Personaggi
Ennio Marialaura Paolo Preside
Autopresentazione
La palestra: quando la famiglia diventa branco che impone le sue leggi La famiglia più civile diventa branco contro chiunque provi ad allungare le mani su uno dei suoi membri. Non importa quali siano i disastri commessi dai figli, non importa la legge, il rispetto dell’altro, non importano le vittime. Quando, come oggi, ogni dimensione pubblica, civica sparisce, la famiglia diviene l’unico simulacro rimasto in piedi, un altare a cui si deve sacrificare ogni cosa. Così quando due uomini e una donna vengono convocati d’urgenza dalla preside della scuola dei loro figli, dopo che hanno civilmente ascoltato i fatti inquietanti che riguardano i ragazzi, a loro non rimane altro che lasciare esplodere tutta la violenza possibile nel tentativo di salvarli. Ma proteggendoli commettono invece l’abuso più grande, li condannano all’impunità, all’irresponsabilità dei propri gesti e finiscono per castrare ogni loro possibilità di diventare davvero adulti.
Questa era la storia che volevamo raccontare. Siamo partiti da lì. i personaggi prendevano vita nutrendosi in questo ambiente di provincia borghese che non ha scampo. i dialoghi erano quelli serrati di una tragedia annunciata, di una tensione che cresce e che può esplodere da un momento all’altro. E poi c’era il tentativo di resistere combattendo. il personaggio della preside impersonava questa lotta. Ma è stato solo l’inizio. Per mesi abbiamo lavorato insieme perché la scrittura prendesse vita attraverso una concretezza scenica piena, abbiamo lavorato con gli attori perché questo è un testo dove suspense e ferocia di gruppo si creano solo se i personaggi e le loro dinamiche psicologiche si incastrano tra loro in un meccanismo a orologeria. Lo spettatore poi non doveva mai avere il dubbio che quello che stava ascoltando non fosse coerente o credibile rispetto alla realtà perché questa è una storia che potremmo leggere nelle cronache dei giornali. Quindi ci siamo fatti tante domande, abbia io anche incontrato un medico, la polizia scientifica, un assistente sociale per verificare l’attendibilità di alcune informazioni, anche se alla fine siamo tornati sul testo raccontando comunque quello che ci interessava raccontare, cioè quello che per noi era teatralmente più forte e interessante.
Ci siamo portati in giro insomma questo dramma per un po’ perché è una storia che rimane addosso e dalla quale si ha voglia di scappare al tempo stesso. È quello che provoca confrontarsi con il lato oscuro della propria società, del proprio ambiente, e, alla fine, di noi stessi. Un processo doloroso che non può che metterci in discussione. Una cosa che ci sembra abbia senso sempre provare a fare. Veronica Cruciani e Giorgio Scianna
Scheda autore
È nato nel 1964 a Pavia, dove continua a vivere, lavorando a Milano. Autore di romanzi, La palestra è la sua prima opera teatrale. Nel 1997 ha scritto il racconto Jukebox, inserito nell’antologia Anticorpi edita da Einaudi. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo Fai di te la notte (Einaudi), che ha vinto il Premio letterario Giovanni Comisso. in entrambe le storie (che hanno per sfondo il mondo anestetizzato della provincia borghese) ritorna il tema dei misteri e delle trappole che possono annidarsi nelle dinamiche familiari, insieme alla difficoltà di conoscere veramente chi ci vive accanto. Nel 2010, sempre con Einaudi, ha pubblicato Diciotto secondi prima dell’alba, un romanzo che mantiene la tensione della narrazione e l’atmosfera noir dei lavori precedenti, per raccontare un’altra storia di tradimento, dove un incontro imprevisto fa esplodere una vita. Questa volta l’universo esplorato è quello dei giovani trentenni, dei traumi che portano a crescere e di una metropoli piccolissima come Milano. Nel settembre 2011 pubblica il saggio Narrativa italiana oggi: istantanee e confini (in Io.Scrivo. Corso di scrittura del Corriere della Sera, Rcs, 2011), una mappa delle principali tendenze della recente narrativa italiana e delle sue contaminazioni rispetto ai linguaggi cinematografici e teatrali. Collabora con la rivista Linus con la rubrica Il luogo del delitto, dedicata, tra l’altro, al rapporto tra le storie e i luoghi.