Sommario: Numero 4 di ottobre-dicembre 2020
Vetrina
Aprire o non aprire? Il dilemma
dei teatri nell’autunno dello scontento | pag. 2
Penalizzati dalle nuove normative anti-Covid, i teatri italiani sono costretti a fare i salti mortali
per garantire le stagioni. Con effetti destabilizzanti sull’ecosistema nazionale e la tenuta
dei cartelloni, ma anche possibili aperture in termini di solidarietà, creatività e digitalizzazione.
di Roberto Rizzente
Creare comunità, i festival
come humus della polis | pag. 4
Costruiscono relazioni, rafforzano i legami sociali, fanno circolare idee e producono
economia di qualità: oltre che eventi artistici, i festival sono anche potenti motori
di crescita per i territori, oggi – in tempo di crisi – più che mai.
di Elena Scolari
I mestieri del teatro, tutto cambia
o tutto torna come prima? | pag. 6
Covid o non Covid, sono ancora troppe le questioni aperte che riguardano il futuro
dello spettacolo dal vivo. Per esempio, il processo di affermazione dei diritti
dei lavoratori, che la riapertura in sicurezza delle attività teatrali non deve arrestare.
di Valeria Brizzi e Arianna Lomolino
Piccolo Teatro di Milano,
la notte buia delle istituzioni | pag. 7
Giunge all’epilogo la vicenda complessa del cambio al vertice del primo teatro
nazionale italiano. Dopo mesi di attese, rimpalli, ostruzionismi e incomprensibili
silenzi, l’allargamento del Cda fa intravedere una, pur discutibile, via d’uscita.
di Sara Chiappori
Cristina Pezzoli,
la poesia è azione, l’azione è poesia | pag. 8
«Cristina Pezzoli. Palombaro», così si definiva la regista scomparsa a maggio, perché
amava immergersi nelle profondità dell’essere umano, per far emergere il talento
di ogni attore. Dando vita a un teatro capace di trasformare il mondo.
di Letizia Russo, insieme a Jacopo Bicocchi, Valentina Brusaferro, Ilaria Costanzo, Matteo Cremon, Lorenzo De Moor,
Mattia Fabris, Francesca Farcomeni, Carlo Orlando, Noemi Parroni ed Elena Vanni
Leggeri come Sacchi di Sabbia,
la comicità di un’irraggiungibile tragedia | pag. 10
Colto, popolare, sospeso tra “alto” e “basso”, è il teatro de I Sacchi di Sabbia,
toscani fino al midollo, che quest’anno compiono venticinque anni di attività
insieme, e li festeggiano con un pericoloso viaggio “dentro” Roberto Latini.
di Marco Menini
Piccola Compagnia Dammacco:
stare all’inferno e creare la bellezza | pag. 12
Un incontro casuale, quello tra Mariano Dammacco e Serena Balivo, docente lui,
allieva lei presso la Cattolica di Brescia: due necessità che si completano nel progetto
della Compagnia in un dialogo continuo tra parola poetica, pagina scritta e scena.
di Alessandro Toppi
Il salvataggio da un naufragio,
l’amore nell’età di mezzo | pag. 13
di Renzo Francabandera
Teatromondo
Vienna e Salisburgo, le fragilità
dell’uomo contemporaneo | pag. 14
Se il festival salisburghese conferma il proprio ruolo pionieristico, nei cento anni
dalla fondazione e, grazie a un protocollo rigidissimo a prova di Covid, riesce
a offrire spettacoli di qualità, a Vienna va in scena la crisi del presente.
di Irina Wolf
Humour
G(L)OSSIP | pag. 16
Woody über Allen
di Fabrizio Sebastian Caleffi
Dossier
Soli in scena | pag. 17
a cura di Laura Bevione e Laura Caretti
Libertà e responsabilità:
l’arte di stare soli in scena | pag. 18
Anna Caterina Antonacci, Marco Baliani e Cristiana Morganti parlano della loro esperienza,
del processo di composizione e di regia di un assolo, evidenziando le difficoltà e i privilegi
di questo tipo di operazioni, il cui ruolo resta fondamentale.
di Laura Bevione e Laura Caretti
Dalla pagina al palcoscenico:
monologhi in performance | pag. 20
Chi sono questi personaggi soli in una camera da letto, stanza d’ospedale, squallida tana,
abitanti di uno spazio senza confini, scavato dalle passioni? Parlano di sé, a chi? E che accade
quando diventa teatro, le loro parole risuonano in una voce dal vivo e noi le ascoltiamo?
