Personaggi
Autopresentazione
CHIUSO IN ASCENSORE IN BALIA DELL’ALTRO
La Gabbia nasce dall’urgenza di indagare la nostra attualità attraverso l’insicirezza e l’insoddisfazione non di un emarginato, ma di una persona apparentemente realizzata che si trova in una situazione di costrizione che potrebbe esserle fatale. Un temporale sta inondando la città, un Uomo è prigioniero nel proprio ascensore, bloccato dal black out. Nella villa non rientrerà nessuno, per giorni: la sua famiglia è in vacanza, ed egli stesso era sul punto di partire per un viaggio (almeno ufficilamente) di lavoro. Madido di pioggia, armato solo di una torcia elettrica, appare inaspettamente un Altro uomo. Dopo vari tentativi, l’Altro si rivela impossibilitato nel dare un cobcreto aiuto all’Uomo prigioniero. Almeno, finché non torni la luce. Si instaura gradualmente fra i due un rapporto sottile, teso ed ambiguo: specie quando l’Altro si rivela a conoscenza di tanta parte della vita dell’Uomo. Anche la più lontana, recondita, segreta…Forse sta scoprendo queste cose semplicemente rovistandogli la casa, leggendo i suoi diari, lettere, poesie. Oppure, quelle cose, l’Altro le sapeva già…
Un inquietante amalgama di dramma, ironia, sogno, illumina il mondo interiore di due uomini, così diversi, così simili…Ma il finale, lucida invettiva sulla condizione umana ed ancor più dul vivere contemporaneo, pur chiarendo tutto dal punto di vista della logicità, lascerà aperte diverse strade. Il dubbio, che resta nell’animo di ciascuno di noi.
L’idea della commedia è nata dall’incontro con un attore, Andrea Giordana, che mi ha parlato del suo problema legato alla claustrofobia. Il comune interesse per la psicoanalisi ha portato i nostri discorsi a focalizzarsi verso questa immagine dura, icastica, che già all’aprorsi del sipario ci coglie in tutta la sua drammatica quotidianità. Un percorso affascinante che ribadice in me l’idea che il teatro debba essere la sintesi di firti e sentite esperienze personali, culturali, sociali: sempre, però, verificate dalla carnalità, dalla sintonia con l’attore e (é bene sottolinearlo) con lo spettatore.
Alberto Bassetti
Scheda autore
ALBERTO BASSETTI vive a Roma, dove è nato nell’agosto 1955. Si laurea in Lettere con una tesi su Nietzsche. Esordisce in teatro nell’89 con Il segreto della vita>/EM>, di cui é anche regista. Riceve il Premio Fondi-La Pastora per Stato Padrone, che metterà in scena nel ’94. Nel ’90 presenta Plautus, scritta in lingua latina con Antonio Calenda che ne è anche regista. Riceve il Premio Concorso Idi per La tana, la cui messinscena nel ’93 con regia di Calendi conseguirà due Premi Idi. La commedia viene rappresentata l’anno successivo al Théâtre Nationale de la Colline a Parigi, come mise en espace. Nel ’95 viene trasmessa da Rai 3 la sua versione radiofonica, con regia di Beppe Navello. Il testo é pubblicato da Casa Ricordi. Dal ’91 collabora col Teatro Potlach con Hollywood Hollywood e partecipa al progetto “Città invisibili” a fara Sabina, Klagenfurt, Malta. Al festival di Spoleto ’91 lettura de Il ventre. Segnalazione per La macina al Premio Giuseppe Fava. Nello stesso anno collabora alla drammaturgia di Madre Coraggio di Brecht, con Piera Degli Esposti. Nel ’92 è segnalato al Premio Concorso Idi per Scandalo!. Partecipa al Festival di Taormina col monologo Libertà, regia di Walter Manfrè, nell’ambito del progetto La confessione. L’anno successivo vi torna per la lettura di Il volo del gallo, a cura di Maurizio Panici. Quest’anno vince il Premio Concorso Idi con La gabbia, ed il Premio Giuseppe Fava con Sopra e sotto il ponte. Sta per andare in scena Il girifalco dell’harem, regia di Giorgio Albertazzi, con Giuseppe Pambieri e cinque giovani attrici.