sentimenti | pag. 10
Ricca di sollecitazioni, la stagione invernale parigina ha presentato grandi nomi della scena internazionale: Ostermeier, Braunschweig, Bondy e Barberio Corsetti. Grandi capolavori interrogano il mondo contemporaneo, tra comizi e rimpianti, tragedie pubbliche e vita privata, false confidenze e sposi in fuga.
Zapping berlinese, tra gag da circo e le (solite) atmosfere pop-kitsch | pag. 13
Una panoramica sulla stagione della capitale berlinese, dove il pubblico si diverte con Herbert Fritsch alla Volksbühne, si fa spiazzare dai poliziotti di Castellucci alla Schaubühne e medita sui drammi della post-migrazione con Calis, di scena al Deutsches Theater.
Viaggio nella Heimat macedone crocevia tra Adriatico e Mar Nero | pag. 15
Tra memoria e rimozione del passato, la Macedonia cerca un’identità e un posto nel mondo. A giocare un ruolo centrale in questo percorso ci pensano il Teatro Nazionale e quello indipendente, resistendo alle tentazioni nazionaliste, alla mancanza di risorse, ma contando su un inesauribile fervore creativo.
Gocce sulla pietra e anticorpi artistici
quando fare teatro è questione di sopravvivenza | pag. 17
Nei territori occupati e nei campi profughi palestinesi fare teatro equivale a sfidare la guerra e a resistere, preservando la propria umanità. Ne sono prova vivente il Freedom Theatre di Jenin, lo Yes Theatre di Hebron e l’Al Harah di Beit Jala, con il suo recente Shakespeare’s Sisters.
Teatroragazzi
Miti e strane macchine, le storie Arrivano dal Mare! | pag. 19
Al festival romagnolo è protagonista la narrazione, tra workshop, spettacoli ed esperimenti, con artisti e operatori provenienti da tutta Italia.
Humour
glossip
Galileo Galivoi e Cecil Buonarroti De Mille: Merda d’Artista o Artisti di M***a? | pag. 23
Dossier: Teatro inglese 2.0
a cura di Laura Bevione, Giulia Morelli
Negli anni Novanta alcuni giovani autori promossero un cambiamento significativo nella drammaturgia britannica. Sarah Kane, Philip Ridley, Martin Crimp, Mark Ravenhill, e molti altri, sostituirono i dialoghi “educati” e il gelido understatement tipicamente british, con grida e violenza, situazioni estreme e feroci. Etichettato come in-yer-face, questo teatro trovò casa su alcuni palcoscenici, in primis quello del Royal Court, con nuovi drammaturghi, decisi a raccontare le crisi e i traumi della società nata a cavallo del secondo millennio. Che cosa resta di quell’esperienza?
Anni ’90, la rabbia giovane che incendiò la cool Britannia | pag. 25
Lo studioso Aleks Sierz, primo teorico del teatro in-yer-face, rievoca le origini e illustra gli sviluppi e le derive di una drammaturgia che, insofferente a perbenismo ed equilibrio, decise di sbattere letteralmente in faccia agli spettatori il degrado sociale prodotto dalla violenza economica.
Royal Court, Gate Theatre, Bush, Arcola, Soho…
i luoghi della drammaturgia contemporanea | pag. 31
Da oltre cinquant’anni alcuni dei principali teatri inglesi sostengono e producono la nuova drammaturgia, tra alti e bassi, sperimentazione e tradizione, con una certa attenzione al sociale e una recente apertura alla scena europea.
Dialogo (complicato) tra i massimi sistemi del teatro britannico | pag. 33
Un sistema teatrale dinamico e solido, quello d’Oltremanica, in cui l’intervento pubblico a sostegno della scrittura drammatica e dell’innovazione è stato sempre protagonista, pare ora messo alle strette dall’austerity del governo. Ma le reazioni non si sono fatte attendere.
Offre lo Stato: giovani talenti a scuola di scrittura | pag. 34
Il drammaturgo e pedagogo Steve Waters racconta come avviene l’insegnamento della scrittura teatrale in Inghilterra e traccia un desolante – per noi – confronto con la situazione italiana.
Un italiano a Londra: la mirabile avventura
di un giovane teatrante al Royal Court | pag. 36
Un drammaturgo, ormai affermato, racconta la determinante esperienza vissuta come scrittore-residente a Londra e riflette sul tentativo di riprodurne finalità e contenuti anche in Italia.
