2014 - 2
aprile |giugno

I vicini

Premio Hystrio alla Drammaturgia 2013

Numero personaggi: 5
di Fausto Paravidino

Personaggi

 

LUI
GRETA, la sua compagna
CHIARA, la nuova vicina
MARITO, il marito di Chiara
LA VECCHIA, la vecchia vicina

Autopresentazione

 

Paure reali e immaginarie,
la malattia sociale dell’uomo contemporaneo

Lui sente dei rumori provenire dal pianerottolo. Cercando di non farsi sentire va a guardare dallo spioncino. I rumori cessano. Ritorna al suo posto. Quando Greta torna a casa glielo dice, mentre lei non c’era lui ha visto i vicini. Com’erano? Lui non sa dire, vedere non è capire, però ne ha paura. Perché?
E chi lo sa, se sapessimo esattamente di cosa abbiamo paura, probabilmente paura non ne avremmo. Lui ha paura dei vicini. Perché? Non lo sa. E Greta? Greta no. Greta non ha nessuna paura dei vicini. Anzi, non vede l’ora di farne la conoscenza, lei ha paura della vecchia. Che vecchia? La vecchia che vede di notte. La vicina. La vicina che c’era prima che arrivassero i nuovi vicini. La vicina che c’era prima di morire. È un sogno? No. È un fantasma? Se non è viva e non è un sogno si suppone che sia un fantasma. Lui, come la maggior parte delle persone che non li vedono non crede ai fantasmi, Greta, come la maggior parte delle persone che li vedono, sì, un po’ ci crede. I vicini non sembrano affatto pericolosi. Una sera si incontrano persino, tutti e quattro. Quella sera succedono cose strane, però non spiacevoli, bene. Solo che la notte la vecchia ricompare. Lei ha sempre più paura, lui ne ha sempre meno, ormai lui va d’accordo coi vicini, si vedono di nuovo. I vicini sono molto cambiati. In peggio. Perché?
I Vicini è una pièce sulle nostre paure. Sulle nostre paure immaginarie, sulle nostre paure reali. Sulle nostre paure reali che sono le nostre paure immaginarie. È una pièce su noi stessi, sugli altri, su noi stessi e gli altri, sui vicini lontani, sulla guerra, su quello che è reale, su quello che è immaginato, su quello che è reale perché è immaginato. Un po’ come certi fantasmi, un po’ come certo teatro. Fausto Paravidino

Premio Hystrio alla Drammaturgia: la motivazione

 

Stregato dal palcoscenico giovanissimo, oggi trentaseienne, Fausto Paravidino può vantare un curriculum che lo colloca tra le punte di diamante della drammaturgia italiana contemporanea. Anche attore, ad appena 21 anni scrive la sua prima commedia, Trinciapollo. Segue Due fratelli, che gli vale il Premio Riccione-Tondelli e l’Ubu come migliore novità italiana. È l’abbrivio di una carriera folgorante: Natura morta in un fosso, La malattia della famiglia M., ma anche Genova 01 e Noccioline- Peanuts, testi creati nel corso di due fondamentali esperienze londinesi presso il National Theatre e il Royal Court. Esperienze che consolidano il piglio anglosassone della sua scrittura, fatta di dialoghi fulminanti, ma pervasi da una tragicomica malinconia di gusto cechoviano. Costante delle pièce di Paravidino, in cui temi politici si mescolano ad analisi, mai ciniche né compiaciute, del nostro disorientato presente, è la capacità di osservare e descrivere a fondo la contemporaneità e, in particolare, la realtà, misera e frustata, ma anche innocente e ingenua, della provincia italiana. Una poetica approfondita negli ultimi due lavori: il toccante Il diario di Mariapia, dedicato alla lotta contro il cancro coraggiosamente combattuta dalla madre, ed Exit, leggera ma tutt’altro che superficiale radiografia di una coppia in crisi. Il Premio Hystrio alla drammaturgia va quindi a Fausto Paravidino, autore capace di ritrarre con efficacia e umanità un mondo alla deriva sempre in bilico fra tragedia e commedia.

Fausto Paravidino
Fausto Paravidino

I

Nato a Genova nel 1976, Fausto Paravidino è cresciuto a Rocca Grimalda in provincia di Alessandria. Attualmente vive prevalentemente a Roma. Ha sempre fatto l’attore, a 19 anni ha iniziato a frequentare la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, poi si è trasferito a Roma dove ha continuato a fare l’attore per il teatro e poi per il cinema e la televisione. Nello stesso tempo ha cominciato a scrivere commedie: Trinciapollo, Gabriele (con Giampiero Rappa), 2 Fratelli, La Malattia della Famiglia M, Natura morta in un fosso, Noccioline (per il progetto Connection del National Theatre di Londra), Genova 01 (per il Royal Court), Morbid, Exit, Il Caso B, Il Diario di Mariapia, I Vicini (per il Théatre National du Bretagne), Il Macello di Giobbe (per il Teatro Valle Occupato), rappresentate in tutta Europa e vincitrici di numerosi premi in Italia e all’estero. Traduce dall’Inglese, soprattutto Shakespeare e Pinter, ha scritto per Radio 2 e Radio 3 e, come regista, mette in scena commedie scritte da lui stesso e da altri autori. Il suo primo film da regista, Texas, scritto insieme a Iris Fusetti e a Carlo Orlando, è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2005. I suoi ultimi lavori sono stati le messinscene de Il Diario di Mariapia (Stoccolma, Dramaten, novembre 2010 – Tournée italiana 2012 – 2014) e La Maladie de la Famille M a la Comédie Française (Parigi, 2011 – 2013), la trasmissione televisiva Fil (Rai 3) e la messinscena di Exit per il Teatro Stabile di Bolzano (2012 – 2014). Per il Teatro Valle Occupato sta tenendo il laboratorio Crisi e curando la messa in scena de Il Macello di Giobbe.

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