2017 - 4
ottobre | dicembre

STABAT MATER

Trilogia sull'identità - Capitolo II

Numero personaggi: 4
di Livia Ferracchiati

AUTOPRESENTAZIONE
Andrea, ovvero dell’identità in transizione
e della parola come strumento di libertà

La mia formazione è quella di regista e per me la regia è un’altra fase della scrittura, oltre che un lavoro di équipe con gli autori dei diversi reparti (light designer, scenografa, costumista, coreografa e anche con la dramaturg di scena). Il testo nasce insieme alle drammaturgie degli altri linguaggi scenici e insieme al lavoro con gli attori (interpreti e non esecutori), attori che non sono sostituibili, perché la parola nasce con loro e viene verificata attraverso di loro. Esiste un momento in cui, ovviamente, metto in fila i materiali, li produco e li formalizzo, ma per me alla base del teatro c’è la ricerca di una parola tridimensionale.

Stabat Mater (foto: L. Menegazzo).
Stabat Mater (foto: L. Menegazzo).

Stabat Mater è nato così, in un continuo scambio con la concretezza della scena. Per questo lavoro c’è stata un’indagine molto approfondita intorno al tema dell’identità di genere. Non me la sento di dire che ho intervistato delle persone, perché nella maggior parte dei casi non ho nemmeno usato il registratore e, per rispetto della generosità dell’interlocutore, nemmeno preso appunti, piuttosto ho cercato di metabolizzare le diverse e soggettive esperienze di ognuno. Se fosse una ricerca antropologica, sarebbe una ricerca antropologica sentimentale. In un secondo momento questo materiale si è trasformato nelle prime bozze delle scene e in strutture improvvisative da sviluppare con gli attori e la dramaturg di scena. La scrittura registica, poi, si è sovrapposta a quella del testo, nella direzione dell’attore, soprattutto, ricercando l’elemento più scontato, ma il più complesso da ricreare: la credibilità. Anche per questo faccio spesso uso di microfoni, per ricreare l’intimità delle relazioni.

La Trilogia sull’Identità firmata dalla mia compagnia The Baby Walk, di cui Stabat Mater è il secondo capitolo (gli altri capitoli della Trilogia sono Peter Pan guarda sotto le gonne e Un eschimese in Amazzonia), ha alle sue spalle quindi un lungo periodo di raccolta materiali iniziato nel 2013, il cui sviluppo è stato possibile anche grazie al supporto del Teatro Stabile dell’Umbria e del Centro Teatrale MaMiMò, oltre che alle ospitalità di Campo Teatrale di Milano e del Terni Festival. Stabat Mater parla del rapporto madre-figlio e dello sgomento nel percepirsi fuori dagli schemi e, dunque, liberi.

Andrea è un uomo transgender, nel senso che ha un corpo femminile, ma è un uomo. Le donne che fanno parte della sua vita gli parlano al maschile, lo trattano come un “maschio”, a volte come un maschio medio, senza battere ciglio, tranne la madre, ossia colei che genera e che ha generato una “femmina”. La madre non accetta che, per varianze naturali, sua figlia sia in realtà un figlio. Ma Andrea è anche uno scrittore. E allora la parola è il centro e lo strumento attraverso il quale si riappropria della sua identità.
Livia Ferracchiati

LA MOTIVAZIONE
Premio Hystrio-Scritture di Scena 2017
a Stabat Mater di Livia Ferracchiati

La giuria del Premio Hystrio-Scritture di Scena – formata da Serena Sinigaglia (presidente), Laura Bevione, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Roberto Canziani, Sara Chiappori, Renato Gabrielli, Roberto Rizzente, Massimiliano Speziani e Diego Vincenti – dopo lunga e meditata analisi degli 112 copioni in concorso, ha deciso, all’interno di una rosa di undici testi finalisti (AAA – un altro Ione di Michele Ruol, Il Carrefour è aperto anche di notte di Giulia Lombezzi, Eden di Fabio Pisano, La fuga in Svezia di Nicola Bremer, Genesi Pentateuco#1 di Chiara Boscaro, Lupi di Gabriele Zobele, Mater di Walter Prete, Petrolio, una storia a colori di Gaia Beatrice Gattai, Stabat Mater di Livia Ferracchiati, Torre Elettra di Giancarlo Nicoletti, Trittico delle bestie di Niccolò Matcovich), di assegnare il Premio Hystrio-Scritture di Scena 2017 a:

Stabat Mater di Livia Ferracchiati, che colpisce per personalità e originalità. Un raro esempio di riuscita commedia italiana dal sapore anglosassone. All’interno di una struttura drammaturgica complessa e gestita con mano ferma, spiccano dialoghi credibili e incalzanti, ricchi di una destrezza ironica che ricorda il primo Woody Allen. Ne è protagonista Andrea, «un uomo in corpo di femmina, e anche uno scrittore”, del quale il testo esplora un immaturo attaccamento alla madre e una propensione nevrotica a sedurre. Con uno sguardo lucido e spietato sulla solitudine e, forse, sull’egoismo indispensabili a conquistarsi una piena autonomia.

Stabat Mater (foto: L. Menegazzo).
Stabat Mater (foto: L. Menegazzo).

Stabat Mater (foto: L. Menegazzo).

La Locandina
STABAT MATER, scritto e diretto da Livia Ferracchiati. Dramaturg Greta Cappelletti. Scene di Lucia Menegazzo. Costumi di Laura Dondi. Luci di Giacomo Marettelli Priorelli. Suono di Giacomo Agnifili. Con Chiara Leoncini, Alice Raffaelli, Stella Piccioni e la partecipazione video di Laura Marinoni. Prod. Centro Teatrale MaMiMò, REGGIO EMILIA – Teatro Stabile dell’Umbria, PERUGIA.

Lo spettacolo ha debuttato a Venezia, Biennale Teatro 2017 per il 45° Festival Internazionale del Teatro, il 4 agosto 2017. Le successive tappe della tournée sono: 31 ottobre-25 novembre, Caos Centro Arti Opificio Siri, Terni; 11-14 gennaio, Piccolo Teatro Orologio, Reggio Emilia; 13-15 aprile, Teatro Quarticciolo, Roma; 16-20 aprile, Ridotto del Teatro Morlacchi, Perugia; 5-7 maggio, Teatro Elfo Puccini, Milano.

Livia Ferracchiati
Livia Ferracchiati (foto: M.Siciliano).

LIVIA FERRACCHIATI (Todi,1985), si laurea in Lettere e Filosofia indirizzo Letteratura, Musica e Spettacolo presso l’Università di Roma “La Sapienza” e si diploma in regia teatrale alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Nel 2014 vince il bando “Finestra sulla drammaturgia tedesca” e presenta il testo di Albert Ostermaier, Sulla sabbia, al Piccolo Teatro Studio. Nello stesso anno, scrive e mette in scena il testo Ti auguro un fidanzato come Nanni Moretti!. Nel 2015 fonda la Compagnia The Baby Walk, con la quale inizia il progetto Trilogia sull’Identità, sul tema del transgenderismo da femmina a uomo, e ne realizza il primo capitolo: Peter Pan guarda sotto le gonne. Nel 2015, ha insegnato drammaturgia presso la scuola del Teatro Stabile dell’Umbria al Centro Universitario Teatrale. Dal 2015 collabora con il Teatro Stabile dell’Umbria, per il quale, nel 2016, scrive e dirige Todi is a small town in the center of Italy, uno spettacolo-documento sulla sua città di origine, che cerca in Todi un paradigma della vita nella provincia italiana, presentato al Ternifestival 2016. Attualmente, lavora alla messinscena del secondo capitolo della Trilogia sull’Identità, Stabat Mater, Premio Hystrio-Scritture di Scena 2017 (Coprodotto da Centro Teatrale MaMiMò e Teatro Stabile dell’Umbria/Ternifestival). Al contempo, procede alla lavorazione del terzo capitolo, Un eschimese in Amazzonia, Premio Scenario 2017. Nel 2017, Todi is a small town in the center of Italy, Peter Pan guarda sotto le gonne e Stabat Mater, sono stati selezionati da Antonio Latella per la Biennale Teatro 2017, 45.Festival Internazionale del Teatro.

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