Personaggi
Autopresentazione
LA MUSA? UNA FOTOCOPIATRICE XEROX
Nel marzo del 1908, Herman Hesse scriveva “La mia macchina per scrivere mi é diventataindispensabile. E’ americana, ottima, comodissima, con cinque anni di garanzia…”. Nel novembre del 1985, Umberto Eco scrive: “Il romanziere deve poter scrivere seguendo l’ispirazione, senza che il sistema (del suo personal) si fermi e gli dica che non ha più spazio sul disco…”. La scrittura da manuale si fa dattiloscrittura, e da dattiloscrittura si fa video-scrittura o scrittura per computer. Non c’é da stupirsi che si facciano esperimanti, con i nuovi mezzi elattronici, anche su testi teatrali. Occhiali è nato da una fotocopiatrice Xerox, con l’aiuto di un paio di occhiali Rayban, un foglio di carta bianco e una Olivetti Studio 44. L’oggetto, così consueto, diventatva nell’isolamento della fotocopia, un simbolo ora ironico ora blandamente minaccioso. L’accoppiamento del visulae a brevi frasi, didascalie singole o multiple, trasformava l’icona in un testo di poesia visuale. E la raccolta seriale venne trasformata prima in una proiezione multivisiva (con colonna sincronizzata) e poi edita in volume (Tam Tam) con prefazione di Michele Rak: “Occhiali” é stato il primo testo di questo genere (multivisivo) in Italia… questa spettacolarizzazione muta radicalmente i valori e i sensi del testo… Il pubblico di uno spettacolo é molto diverso dal lettore solitario”. Da questo commento al testo teatrale il passo era breve. Il limbo Xerox diventa il limbo scena invaso da oggetti-simbolo in movimento. La tecnica della multivision dà alla regia uno strumento di grande poesia, ma niente “tecnicismi”, per carità! Sarebbe riduttivo per il testo che vive della sua autonomia. Non é la tecnica che fa teatro: é il teatro che si serve della tecnica. E poi teatro per quale pubblico? Quello passivo della tv o quello attivo del teatro? La scena fredda del video-spettatore é molto diversa dalla scena calda del pubblico teatrale. Ma attraverso il rinnovamento del linguaggio scenico e la volontà di creare, si può provare a scuotere il corpo addormentato della video-società. Aspettando i Godot dell’autore italiano: scena e regista.
Aldo Selleri
Scheda autore
ALDO SELLERI, copywriter di professione, vive e lavora a Milano. Il suo primo radiodramma Gioco di specchi in un vecchio caffé di provincia è prodotto da Rai Radio Uno con la regia di Gilberto Visintin e con Giustino Durano interprete (1977). Segue Tetatro a domicilio, radiodramma prodotto prima da Rai Radio Uno, ancora con la regia di Gilberto Visintin, e poi da Orf 1, la radio nazionale austriaca. Da Tetatro a domicilio è tratto il film di Carlo Lizzani La casa del tappeto giallo, con ErlandJosephson, Milena Vucotic e Vittorio Mezzogiorno (1983). Nel 1981 è vincitore, insieme alla Cooperativa Teatro Musica, del Premio Riccione per il progetto di spettacolo con La confessione d’Isidora…fatta a pezzi, rappresentato lo stesso anno al Teatro Testoni di Bologna con la regia di Gerardo Vignoli. E’ del 1983 il radiodramma Mobili d’occasione per topi solitari prodotto da Rai Radio Due con la regia di Marco Licalsi, con Omero Antonutti e Vittorio Franceschi interpreti. Nel 1994 vince il “Premio Speciale per la sperimentazione radiofonica Armando Bortolotto” al Premio Candoni-Arta Terme con Famiglia graduale in campo da tennis. Nel 1995 vince il primo premio al Premio nazionale di drammaturgia multicodice e intercodice “Teatro Totale” con Occhiali, ovvero il caso semplice del dottor Ray e del signor Ban.