Sommario: Numero 2 di aprile-giugno 2019
Vetrina
L’eredità di Thomas Bernhard,
un “grande combustibile” per attore | pag. 2
A trent’anni dalla scomparsa dello scrittore austriaco, Sandro Lombardi parla
dei suoi seguaci. Fra drammaturghi contemporanei e grandi interpreti che
si sono nutriti e ancora si nutrono dei suoi testi e del suo spirito corrosivo.
di Gherardo Vitali Rosati
EXIT
Bruno Ganz, dal cinema alla scena un volto per mille personaggi | pag. 3
di Gherardo Vitali Rosati
Alain Platel, l’organizzazione del caos
e la mano invisibile della coreo-regia | pag. 4
Pedagogo, animatore sociale, Platel ha sublimato la sua formazione non-teatrale realizzando
spettacoli con persone “comuni” insieme a ballerini e performer. L’esito è la danza
popolare, eclettica e anarchica espressa nel trentennale percorso dei Ballets C. de la B.
di Marinella Guatterini
Settant’anni di Legnanesi
quando l’abito fa la differenza | pag. 6
La Compagnia de I Legnanesi festeggia i suoi primi 70 anni di attività, traguardo
esaltato anche nel titolo del loro spettacolo celebrativo 70 voglia di ridere… c’è,
in stagione al Teatro della Luna di Milano, dove si moltiplicano i record di sold out.
di Sandro Avanzo
I premi, le giurie, le lobbies
non è tutto oro quello che luccica | pag. 8
Intorno alle assegnazioni dei premi teatrali si scatenano sempre discussioni,
più o meno legittime. Qualche spunto di riflessione e quattro “carte d’identità”.
di Claudia Cannella
Peppino Mazzotta, il teatro
come desiderio ossessivo e occulto | pag. 10
Una necessità, personale e politica, quella della scena, per l’attore e regista calabrese.
Dagli esordi con Albertazzi, a RossoTiziano, alla tv, Peppino Mazzotta persegue un’idea
forte di teatro basato sull’attore e sulla sua capacità di farsi medium di un senso.
di Emilio Nigro
Teatromondo
Parigi, atlante europeo della modernità
da Shakespeare ai gilet gialli | pag. 12
Dall’Illiria del duca Orsino alla Francia di oggi di Didier Eribon, il teatro di Thomas Ostermeier
si propone come specchio di una complessità difficile da spiegare, ma sulla quale è
necessario interrogarsi, per comprendere l’evolversi della civiltà e della cultura europee.
di Giuseppe Montemagno
PARIGI/2
Kanata, ovvero la controversa arte del teatro | pag. 13
di Laura Caretti
Nei cieli del teatro londinese
brillano stelle di prima grandezza | pag. 14
Un poker d’assi segna l’inizio della stagione teatrale 2019 di Londra: Cate Blanchett
claustrofobica interprete di Crimp, Simon Russell Beale un gigantesco Riccardo II,
Ivo van Hove alle prese con Eva contro Eva e il nuovo, feroce testo di Mark Ravenhill.
di Jacopo Panizza
LONDRA/2
Mime 2019, esperimenti teatrali tra circo, mimo e marionette | pag. 15
di Jacopo Panizza
I moschettieri, Dante e Pasolini
tutti per uno, uno per tutti | pag. 16
A Basilea e a Monaco di Baviera, Antonio Latella firma due delle cinque regie
del suo anno teatrale, con una voglia di mettersi in gioco che ne conferma
il momento di grande vitalità artistica.
di Claudia Cannella
VIENNA
E tutto finì in cenere, Simon Stone riscrive Medea | pag. 17
di Laura Bevione
Al Teatro Bol’šoj
la tradizione non basta | pag. 18
A Mosca, nel tempio dell’opera e del balletto, il sipario si apre su tre sale distinte
per programmazione – repertorio, piccole produzioni, musica da camera e novità –
e accomunate dalla presenza costante del pubblico, che al teatro proprio non rinuncia.
di Fausto Malcovati
MOSCA/2
La tragica potenza di Re Lear, quando il padre è travolto dal sovrano | pag. 19
di Fausto Malcovati
Skopje, nel Paese diviso a metà
torna la vocazione multiculturale | pag. 20
Dimenticato Alessandro Magno e il nazionalismo, la Macedonia del Nord cerca stabilità
e benessere, attratta dalle luci dei mercatini e dei locali. In questa transizione storica,
il teatro resta il luogo principe per elaborare gli anticorpi contro i rischi della modernità.
