Sommario: Numero 2 di aprile-giugno 2023
Numero 2 di aprile-giugno 2023
Vetrina
Viaggio nellʼItalia del teatro partecipato, dove le comunità ritrovano se stesse | pag. 2
Sono sempre di più i progetti attivati in Italia in cui a lavorare insieme sono artisti professionisti e gruppi di cittadini, che fanno del teatro uno strumento, un luogo d’incontro e confronto. Un’indagine sui principali esempi e sulle ragioni del successo di questo “genere”.
di Elena Scolari
Comizi d’amore, l’amore (e il sesso): indagine teatrale nel Friuli di oggi | pag. 5
di Roberto Canziani
Napoli, si spegne la luce sul Nuovo Teatro Sanità | pag. 6
I lavori di adeguamento richiesti dalla Digos, la lievitazione dei costi di ristrutturazione e il mancato dialogo con il Comune, proprietario dell’immobile, costringono il teatro diretto da Gelardi alla chiusura. Una ferita profonda nel tessuto culturale della città.
di Alessandro Toppi
Teatringestazione, la scena come sede di una socialità sperimentale | pag. 7
Dalla propria casa nel centro storico di Napoli, a due passi da San Domenico Maggiore, la compagnia conduce un’attività artistica dal forte impatto sociale. Nell’organizzazione i festival come nell’attività in carcere, protagonista il “cittadino” sul “consumatore”.
di Emilio Nigro
Collettivo Amigdala, quando lʼarte ascolta i luoghi e le comunità | pag. 8
Generare comunità temporanee di cittadini che acquisiscono, attraverso l’arte, la consapevolezza dei luoghi in cui vivono: questo uno degli obiettivi primi del collettivo di artiste e curatrici, tutto al femminile, attivo a Modena dal 2005.
di Matteo Brighenti
TEATROMONDO
Il Théâtre de Vidy di Losanna: sullʼacqua e al centro dellʼEuropa | pag. 9
Due anni di lavori per una felice metamorfosi del teatro costruito sul lago Lemano quasi sessant’anni fa e diventato, negli anni, un polo internazionale di creazione e sperimentazione nelle arti dello spettacolo.
di Laura Bevione
A Vienna, fra scandali vecchi e nuovi e questioni sociali indagate con fantasia | pag. 10
La stagione teatrale della capitale austriaca propone adattamenti di classici della letteratura, ma anche riflessioni su casi di attualità, dall’inchiesta sugli orfanotrofi alla salvaguardia dell’ambiente.
di Irina Wolf
New York, quel bellʼequilibrio tra memoria, passato e futuro | pag. 12
Mentre in scena spopola Leopoldstadt di Stoppard, dramma fluviale su una famiglia viennese ai tempi della Shoah, il La Mama riapre dopo una poderosa ristrutturazione e gli artisti emergenti dell’Exponential Festival invadono la città.
di Laura Caparrotti
Nei vicoli del Cairo alla scoperta del Downtown Contemporary Arts Festival | pag. 14
Compie dieci anni il maggior festival egiziano, dove confluiscono le molte facce della creatività del mondo arabo con danza, musica, teatro e arti visive, a cui si aggiunge l’Arab Art Focus, attesa vetrina biennale sulle produzioni dell’area Swana (South West Asia and North Africa).
di Brunella Fusco
Dante attraverso la giungla tropicale, Bali e il sottile confine tra rito e teatro | pag. 16
Una collaborazione nata quasi per caso, durante il lockdown, quella di Instabili Vaganti con Made Suteja e Kadek Budi Setiawan, artisti balinesi. Dalle prime prove online all’esperienza dal vivo, Oriente e Occidente si incontrano nelle parole del Sommo Poeta.
di Nicola Pianzola
HUMOUR
r(UMOR)noir
C’era una volta una matta… | pag. 18
di Fabrizio Sebastian Caleffi
DOSSIER
Teatro e follia | pag. 19
a cura di Marco Menini, Roberto Rizzente e Francesco Tei
Andreoli: viva i matti, senza copione nel gran teatro dellʼesistenza | pag. 20
Depositaria di una visione del mondo diversa da quella dominante, la follia è, per lo psichiatra Vittorino Andreoli, una risposta al rifiuto della società, cui il matto reagisce fuggendo nella depressione o rompendo il rapporto tra l’Io e l’Altro. Con conseguenze benefiche per la creatività.
di Vittorino Andreoli e Roberto Rizzente
Cʼè o ci fa? Duemilacinquecento anni tra finzione, esaltazione e (auto)distruzione | pag. 22
Avversata, idolatrata, temuta dagli uomini, epifania del divino piuttosto che conseguenza della convenzioni sociali, strumento drammaturgico per sviluppare l’intreccio o enucleare una verità, la follia ha fatto parte della storia del teatro, dai Greci fino a Strindberg e all’espressionismo tedesco.
