2024 - 4
ottobre | dicembre

TRAGÉDIE CORÉENNE

OVVERO L’AMOUR À LA FRANÇAISE

Numero personaggi: 3
di Matthieu Pastore

AUTOPRESENTAZIONE

Il confine tra cronaca nera e tragedia antica deflagra nel tempo contemporaneo

Il testo è ispirato a un fatto di cronaca franco-coreano la cui conoscenza non è necessaria ma  sicuramente ne modifica la lettura e l’ipotetica fruizione dello spettacolo. Il riassunto del caso può quindi essere omesso, a discrezione del lettore o della lettrice.
«Nel 2003, Jean-Louis Courjault, un ingegnere francese espatriato a Seul con la moglie, Véronique, ritrova nel suo congelatore i corpi esanimi di due neonati e contatta immediatamente la polizia coreana. Le indagini, grazie alle analisi del Dna, concludono presto che sono i figli della coppia. È stata lei, Véronique, dopo aver partorito sola nella vasca da bagno, a deporre i due piccoli cadaveri nel terzo cassetto del congelatore, mentre lui, Jean-Louis, non ha mai visto, non ha mai sospettato la gravidanza o anche solo percepito l’angoscia della moglie».
Cos’è successo in questa casa, in questa moderna Corinto? Cos’ha portato questa strana Medea e quest’inconsapevole Giasone nel vortice freddo della tragedia? Questo testo si presenta come un’indagine, come un fascicolo giudiziario in cui ogni frammento della storia sarebbe un indizio, un elemento di prova per condurre alla comprensione del caso.
Eppure dovrebbe essere tutto così semplice: un uomo e una donna si amano, vivono nel comfort agiato di una vita inconsapevolmente borghese, sono sposati e corrispondono, in tutto, agli ideali sociali che la modernità ci propone come modello di perfezione. Uno strato di ghiaccio fragile e sottile ricopre e cristallizza questa coppia. Come se da quest’amore – da questo rapporto – non potesse nascere nulla. Al centro di questa storia ci sono due persone che non si capiscono, due estranei in terra straniera che annegano nel mare freddo della felicità. Tragédie Coréenne è il racconto di questa coppia in crisi, di quest’amore che non esiste più, di questo modello che ci forgia e ci rappresenta e dal quale è così difficile staccarci. Abbiamo imparato ad amare così, come se fosse una lingua straniera che non capiamo. Matthieu Pastore

 

MATTHIEU PASTORE è nato nel 1989 in Francia, a Lione. Dopo degli studi in italiano e  drammaturgia nella sua città natale, si trasferisce a Milano e segue la formazione per attori della Scuola del Piccolo Teatro, diplomandosi nel 2011, sotto la direzione di Luca Ronconi. Ha lavorato principalmente come attore in Italia con numerosi/e registi/e, tra cui: Damiano Michieletto, Elio De Capitani, Pablo Solari, Laura Curino, Bruno Fornasari, Muriel Mayette-Holtz, Andrea De Rosa. Nel 2012 vince il Premio Hystrio alla Vocazione Teatrale. Nel 2018, dopo essersi trasferito a Parigi, inizia a elaborare progetti personali come drammaturgo e regista. Nel 2020, il suo primo spettacolo Il banchetto. Not a musical, not at all – un adattamento musicale del Simposio di Platone, vince il premio della giuria e il premio del pubblico al Concorso di Regia del Théâtre 13, a Parigi, oltre al premio della Sacd-Nuovo Talento Teatro. Si è trasferito a Napoli nel 2021. La vita senza friarielli gli era diventata intollerabile. I suoi progetti nascono dalla ricerca collettiva, sia con gli attori e le attrici che con dei gruppi di lavoro individuati sul territorio – bambini, scuole, spettatori.

(foto Marcella Foccardi)

Tragédie Coréenne ovvero L’amour à la française, di Matthieu Pastore, mise en espace regia di Claudio Autelli, con Marta Malvestiti, Matthieu Pastore e Alfonso De Vreese. Hystrio Festival 2024, Teatro Elfo Puccini di Milano, 22 settembre 2024.

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