di Laura Bevione e Laura Caretti
Fo-Rame, il giullare e la giullaressa:
commedia e tragedia, coppia perfetta | pag. 24
Performer solista dalle infinite voci e personificazioni, Fo si rivolge in presa diretta al pubblico,
coinvolgendone la mente e la visione del mondo e del potere. Diversi e più drammatici
i monologhi di Franca Rame, che spezzano in dialogo la solitudine dei personaggi.
di Simone Soriani
Carmelo Bene: l’in-canto della voce | pag. 26
Un ritratto dell’artista, tracciato seguendo le linee del suo vero volto con i colori accesi
della sua sfida al teatro, per ritrovare il senso delle sue parole, la coerenza della sua ricerca
e riascoltare, nei monologhi e nei concerti/sconcerti, il suono della sua voce che diventa canto.
di Piergiorgio Giacchè
Un’affollata solitudine:
nel laboratorio di Leo de Berardinis | pag. 28
Come componeva Leo de Berardinis i suoi monologhi? Le pagine dei tanti quaderni preparatori, conservati
nel suo archivio, svelano uno straordinario processo creativo che, partendo da frammenti presi agli autori
più amati (Dante, Omero, Shakespeare, Joyce…), approda a una propria, originalissima, scrittura scenica.
di Stefano Casi
Leo e Carmelo, un confronto attraverso Dante | pag. 29
di Stefano Casi
Io sono una moltitudine,
la scena-mondo dei narratori | pag. 30
Il teatro di narrazione, esploso tra la fine degli anni Ottanta e il Duemila, sembrerebbe
il regno di performer solitari. Ma i mondi che evocano sono in realtà affollati di personaggi,
di cui loro si fanno medium con lo spettatore, servendosi di tecniche molto precise, di oggetti
e di un rapporto sempre più frequente con la musica e i musicisti.
di Claudia Cannella
Incanti e sortilegi:
i solisti del teatro ragazzi| pag. 33
Abilità affabulatoria, talento attoriale, invenzioni a sorpresa e percezione viva del pubblico: ecco come
i narratori di oggi rinnovano, in modi diversi, l’arte antica del racconto sulla scena del teatro ragazzi.
di Mario Bianchi
Shakespeare solos,
ovvero il trionfo del monologo | pag. 34
Accanto all’imperituro grande attore che emerge sugli altri in primo piano,
negli ultimi decenni alcuni interpreti hanno occupato da soli la scena shakespeariana
dando nuova voce ai protagonisti, soprattutto ad Amleto, ma anche ai personaggi minori.
di Laura Caretti
Aspiranti attori alla prova,
Francesco Manetti racconta… | pag. 35
di Laura Caretti
La rivoluzione novecentesca,
la voce e i suoi paesaggi sonori | pag. 36
Proprio negli a solo si dispiega la natura polifonica e la potenza espressiva della voce
così come Carmelo Bene ha saputo svelare, lasciando un’eredità di ricerca artistica
e riflessione teorica che altri possono seguire e variare in altri modi, come fa Roberto Latini.
di Valentina Valentini
Cosentino e Timpano: realtà e inganno,
il caso di due romani “irregolari” | pag. 37
di Matteo Brighenti
Io (non) ballo da sola | pag. 38
Tra danze permeabili e di durata, atti politici, “esposizioni” e nuove vie verso il pubblico, a sei coreografe
italiane, che hanno deciso di mettersi in scena e di dirigersi in un solo, abbiamo chiesto: in che momento
è nata l’idea di una danza al singolare e perché? Alla fine, si è veramente “sole” sulla scena?
di Lorenzo Conti
«Sola, perduta, abbandonata»
le voci femminili del melodramma | pag. 40
La solitudine è donna, nel teatro lirico tra Otto e Novecento: per punizione o per scelta,
per assicurare amore o per lenire il dolore. Da Verdi a Poulenc, una galleria di personaggi
femminili svela le strade dell’isolamento dal mondo.
di Giuseppe Montemagno
Il soliloquy, cuore pulsante del musical | pag. 42
Dal palcoscenico al grande schermo, l’assolo dell’artista di musical è occasione privilegiata
per incantare il pubblico e per dare prova di qualità mirabolanti.