di Franco Ungaro
Orgoglio femminile,
un’onda rosa attraversa gli States | pag. 22
Negli Usa, da sempre attenti alle “quote”, il conservatorismo maschilista marcato Trump,
che ha rafforzato i movimenti femministi, ha la sua eco anche in teatro dove si persegue
la parità di genere e dove in scena Janet McTeer e Glenda Jackson vestono abiti maschili.
di Laura Caparrotti
India, nella terra delle divinità
dove il teatro è un grande rito | pag. 24
Nel Kerala l’International Theatre Festival ospita ogni anno compagnie provenienti
dal mondo. Un evento che coinvolge la locale Accademia Teatrale di Thrissur
e attira da tutta la regione un pubblico curioso e numeroso.
di Nicola Pianzola
G(L)OSSIP
La pipì delle foche | pag. 26
di Fabrizio Sebastian Caleffi
Dossier
Teatro della realtà | pag. 27
A cura di Roberto Rizzente e Corrado Rovida
Scurati, la letteratura colpevole,
arte e teatro al tempo del fictual e dei reality | pag. 28
Tramontata la figura dell’artista demiurgo, è col reale che l’autore deve, oggi, fare i conti.
Senza presumere di arrivare alla mimesi tout court ma anzi dichiarando la finzione
della rappresentazione, come antidoto necessario alla presente atrofizzazione dell’esperienza.
di Roberto Rizzente e Antonio Scurati
Non sembrare, essere: dal cubismo a oggi
breve storia del teatro della realtà | pag. 30
Anticipato dalle sperimentazioni cubiste e poi dadaiste, il teatro trova nel teatro-documento degli anni Sessanta un punto di svolta, rinnovando il proprio impianto drammaturgico grazie alle fonti d’archivio. Dagli happening di Kantor alle coreografie di Pina Bausch, il passo è breve: Pippo Delbono, Rodrigo García, Alvis Hermanis, She She Pop, Milo Rau e Armando Punzo non sono che i depositari di una tradizione, sempre più radicale nell’azzerare i confini tra vita e rappresentazione.
di Renato Palazzi
La vita in diretta, tra reality e real-tv | pag. 31
di Piergiorgio Nosari
Verbatim Theatre: la responsabilità del vero | pag. 32
di Laura Santini
Gob Squad: l’Occidente alla berlina | pag. 33
di Laura Bevione
L’etica della rappresentazione nell’epoca della video-sfera | pag. 35
di Piergiorgio Nosari
Realtà vs realismo: Cechov, Stanislavskij
e l’estetica del naso tagliato | pag. 36
Il dibattito tra Čechov e Stanislavskij sulla materialità della rappresentazione adombra un conflitto
realismo/realtà: l’irruzione sulla scena della seconda svela l’artificio del primo. Se Stanislavskij reagiva addomesticandone gli eccessi, il teatro contemporaneo risponde abolendo le coordinate della rappresentazione.
di Gerardo Guccini
L’autore-attore: fenomenologia
di una mutazione antropologica | pag. 38
Per vocazione radicato nel reale, sul quale getta uno sguardo critico e rigenerativo, il teatro di ricerca investe l’attore di una nuova responsabilità, chiamandolo a essere se stesso, prima che personaggio, in un rapporto dinamico e mai scontato con lo spettatore.
di Rossella Menna
Gli spettatori nell’era 2.0,
tra illusioni di potenza e utopie generative | pag. 40
Stimolato da più parti all’interazione, il cittadino trova nel teatro della realtà un nuovo e più coinvolgente modo di essere spettatore. Come e più di un attore, spetta a lui, ora, il processo decisionale e creativo che genera lo spettacolo. Ma al di là delle mitologie, stanno davvero così le cose?
di Maddalena Giovannelli
Oltre la scatola nera del teatro,
il mondo che non ti aspetti | pag. 42
Sull’onda lunga delle neoavanguardie e della propria storia millenaria, il teatro contemporaneo continua ad abitare i luoghi della vita e della città. Non più (o non solo) per ridefinire il rapporto con l’attore o con la polis, ma per modificare la percezione del reale, oggi alterata dal flusso mediatico.
di Francesca Serrazanetti
Lola Arias: la macchina del tempo nella finzione del teatro | pag. 43
di Renzo Francabandera
Poco Rimini, molto Protokoll
analisi e vivisezione di un “metodo” | pag. 44
Una chiacchierata con Cornelius Puschke per entrare nel “metodo”, il Protokoll con cui il collettivo tedesco tratta i dati, i fatti, le esperienze che segnano le nostre vite. Delineando spettacoli che ben sarebbero piaciuti al teorico del post-drammatico, Hans-Thies Lehmann.
