2023 - 3
luglio | settembre

COME UNA SPECIE DI VERTIGINE Il Nano, Calvino, la libertà

ex s-Calvino o della libertà

Numero personaggi: 1
di Mario Perrotta

AUTOPRESENTAZIONE

La libertà, Calvino e io: un omaggio personalissimo

Il personaggio in scena è un abitante del Cottolengo di Torino, il Nano del romanzo autobiografico La giornata d’uno scrutatore, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina, se pur memorabile.
Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza – esistenza che Calvino non ci racconta – proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e il Nano del romanzo ne è totalmente privo. E torno così alle ragioni prime del mio progetto: non certo uno spettacolo su Calvino, ma uno spettacolo sulla libertà, sull’autodeterminazione, tema che occupa da tempo i miei pensieri sull’uomo in quanto animale sociale e sulle storture del nostro convivere. Per mia fortuna lo stesso tema ha assediato i pensieri di Italo Calvino lungo tutta la sua parabola letteraria, attraversando ugualmente i romanzi realistici, così come quelli fantastici e l’epoca combinatoria. Questo mi ha consentito di coniugare il mio “ragionare di libertà” con la possibilità di affrontare un autore che ho molto amato ma che mai avevo osato accostare. Ho sempre pensato, infatti, che Calvino fosse impossibile da rappresentare, almeno così com’è.
È stato questo confluire delle mie riflessioni e di quelle di Calvino intorno a quella parola fragile che è “libertà” che mi ha convinto a provarci. E, soprattutto, è stato la scoperta di quel romanzo considerato minore e quel personaggio così impossibilitato a scegliere per se stesso a darmi una plausibile via da percorrere con la mia scrittura. Parto, quindi, dalla sua condizione antitetica di disabile totale per parlare della condizione di noi “abili”, che la libertà la sprechiamo ogni giorno. E affondo le mani liberamente negli altri scritti di Calvino “scalvinandoli”, scompigliandoli e ricomponendoli in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi, così come serve al Nano per procedere nella sua serata di spettacolo. Spettacolo che è l’unico tempo a sua disposizione, deve andare dritto al punto. E allora scelgo una lingua-cadenza necessaria allo scopo: un “lombardo area Milano-Brianza” non meglio identificabile, ma che restituisca quella praticità schietta, quella praticità al limite dello sbrigativo di quella parte del nostro Paese.
Ne è venuto fuori uno spettacolo profondamente mio che – al contempo – mi sembra rispettare nella sua sostanza profonda la lezione calviniana sulla libertà. Un omaggio personalissimo a un autore che ha saputo modellare la mia visione delle cose del mondo.
Mario Perrotta

La locandina
COME UNA SPECIE DI VERTIGINE. Il Nano, Calvino, la libertà (ex s-Calvino o della libertà), testo, regia e interpretazione di Mario Perrotta. Collaborazione alla regia di Paola Roscioli. Musiche di Marco Mantovani e Mario Perrotta. Prod. Permàr-Compagnia Mario Perrotta, MEDICINA (Bo) ed Ert/Emilia Romagna Teatro, MODENA. 

Lo spettacolo ha debuttato dal 15 al19 marzo 2023 al Teatro Carcano di Milano. Le successive repliche previste nel 2023 sono: 29 luglio a Villagrande Strisaili (Nu), 26 agosto a Costa di Mezzate (Bg), 8 settembre a Trevignano (Tv), 16 settembre a Pieve S. Stefano (Ar), 6 ottobre a Donnafugata (Rg), 7 ottobre a Catania, 8 ottobre a Reggio Calabria, 14-15 ottobre a Bari, 7-12 novembre a Bologna, 24 novembre a Correggio (Re), 12-13 dicembre a Terni, 15-16 dicembre a Modena; e nel 2024: 1-2 febbraio a Rimini, 3 febbraio a Ragazzola (Pr) e 8 febbraio a Guastalla (Re).

Mario Perrotta - foto: Samuel Webster
Mario Perrotta (foto: Samuel Webster)

MARIO PERROTTA, uomo di teatro, non ha mai compreso il limite tra il drammaturgo, il regista e l’attore, coinquilini dello stesso corpo e dello stesso pensiero. Nel 2003 con Italiani cìncali si riappropria del suo dialetto salentino e inaugura un percorso teatrale incentrato su continue svolte e sul rifuggire qualunque forma di arroccamento in uno stilema. Usa il suo dialetto anche in Odissea (2008). Nel 2009 traduce in italiano gli alessandrini de Il Misantropo di Molière, riscrive nei dialetti dei suoi attori le commedie di Aristofane e inventa un idioma meridionaleggiante per la sua versione di Bouvard et Pécuchet di Flaubert. Con questa trilogia vince il Premio Ubu speciale 2011. Ancora una nuova lingua con Un bès-Antonio Ligabue (Premio Ubu miglior attore 2013 – Premio Hystrio Twister 2014) e ancora una svolta scenica con i 160 artisti di Bassa continua (Premio Ubu al progetto artistico e Premio Anct 2015). Nel 2015 con Milite ignoto la lunga ricerca sul linguaggio approda a una lingua-mix di tutti i dialetti d’Italia consustanziale alle vicende messe in scena. Pubblica due romanzi, scrive Emigranti Esprèss per Rai Radio 2 con il quale si aggiudica l’International Radio Competition (ex-aequo con la Bbc). La sua trilogia In nome del padre, della madre, dei figli debutta nel 2018 al Piccolo Teatro di Milano e si conclude con il Premio Ubu alla drammaturgia per Dei figli (2022). I suoi testi sono messi in scena in diverse lingue anche al Festival d’Avignon e al New York Solo Festival (Miglior testo straniero 2018 per Un bès). Vince il Premio Hystrio alla Drammaturgia nel 2008. Dall’autunno 2023 progetterà per Regione Puglia e Teatro Pubblico Pugliese Apulia Masterclass, progetto di alta formazione con maestri nazionali e internazionali.

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