Un maestro che non si può ignorare: Pinter e i suoi “nipoti” | pag. 37
La nota traduttrice Alessandra Serra descrive la qualità della scrittura dei nuovi autori, sottolineandone i debiti, più o meno espliciti, con il drammaturgo premio Nobel.
Profumo di curry e stile british: il teatro migrante
tra ricerca di identità e desiderio di riscatto | pag. 38
Originari dell’India e dei Caraibi, gli autori figli dell’emigrazione hanno generato un teatro legato alla comunità di provenienza, ma anche capace di riflettere problematiche e trasformazioni dell’intera società inglese.
Riscrivere Shakespeare il riscatto dei personaggi minori | pag. 40
A quattrocentocinquant’anni dalla nascita, il Bardo è ancora vitale punto di riferimento e fonte di ispirazione per i drammaturghi che, negli ultimi tempi, amano dare voce a personaggi che così si rivelano non più “minori”.
Festival e compagnie itineranti il nuovo teatro passa prima di là | pag. 42
Le spinte all’innovazione che arrivano dal Fringe di Edimburgo e dal faticoso lavoro delle numerose compagnie “di giro” stimolano la scrittura di nuovi testi e sanno anche rinnovare il gusto del pubblico, e non soltanto di quello londinese.
Traumi e ansia: come la scena del 2000
racconta una realtà caotica e frantumata | pag. 44
Dennis Kelly, Lucy Prebble, Alecky Blyte, Simon Stephens, Debbie Tucker Green e Mike Bartlett sono i nomi di spicco della drammaturgia del nuovo millennio, inevitabilmente segnata dal trauma dell’11 settembre e dalle tante crisi, economiche e ambientali, che hanno accompagnato questi difficili anni.
Sarah Kane e gli altri, dal Tamigi al Tevere
il grand tour dei british playwrights | pag. 48
L’opera di scouting condotta da Barbara Nativi alla Limonaia e la sintonia mostrata dal Teatro dell’Elfo e da Fabrizio Arcuri, ma anche le tante produzioni dettate dalla moda più che da una reale affinità con l’attuale scena britannica.
Drammaturgia
Giuliana Musso, storie di provincia e vite qualunque | pag. 52
Se non fosse una brava attrice – come in effetti è – la performer sarebbe una formidabile giornalista. I suoi spettacoli affrontano, con scienza e pathos, alcuni nodi dell’odierna società. E lei li racconta girando nei teatri del Nordest.
Teatro di figura
Jo Strømgren, il coreografo burattinaio | pag. 54
Artista fra i più eclettici, la sua Jo Strømgren Kompani ha all’attivo un centinaio di produzioni dal ’98 a oggi, ospitate nei più importanti festival internazionali. Fra coreografie, puppetry, prosa e cinema. In un approccio all’arte che unisce creatività e capacità imprenditoriale.
Critiche
Le recensioni alla parte centrale della stagione teatrale | pag. 56
Danza
Ratmansky, genio innovatore
fra realismo socialista ed echi à la Balanchine | pag. 81
Nid, a Pisa e a Pontedera una vetrina per la danza italiana | pag. 82
Torna, con un occhio al teatro danza e alle performing arts, la piattaforma Nid, ospitata quest’anno dalla Fondazione Toscana Spettacolo: quattro intense giornate in cui le compagnie, selezionate e off, offriranno il meglio di sé ai programmatori di tutto il mondo.
Lirica
Quando la regia riesce ad aprire la scatola magica del teatro lirico | pag. 84
Tra le meraviglie art nouveau della Jenůfa di Alvis Hermanis, strumenti che bruciano nel Feuersnot di Emma Dante, i trucchi video della rossiniana Pietra del paragone di Giorgio Barberio Corsetti, l’opera sembra finalmente riscoprire una profondità drammaturgica.
Exit
Addio ad Arnoldo Foà burbero gentiluomo dalla voce d’oro | pag. 86
Gli alberi di Claudio Abbado, il giardino della musica del ’900 | pag. 86
Giorgio Sebastiano Brizio l’ultimo dandy della critica | pag. 86
Philip Seymour Hoffman death of a soulman | pag. 87
Testi
I Vicini | pag. 88
[link_testi]