di Roberto Canziani
UDINE
Il vero Sessantotto. Quello quotidiano secondo le donne de L’assemblea | pag. 45
di Roberto Canziani
Milo Rau: reale delle mie brame,
chi è il più incomprensibile del reame? | pag. 46
Al bando la rappresentazione, che il teatro torni a essere spazio di creazione: questa la via indicata da Milo Rau. Quasi a ricordare che «l’arte non è uno specchio per riflettere il mondo, ma un martello con cui scolpirlo» (Majakovskij). Riflessione su cui il direttore di NTGent ha incentrato buona parte della sua attività.
di Diego Vincenti
Il manifesto di Gent | pag. 47
di Diego Vincenti
Campioni di realtà,
nell’Italia-laboratorio, la forma è sostanza | pag. 48
Non solo materia del narrare, il reale nelle pratiche sceniche nazionali diventa, ogni giorno di più,
modalità di rielaborazione drammaturgica: assorbe in scena il dispositivo documentale quanto
la chiacchiera e il “soggettivo” quotidiano; sfrutta il contesto urbano e paesaggistico;
dà voce alle persone e reinventa creativamente la tradizione.
di Corrado Rovida
Building Conversation: educare lo spettatore alla comunicazione | pag. 49
di Roberto Rizzente
Ballo anch’io: l’Accademia di Virgilio Sieni | pag. 51
di Gherardo Vitali Rosati
Minuscolo come una nocciola:
l’universo personale di Rodrigo García | pag. 52
Argentino di stanza a Madrid, classe 1964, vincitore del Premio Europa Nuove Realtà Teatrali, Rodrigo García è uno degli antesignani del teatro della realtà, per lavori chiave come La historia de Ronald el payaso de McDonalds (2003), Accidens (matar para comer) (2004) e Muerte y reencarnación en un cowboy (2009).
di Roberto Rizzente e Rodrigo García
Veni, vidi, vici:
lo spett-attore secondo Roger Bernat | pag. 53
Nemico giurato dei cliché e delle idee precostituite, Roger Bernat ha sviluppato negli anni
un originale modello scenico che mira alla rifondazione dello statuto dello spettatore,
come presupposto per una lettura critica e partecipata della realtà.
di Carmen Pedullà
Agrupación Señor Serrano:
se la realtà è una questione di scale | pag. 54
Utilizzato nella museografia e introdotto a teatro dagli Hotel Modern, il modello in scala è uno strumento efficace per realizzare, nel piccolo e a costi contenuti, spettacoli di grande formato e denunciare il potere mistificatorio delle immagini. Come dimostra il lavoro del gruppo catalano.
di Francesca Serrazanetti
Tiago Rodrigues:
le persone, soltanto le persone | pag. 55
Il coinvolgimento della platea come occasione per innescare il racconto, il contributo attoriale
che viene reinventato, il depotenziamento della parola e la manipolazione del linguaggio:
il teatro della realtà secondo Tiago Rodrigues.
di Graziano Graziani
Sorvegliare e resistere
la rivincita dell’extra-estetico | pag. 56
In un presente “mediatizzato” che non distingue tra vero e falso, la performance della realtà ha valore aggiunto di resistenza, ridisegnando le coordinate spazio-temporali e riscrivendo il rapporto tra performer e spettatore. Gli esempi più eclatanti? Arrivano dall’America Latina e dall’Europa dell’Est.
di Marco Scotini
Presenzio dunque sono: l’esserci oggi,
tra simulacro e realtà aumentata | pag. 58
Aumentate esponenzialmente, grazie alla Rete e all’intelligenza artificiale, tanto le occasioni di aggregazione quanto le potenzialità dell’individuo, emergono nuove e più preoccupanti problematiche legate al controllo, alla categorizzazione del reale e all’autenticità dell’esistere. Come dimostrano Hito Steyerl e Trevor Paglen.
di Anna Maria Monteverdi
Danza e Lirica
Da Trento a Catania, la danza e il suo respiro internazionale | pag. 60
Quando le opere liriche rileggono il presente | pag. 62
Critiche
Testi
La resa dei conti | pag. 98
di Michele Santeramo
Premio Hystrio : bando alla vocazione 2019 | pag. 109
Biblioteca | pag. 110
Le novità editoriali a cura di Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo
La società teatrale | pag. 114
A cura di Roberto Rizzente
Teatri Nazionali: una rivoluzione annunciata | pag. 114
di Roberto Rizzente