AUTOPRESENTAZIONE
Relazioni quotidiane di una coppia disfunzionale tra dipendenza affettiva e ricerca del senso
In questo momento storico le dinamiche di prevaricazione all’interno delle relazioni sentimentali vengono descritte attraverso una serie di termini che vanno a comporre un vocabolario molto preciso e connotato. Alcune delle definizioni più diffuse sono “rapporto disfunzionale” e “dipendenza affettiva”. Queste formule hanno sicuramente un’utilità in ambito psicologico, così come altri concetti, come quello di “società patriarcale”, ce l’hanno in ambito socio-politico.
So che è importante avere delle categorie, sia per potersi orientare a livello terminologico all’interno di un percorso di studio, divulgazione o pratica psicoterapeutica, sia per portare avanti battaglie collettive necessarie per modificare la realtà in cui viviamo. Ma allo stesso tempo non riesco a non pensare che queste categorie, in quanto fondate su definizioni inevitabilmente parziali e arbitrarie, non solo non descrivano in modo esaustivo i fenomeni a cui si riferiscono, ma non siano neppure l’unico modo possibile per parlarne.
Ecco da dove nasce il desiderio di scrivere questo testo: avevo voglia di parlare di una coppia che si scontra in modo violento, una coppia che utilizzando una certa terminologia specifica, si potrebbe definire “disfunzionale” o affetta da “dipendenza affettiva”, ma alla quale io però non volevo approcciarmi in questo modo. Sia perché dietro alle definizioni si nasconde sempre un giudizio, e dietro a un giudizio un intento didattico (che per me non ha nessun interesse, sia da fruitore che da autore); sia perché il termine “disfunzionale” esiste in opposizione al termine “funzionale” e presuppone che qualcosa che “non funziona” possa essere “curato” e iniziare a “funzionare”. E la “dipendenza affettiva” viene spesso descritta come una reazione a un trauma subito durante l’infanzia, che bisogna superare per riuscire finalmente a “stare bene con se stessi”.
Ma cosa significa “funzionare” e “star bene con se stessi”? Accettare di non essere dipendenti dall’altro? Siamo sicuri? Io conosco tante persone che esistono, agiscono e restano attaccati alla vita solo grazie alle loro dipendenze: dal lavoro, dai figli, dal successo, dalla droga e anche da relazioni all’interno delle quali ricercano la restituzione di un “senso” che non riescono a trovare altrove. Devono tutte “curarsi”? Non lo so. L’unica cosa che so è che io non ci riesco, a guardare gli esseri umani così. Mi viene spontaneo guardarli chiedendomi a cosa si aggrappano, alla mattina, per trovare l’energia di svegliarsi e vivere un’altra giornata. Da questo sono partito, per scrivere questo testo e per
raccontare questa coppia. Emanuele Aldrovandi
EMANUELE ALDROVANDI (Reggio Emilia, 1985) è autore e regista per il teatro e per il cinema. Laureato in Filosofia e diplomato alla Civica Scuola Paolo Grassi di Milano, dal 2010 a oggi i suoi testi teatrali hanno vinto numerosi premi fra cui Tondelli, Hystrio e Pirandello, sono stati messi in scena nei principali teatri italiani e sono stati tradotti, pubblicati e rappresentati in inglese, tedesco, francese, spagnolo, polacco, sloveno, ceco, croato, rumeno, catalano e arabo. Le più recenti produzioni internazionali sono Isabel Green al Festival di Avignone 2023, Sorry if We Didn’t Die at Sea al Park Theater di Londra, sempre nel 2023, e Kamikaze al Dramma nazionale di Rijeka nel 2024. Ha lavorato, fra gli altri, con Serena Sinigaglia (Isabel Green, La peste di Camus, Le nostre anime di notte), Silvio Peroni (Il Mago di Oz, Molto rumore per nulla, La pace non è mai stata un’opzione), il Teatro dell’Elfo (Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Tamburi nella notte, Robert e Patti, Il seme della violenza) e la compagnia MaMiMò (Homicide House, Nessuna pietà per l’arbitro, La donna più grassa del mondo). Nel 2020 ha fondato l’Associazione Teatrale Autori Vivi, con la quale sta portando in scena alcuni dei suoi testi, curandone la regia e seguendone sia gli aspetti produttivi che la distribuzione: Farfalle (2021, con ERT e Teatro dell’Elfo), L’estinzione della razza umana (2022, con Teatro Stabile di Torino), Dieci modi per morire felici (2023, con I Teatri di Reggio Emilia), Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro (2024, con ERT e Teatro Stabile di Torino). Per il cinema ha scritto e diretto tre cortometraggi che sono stati presentati in numerosi festival nazionali e internazionali, ricevendo svariati riconoscimenti, fra cui il Nastro d’argento nel 2021 per Bataclan. Nel 2024 è uscito il suo primo romanzo, Il nostro grande niente, pubblicato da Einaudi Stile Libero. Insegna alla Scuola Civica Paolo Grassi di Milano e alla Scuola Holden di Torino.
foto: Laila Pozzo
La locandina
LA PACE NON È MAI STATA UN’OPZIONE, di Emanuele Aldrovandi. Regia di Silvio Peroni. Con Sara Putignano e Marco Quaglia. Prod. Khorateatro, Roma.
Lo spettacolo ha debuttato il 20 giugno 2022 al Campania Teatro Festival.