Il gioco, la caduta e le parole che salvano:
storia minima di redenzione e felicità
Bar Stella, la periferia di una grande città, solitudini che cercano una luce sotto la quale incontrarsi e poter dipanare la matassa di vite che altrimenti scorrerebbero una accanto all’altra senza mai dialogare, due fratelli che si ritrovano e il cui destino sembra fondersi in un’unica soluzione, e una donna, la proprietaria del bar, che rielabora la routine di giorni sempre uguali, cercando di trattenere accanto a sé il mondo che scorre davanti ai suoi occhi. E ci sono le parole, pesanti a volte, le parole che non vorremmo mai sentirci dire, quelle che fanno male, e quelle che salvano e restituiscono agli uomini la loro dignità e il coraggio di guardare oltre l’apparente insensatezza dell’agire umano.
Bar Stella, oltre a raccontare una storia, minima, impalpabile quasi, agisce dal suo interno per fare emergere una serie di riflessioni che riguardano la diversità, la normalizzazione, il tema del doppio, la difficoltà di relazione in un contesto sociale che non ci dà più il tempo per dedicarci agli affetti a tempo pieno, il gioco come recupero di un’infanzia felice che dovrebbe sempre camminare al fianco della maturità.
Il tema però più rilevante, che ha accompagnato tutta la scrittura e la sua successiva messa in scena, è quello della caduta. Quante volte siamo caduti nella vita? A quanti “io” caduti” abbiamo imputato fallimenti, rinunce, smarrimenti? Quanto siamo rimasti inerti sul fondo che ci ha raccolti? Quanto abbiamo agito per tentare una risalita? Bar Stella è una finestra su un luogo senza spazio né tempo, nel quale il dialogo con l’altro e con sé tenta di sciogliere dei nodi, di mettere insieme frammenti di identità esplose e di ricomporli in un progetto di redenzione e di felicità. Tino Caspanello
TINO CASPANELLO. Diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Perugia, nel 1993 ha fondato a Messina la Compagnia Teatro Pubblico Incanto con la quale ha allestito una trentina di spettacoli sui testi di Eduardo De Filippo, Jacopone da Todi, Shakespeare, Pirandello, Albee, Melville, Consolo, Wilcock, iniziando anche la sua attività di drammaturgo. I suoi testi, hanno ricevuto numerosi premi: Mari, Premio Speciale della Giuria – Premio Riccione Teatro 2003 e Palmarès Eurodram, Comitato albanese, 2019 (pubblicato su Hystrio n. 2.2005); Malastrada, segnalato al Premio Dante Cappelletti 2008 (pubblicato su Hystrio n. 4.2010); Quadri di una rivoluzione riceve il Palmarès Eurodram, Comitato italiano, 2014. I testi di Tino Caspanello sono tradotti in inglese, francese, cinese, albanese, greco, turco e polacco e pubblicati in Europa, Asia e Usa. In Italia sono pubblicati in 4 volumi da Editoria&Spettacolo: Teatro di Tino Caspanello (Mari, Rosa, Nta ll’aria, Malastrada, Sira, Interno, Fragile), 2012; Quadri di una rivoluzione (Quasi notte, Quadri di una rivoluzione, 1952 a Danilo Dolci, Terre 1-2), 2013; Polittico del silenzio (Ecce Homo, Kyrie, Agnus), 2016; Sottotraccia (Blues, Orli, Niño, Sottotraccia, Don’t cry Joe), 2018.
La Locandina
BAR STELLA, scritto e diretto da Tino Caspanello. Scene e costumi di Cinzia Muscolino. Con Francesco Biolchini, Tino Calabrò, Cinzia Muscolino. Prod. Teatro Pubblico Incanto, PAGLIARA (Me).
Lo spettacolo ha debuttato al Teatro dei Tre Mestieri di Messina il 7 febbraio 2020. Su Hystrio n. 2.2020, pag. 81, puoi leggere la recensione dello spettacolo.