Personaggi
Autopresentazione
Scheda autore
ROBERTO COSSA, “Tito”, detto anche “Tano”, è nato a Buenos Aires il 30 novembre 1934, e ha origini italiane, di Campobasso. Dopo aver iniziato e non concluso studi di medicina, alla morte del padre decide di dedicarsi al giornalismo e lavora al Clarin, poi presso altri giornali. Negli anni ’60 la svolta che porta Cossa tra gli emergenti del Teatro Indipendente: la sua vocazione teatrale, di taglio e tono prevalentemente realistici, si precisa con la prima importante opera, Nuestro fin de semana (Il nosto fine settimana, 1964).>
Legato alla condizione della classe media da cui esce, segnato dalla contraddizione tra esistenza ed etica particolarmente viva in America Latina, l’obiettivo primario di Cossa sembra quello di creare una sorta di “specchio” della coscienza comune mediante l’abile gioco delle domande piuttosto che delle risposte. Porre quesiti, evidenziare problemi, illuminare certi limiti diventa la necessità morale di un nuovo teatro, le cui tappe pongono il drammaturgo fra i maggiori esponenti del Teatro Abierto, il movimento teatrale che ha accompagnato la fine della dittatura in Argentina. Alcuni suoi titoli: La nona (La nonna, 1977, lavoro di successo noto in Italia), No hay que llorar (Non c’è da piangere, 1979), El tìo loco (Lo zio sciocco, 1982), Los compadritos (I piccoli compari, 1985), e soprattutto Yepeto (Geppetto,1987), che Hystrio pubblica in queste pagine.>
Yepeto – regia di Omar Grasso, interpreti Ulises Dumont, Dario Grandinetti e Gabriella Flores, scenografia di Marcela Polischer, musica di Jorge Valcarcel – è stato rappresentato per la prima volta al Teatro Lorange di Buenos Aires il 2 ottobre 1987. Ha partecipato al Festival di Bogotà, Montevideo, Cadice. Ha ricevuto numerosi premi: migliore spettacolo dell’anno 1987, Premio Municipalità di Buenos Aires, Premio Prensario, ecc., oltre ai premi a Cossa “miglior autore del 1987”, a Omar Grasso “miglior regista del 1987” e a Ulises Dumont “miglior attore del 1987”. Come si sa, è stato rappresentato in Italia, a Milano, al Teatro Actor’s Playhouse, nell’ambito della rassegna Wiwa Argentina, ricevendo il premio Api per la migliore novità argentina 1988.>
In Yepeto il dialogo fra il cinquantenne scrittore e il giovane atleta che si contendono l’amore della diciassettenne evoca il conflitto e la tensione fra le generazioni, ma si risolve piuttosto nell’immaginario teatrale: perchè, come sostiene il regista Grasso, “il teatro di Cossa è un continuo generatore di immagini”. E’ un testo come un “romanzo di formazione”: il vecchio interlocutore tenta di “far crescere” il giovane, come dire di trasformare un Pinocchio in un essere di carne e ossa – appunto come Geppetto nella favola di Collodi. Ma, “con genio e pudore” – dice il regista cinematografico Osvaldo Soriano – Yepeto è anche una confessione di cossa sul ruolo dell’artista nella società attuale.>