di Alice Strazzi, Claudio Bernardi, Laura Bevione, Stefania Di Carlo, Gianni Poli, Marco Castellari e Andrea Bisicchia
La follia creativa: il caso di Antonin Artaud | pag. 25
di Gianni Poli
Follia vera e follia simulata nel teatro di Luigi Pirandello | pag. 26
Più frequenti, nei testi del drammaturgo siciliano, coloro che si fingono pazzi (o sono costretti a farlo, come Beatrice Fiorica) dei folli veri. E “recitare” la parte del pazzo può diventare gioco, difesa, irrisione. La stessa signora Frola non delira, ma, come Cotrone de I giganti, sogna di vivere un’altra realtà.
di Andrea Bisicchia
Balordi e svitati nel teatro di Dario Fo | pag. 27
di Simone Soriani
Napoli: da Eduardo a Borrelli la metamorfosi della corda pazza | pag. 28
Il teatro napoletano ha fatto un uso politico e singolare della follia, servendosene come di un grimaldello per rivelare lo sporco che è nella società, stretta tra l’abusivismo edilizio, la criminalità, e l’omologazione imposta dal capitalismo.
di Alessandro Toppi
Sogno, delirio e profezia nellʼopera di Pier Paolo Pasolini | pag. 30
L’inconscio e l’irrazionale, spesso confinanti con la bestialità e la malattia, sono per Pasolini legittime forme di resistenza contro l’omologazione imposta dalla società borghese, e il viatico per una conoscenza più piena (e profetica) delle cose.
di Matteo Boriassi
Il teatro nelle aree del disagio psichico, piccola guida tra le iniziative in Italia | pag. 31
Dai Dipartimenti di Salute Mentale e Opg al palcoscenico, dall’esperienza terapeutica ed espressiva alla scommessa (a volte riuscita) di creare attori “veri”, capaci di inserirsi in un contesto professionale, sono numerose, in Italia, le occasioni per riscattare, tramite l’arte, le cosiddette patologie psichiatriche.
di Renata Savo
Storia di Marco, cavallo azzurro, e di Giuliano, poeta d’oro | pag. 32
di Roberto Canziani
Se i matti non vanno a teatro, il teatro va dai matti | pag. 33
di Renata Savo
Manfredini: con la coscienza negli stati sublimi, divini e infernali | pag. 34
Nel suo trentennale lavoro, Danio Manfredini ha saputo guardare alla follia con sguardo lucido e partecipato, concependo personaggi che lo hanno accompagnato negli anni. Uno su tutti quello di Luciano, che nasce da Tre studi per una crocifissione del 1992, diventando poi il protagonista dell’omonimo lavoro del 2017.
di Danio Manfredini e Giusi Zippo
Pippo Delbono: rimpiango Bobò e sono il capo del Teatro-follia! | pag. 35
Attore, autore e regista, Delbono si è confrontato a più riprese con il disagio mentale, attraverso figure ai margini che, dal 1997, hanno contribuito a plasmare un linguaggio peculiare, avverso tanto al teatro sociale quanto a quello mainstream, legato al personaggio.
di Pippo Delbono e Marco Menini
Scomposizioni e acrobazie interiori: le attrici raccontano e recitano la follia | pag. 36
Tre ruoli femminili di “pazze” della storia del teatro, dall’Ofelia di Shakespeare alla Sarah Kane di 4:48 Psychosis, passando per la Blanche DuBois di Tennessee Williams, nella restituzione di interpreti di diverse età. E c’è chi è specializzata nel personaggio…
di Laura Caretti
Lear e gli altri, tra delirio e poesia, vittime degli uomini o degli dèi | pag. 38
Re Lear, Oreste, Woyzeck e Osvald Alving: quattro grandi ruoli al maschile di folli raccontati da interpreti di diverse generazioni, dal veterano Glauco Mauri a Claudio Morganti, fino agli emergenti Giovanni Drago e Gianluca Merolli.
di Francesco Tei
Scrivere per la scena sulla follia: lʼItalia in cinque tappe esemplari | pag. 40
Ispirata ai grandi del passato, la drammaturgia italiana contemporanea legge nel disagio psichico un’occasione di conoscenza e riscatto, invisa alla società. Come dimostrano, tra i tanti, alcuni spettacoli di Perrotta, Massini, Celestini, Carullo/Minasi e Scaldati.
di Federico Bellini
Americani ed europei contro le «imprese di sicurezza delle coscienze» | pag. 42
Occasione di fuga per evadere o, viceversa, soccombere alla realtà; patologia ereditaria con la quale convivere o tecnica per rivelare gli orrori del presente, le pretese totalitarie del potere piuttosto che la tragicità del destino umano: la follia domina nella drammaturgia del secondo Novecento, europea e americana.