di Sandro Avanzo
Parola poetica, compagna di scena | pag. 43
Elena Bucci, Mariangela Gualtieri, Ermanna Montanari, Moni Ovadia e Marcello Sambati raccontano la loro
relazione attorale con la poesia, in rapporto alla solitudine in scena, condizione privilegiata di incontro con l’altro.
di Michele Pascarella
Uno e centomila,
cabarettisti di ieri e di oggi | pag. 44
Dallo Chat Noir parigino al Derby e allo Zelig milanesi, ma anche al Bagaglino romano,
un rapido sguardo alla storia del cabaret e ai tanti protagonisti di quell’arte
del monologo satirico che, soprattutto in Italia, ha antropologiche radici popolari.
di Ira Rubini
Giornalisti e scrittori in scena:
guardare negli occhi i propri lettori | pag. 45
di Laura Bevione
Stand Up: dal night club a Facebook
i feroci solisti della satira | pag. 46
«Stand Up è scrivere, recitare, montare e produrre; è tutto»: un genere frutto
del genio solitario di un comico che, su un palcoscenico spoglio, riesce
a parlare con un pubblico variegato e vastissimo.
di Laura Caparrotti
Territori di confine: gli strani casi
di Rezza e Bergonzoni | pag. 47
Due “anomalie” della scena italiana, due monologanti che amano complicare i discorsi
e spezzare consuetudini consolidate; e persino le loro differenze celano un’analoga
volontà di non rinunciare alla propria personalissima poetica.
di Diego Vincenti
nati ieri
Kepler-452, la rivoluzione
e come farla dentro e fuori il teatro | pag. 48
Dal Festival 20 30 al teatro partecipato, una convinzione guida la giovane compagnia
bolognese nella quotidiana ricerca: non siamo impotenti nei confronti del mondo. E il
teatro è un posto magnifico per ascoltare e trasformare la realtà. Con l’aiuto degli altri.
di Matteo Brighenti
teatro ragazzi
Premio Scenario Infanzia,
da qui si vede l’orizzonte del teatro | pag. 50
Quattordici progetti, due vincitori ex aequo, tre segnalazioni, per un’edizione di alta
qualità. Nonostante le limitazioni da pandemia, il Premio dell’Associazione Scenario
laurea anche quest’anno le promesse del teatro ragazzi.
di Mario Bianchi
critiche | pag. 52
Biennale teatro 2020, Venezia – Estate teatrale veronese – Mittelfest, Cividale del Friuli – Stagione Css Blossom-Fioriture, Udine – Estate sforzesca, Milano – Da vicino nessuno è normale, Milano – Estate del Teatro Franco Parenti, Milano – Tramedautore, Milano – Il Giardino delle esperidi, Campsirago – Astiteatro 42 – Festival delle Colline Torinesi – Summer Plays, Torino – Festival di Borgio Verezzi – Terreni Creativi, Albenga – Santarcangelo dei teatri – Trasparenze Festival, Modena – Festival Orizzonti, Chiusi – Kilowatt, Sansepolcro – Volterra Teatro – Festa del Teatro, San Miniato – Festa del Teatro, Monticchiello – Contemporanea, Prato – Todi Festival – Short Theatre, Roma – Romaeuropa – Napoli Teatro Festival Italia – RaMe Festival, Crotone – Stagione del teatro antico, Siracusa – Festival dei Tacchi, Jerzu
danza
Universi danzati tra la terra e il cielo | pag. 84
di Laura Bevione, Renata Savo, Nicola Arrigoni, Carmelo A. Zapparrata, Paolo Crespi e Francesco Tei
lirica
Con trucchi, magie e adattamenti
l’opera attraversa l’epidemia | pag. 87
di Pierfrancesco Giannangeli, Gianni Poli e Francesco Tei
exit
Franca Valeri, Gianrico Tedeschi:
due vite lunghe giusto un secolo | pag. 88
In sintonia, due eccellenze del teatro italiano ci hanno lasciato, solo un attimo
dopo aver compiuto i cent’anni. Una doppia uscita di scena, traguardo
di due esistenze straordinariamente ricche.
di Roberto Canziani
biblioteca | pag. 90
testo
Mario e Saleh | pag. 96
di Saverio La Ruina
La società teatrale
I registi teatrali e la fascinazione della cinepresa | pag. 106
di Roberto Rizzente