Personaggi
Nelle battute di questa commedia sono mescolati senza soluzione di continuità frammenti di dialogo e pensieri, attribuiti via via a una figura maschile (scritti in carattere normale) e a una figura femminile (scritti in carattere corsivo). In scena, sono necessari due attori: un uomo di 45-50 anni, massiccio senza essere obeso, e una donna sulla trentina, magra, più bassa dell’uomo. La presenza aggiuntiva di un cameriere (che non parla) è a discrezione della regia. Nel caso sia presente, dovrebbe avere circa trent’anni ed essere robusto e ben proporzionato. Le azioni descritte nel testo non necessariamente devono essere riprodotte in scena. Ogni decisione sullo spazio scenico e sui movimenti degli attori è lasciata alla regia.
Autopresentazione
HAPPY HOUR con il cannibale Marzo 2001, Rotenburg, Germania. Bernd-Jürgen Brandes, ingegnere informatico di Berlino, va a casa di Armin Meiwes, conosciuto pochi mesi prima su Internet, in una chat room di appassionati di cannibalismo. Entrambi sono decisi a realizzare le rispettive morbose fantasie: divorare (Meiwes), essere divorato (Brandes). L’orribile uccisione di Brandes viene ripresa in un video da Meiwes stesso, che sarà scoperto solo dopo oltre un anno. Nella sua abitazione si ritroveranno, oltre al video, parti del corpo della vittima non ancora consumate e conservate in freezer. Un’eccezionale attenzione dei media si concentrerà sui due processi a Meiwes, non solo per l’ovvio appeal macabro della vicenda, ma perché si tratta di un caso giuridico senza precedenti. Condannato in prima istanza a soli otto anni e mezzo di carcere, per via del consenso di Brandes e dell’inesistenza in Germania di una legge contro il cannibalismo, Meiwes subirà una sentenza d’ergastolo alla fine del processo d’appello, chiuso nell’aprile 2006. Almeno quattro film ispirati alla vicenda del “cannibale di Rotenburg” sono già stati prodotti. Non sappiamo se darà seguito al dichiarato proposito di scrivere e far pubblicare le sue memorie. Cosa c’entra questa storia terribile – che certo non sarei in grado di riprodurre fedelmente in un testo teatrale – con la moda dell’ happy hour nei locali milanesi, il caldo da record dell’estate del 2003, la filologia romanza, i servizi segreti deviati, l’orientamento politico dei camerieri, le proprietà afrodisiache del succo di pomodoro condito, nonché le burle di un professore molesto di nome Copellotti? Lo scoprirete, se avrete un po’ di pazienza, leggendo Tre. Si tratta di una commedia senza didascalie, ove si sovrappongono in un unico flusso verbale narrazione, dialoghi e pensieri di personaggi spettrali e grotteschi, lasciando alla regia e agli attori il massimo margine di manovra per l’invenzione scenica. Poco contano le buone intenzioni, quando si scrive. Comunque, scrivendo Tre la mia buona intenzione era questa: realizzare una fantasiosa, ma non gratuita esplorazione della libertà disperante che tutti ci imprigiona – libertà di consumare o essere consumati, di divorare o essere divorati. Renato Gabrielli
Scheda autore
RENATO GABRIELLI, nato a Milano nel 1966, si diploma attore nel 1988 presso la Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi”. Nel 1989, con la regia di Mauricio Paroni de Castro, va in scena, prodotto dal Crt di Milano, il suo testo Lettere alla fidanzata. Sempre con la regia di Paroni de Castro, seguono le commedie Oltremare (1990), Oplà, siamo vivi! (1993) e Moro e il suo boia (1994). Nel 1993 vince il premio “Pier Vittorio Tondelli” con il progetto drammaturgico Esperimenti criminali. Nel 1996 realizza, come regista e drammaturgo, lo spettacolo Zitto, Menocchio! Dal 1997 al 2001 è drammaturgo del Centro Teatrale Bresciano. Per il Ctb scrive e dirige le commedie Una donna romantica (1998), Curriculum Vitae (1999) e Giudici (2002). Nel 2003 la sua commedia Vendutissimi debutta al Teatro Litta di Milano. Nel 2004 Death and the City, una sua trilogia di monologhi tradotti in inglese da Margaret Rose, debutta a Glasgow. Il primo dei monologhi, Mobile Thriller, allestito in un’automobile, riceve il Premio Herald Angel durante il Fringe Festival di Edimburgo. Per la compagnia scozzese Suspect Culture e il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, realizza il testo bilingue di A Different Language, diretto da Graham Eatough (2005). I suoi lavori più recenti sono Cesso dentro (2005, produzione Fattore K) e Salviamo i bambini (2006, produzione Extracandoni), entrambi con la regia di Sabrina Sinatti. Nel 2007 fonda, insieme a Sabrina Sinatti, Massimiliano Speziani e Samantha Oldani, l’associazione pianozerotre teatro.