di Laura Santini, Roberto Menin, Gianni Poli, Giuseppe Liotta, Letizia Russo, Manuela Cherubini e Fabrizio Sebastian Caleffi
Antonio Rezza e Antonin Artaud: il teatro nasce da un delirio organizzato | pag. 45
di Amelia Natalia Bulboaca
Danzare la pazzia: declinazioni possibili di corpi, drammaturgie e movimento | pag. 45
Indagata già dai tempi di Giselle, la follia ha enormemente arricchito il repertorio della danza contemporanea, tanto come tema drammaturgico quanto come motivo ispiratore di una ricerca originale sul corpo e il movimento da Mats Ek e Neumeier fino a Roberto Zappalà.
di Carmelo A. Zapparrata
Tra femminile e cretinismo la grazia folle di Carmelo Bene | pag. 47
di Vincenza Di Vita
Per lʼamore o per il potere, la follia nel melodramma | pag. 48
La scena della pazzia figura sin dalle origini tra i topos del melodramma. Il modello settecentesco, basato sulla reversibilità della patologia, cede presto il passo ad approcci più complessi, tra articolati richiami alla mitologia e impietose diagnosi della realtà.
di Giuseppe Montemagno
ANNIVERSARI
Testori per il teatro oggi, la forza profetica di una drammaturgia | pag. 50
Testori e il magistero del suo lavoro teatrale si impongono oggi, a cent’anni dalla nascita, con sorprendente attualità. Dal rapporto tra romanzo e teatro all’invenzione di una lingua, proponiamo qui alcuni temi sui quali l’autore interroga ancora il teatro contemporaneo.
di Annamaria Cascetta
Quel che resta di Franca, il diritto di stare sola in scena | pag. 52
A dieci anni dalla scomparsa di Franca Rame, una riflessione su quale sia il suo lascito nel teatro contemporaneo. Sdoganare gli assoli al femminile di cui è stata antesignana? Rivendicare il diritto all’autorialità delle donne? Portare avanti tematiche scomode mai toccate dal teatro?
di Simone Soriani
EXIT
Ultime parole, ultimi passi di danza i frammenti di storia che se ne vanno | pag. 53
Le regie di Scaparro, le visioni critiche di Georges Banu, la drammaturgia televisiva di Costanzo, il sorriso di Marescotti, la parola poetica di Sgorbani, accanto alle coreografie ella tv di Gino Landi, e all’impegno di Nuti: gli addii di questo inizio di primavera.
di Claudia Cannella, Giuseppe Montemagno, Fabrizio Sebastian Caleffi, Giuseppe Liotta, Diego Vincenti e Albarosa Camaldo
RITRATTI
Roberto Anglisani, dal Terzo Teatro al ruolo politico delle storie | pag. 56
Con un talento naturale per la narrazione, l’attore ne ha perfezionato col tempo la complessa arte. Dall’esperienza con Marco Baliani alla ricerca solitaria, alla regia, le sue sono piccole-grandi storie di esclusi capaci di riscatto, che parlano a ogni essere umano.
di Elena Scolari
Lʼopera è nel mondo e tra chi lo abita, Luigi Dadina e lʼarte come relazione | pag. 57
Co-fondatore, nel 1983, del Teatro delle Albe, l’artista ravennate è da sempre attento alle connessioni di cui il teatro è luogo principe: tra generazioni, culture, età. Ora è al lavoro su una nascente esperienza di teatro comunitario a Lido Adriano, alla periferia di Ravenna.
di Michele Pascarella
NATI IERI
Surrealisti, poeti e spietati sognatori il graffio alla realtà di Les Moustaches | pag. 58
Un collettivo di giovani artisti, attivi in teatro e pronti a sperimentarsi con i linguaggi dell’arte visuale: sono la giovane compagnia di Fara Gera d’Adda. Tre spettacoli, molti progetti aperti, talento e intelligenza il loro motore creativo.
di Mario Bianchi
CRITICHE
Le recensioni dalla seconda parte della stagione teatrale | pag. 60
CRITICHE/VISTI IN ITALIA | pag. 86
DANZA | pag. 88
LIRICA | pag. 90
BIBLIOTECA
Le novità dal mondo editoriale | pag. 92
a cura di Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo
TESTI
Zorro | pag. 96
di Federico Bellini e Antonio Latella
LA SOCIETÀ TEATRALE
Le notizie dal mondo del teatro | pag. 112
a cura di Roberto Rizzente
Teatro e carcere: novità all’orizzonte | pag. 112
di Francesco Tei